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Tempo Ordinario: Domenica 18.ma dell'Anno C

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com


Tempo Ordinario: Domenica 18.ma dell'Anno C

I - Luca 12,13 -21 - 1. (a) Gesù predica alla folla e uno dei presenti gli chiede di dire al fratello di dargli la parte di eredità, che gli tocca (13 Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità»); egli pensava che Gesù fosse un solito dottore della legge, che dava i pareri legali sulle questioni quotidiane; aveva equivocato sulla missione del Gesù, perché, preso dal suo problema, non ascoltava veramente tutto quello che Gesù insegnava. Abbiamo un’idea chiara della missione di Gesù come Maestro e Redentore? (b) Gesù gli risponde che nessuno l’ha nominato giudice fra i due fratelli per occuparsi della divisione dei loro beni (14 Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?»). D’altra parte Lui con la sua predicazione vuole orientare gli uomini alle realtà celesti e perciò rifiuta incarichi terreni. Chi è Gesù per noi? nella nostra vita quotidiana abbiamo tanti problemi e certamente facciamo bene a presentarli tutti al Signore: problemi di salute, economici, di relazione con gli altri, legali, ecc. Affidiamoci a lui nella preghiera, chiediamo secondo i nostri desideri, se non sono peccato, ma, alla fine, affidiamoci alla sua volontà e provvidenza; ovviamente rivolgiamoci anche al medico, per la salute fisica, agli esperti per gli affari economici, all'avvocato per quelli giuridici …; mai però perdendo di vista il Signore, perché comunque tutto resta nelle sue mani e lui, per aiutarci, può anche ricorrere al miracolo, se necessario; resta comunque sempre vero: Cercate …, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33). Gesù deve essere tutto per noi, come Dio e uomo, maestro e redentore, Verbo, per mezzo del quale tutto è stato creato e nel quale tutto sussiste e in vista del quale tutto deve essere orientato, noi compresi: Egli è la vita e la sorgente della vita.

 2. (a) Gesù conferma il suo insegnamento con la parabola del ricco stolto; la sua campagna - per grazia di Dio, al quale quest’uomo non pensa per niente -, aveva dato un raccolto straordinario (16 Poi disse loro una parabola: La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante) ed egli riflette sul da farsi (17 Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti?); decide di demolire i magazzini attuali e di costruirne nuovi e più capaci, per raccogliervi i “suoi beni” (18 Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni); poi penserà con tranquillità al futuro, per molti anni a venire, perché possiede molti beni per mangiare e bere, riposare e divertirsi (19 Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!). E’ un uomo che pensa solo a sé e ai beni materiali e che programma la sua vita come se tutto dipendesse da lui e dalle sue decisioni e previsioni. Egli non li prende per niente in considerazione Dio e il prossimo; non esistono per lui; eppure Dio è colui dal quale tutto dipende, anche il ricco e tutto ciò che ha, le sue decisioni e ogni istante della sua esistenza; il prossimo è fatto a immagine di Dio e Dio lo ama come tale, lo ama da Dio e in modo divino; il ricco dovrebbe amare Dio e il prossimo e accoglierli nella sua vita. Stiamo attenti a non condividere questa mentalità diabolica e disumana, che si ritrova più facilmente fra i ricchi, come i venditori di armi in USA e Putin in Russia, ma anche tra i poveri superbi ed egoisti: è satanica e viene dall'inferno e vi porta direttamente. (b) Dio interviene nella notte stessa nella vita del ricco e se la riprende, perché viene da Lui (20 Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita); quanto ai suoi beni, Dio li passerà ad altri (20 E quello che hai preparato, di chi sarà?). Gesù tira una conclusione, che dobbiamo fare nostra con la meditazione e la supplica, e un’ammonizione, che riguarda in ogni caso ciascuno. La conclusione: questa è la triste sorte di chi accumula a proprio vantaggio tesori sulla terra (21 Così è di chi accumula tesori per sé), dove il ladro ruba e la tignola consuma (cfr. Mt 6,20; Lc 12,33), e non pensa a formarsi un tesoretto in Cielo (21 e non si arricchisce presso Dio), con le elemosine e le altre opere di misericordia, che sono un aiuto immediato al prossimo e un prestito a Dio (Pr 19,17), che lo contraccambia. Riflettiamo per vedere se anche noi ragioniamo come il ricco stolto oppure come il sapiente, che tiene le giuste relazioni con Dio e col prossimo, con se stesso e col creato, secondo è l'insegnamento e l'esempio di Gesù e dei Santi. L’esortazione è di tenersi lontani da ogni bramosia di beni materiali, perché la nostra vita dipende da Dio e non dai beni, che comunque  da Dio ci vengono (15 E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»). Cerchiamo il Signore dei doni, non i doni del Signore.

II - Qoelet 1,2; 2,21-23 - (a) Qoelet è colui che parla nell'assemblea e viene identificato con Salomone, il sapientissimo re ebreo; egli fa un'affermazione di principio: Vanità delle vanità, dice Qoelet,/ vanità delle vanità: tutto è vanità (2), che ripete come un ritornello nel Libro dei Proverbi: anche questo è vanità (21. 23) e un grande male (23).cioè tutte le creature, noi compresi, sono solo un soffio inconsistente, che dura qualche istante; possono anche essere bellissime e appariscenti, ma passano rapidamente e scompaiono. Pensiamo p. es., al soffione o dente di leone, il cui globo piumoso e argenteo si scompone in pochi istanti, soffiandovi sopra; lo stesso vento è più corposo, produttivo e duraturo. Ora ogni creatura partecipa di questa condizione di precarietà e inconsistenza e solo Dio è eterno; persino gli Angeli e i Santi sono inconsistenti - e anche la natura umana di Cristo! Alimentiamo la convinzione dell'inconsistenza di tutte le creature, perché nessuna di esse diventi il nostro appoggio, a nostre spese e danno: la nostra speranza sia solo Dio e le creature, solo nella misura in cui Dio vuole. (b) Qoelet osserva che le ricchezze esistono, ma sono inconsistenti per i singoli uomini; in effetti un uomo, che ha lavorato con scienza e coscienza e ha avuto grande successo, morirà e lascerà ad altri, che non hanno faticato (21 perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato). Tutta la sua vita è passata nel dolore nelle angosce (23 Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa) e lui non ha tratto profitto dalle fatiche e pene, che hanno accompagnato la sua vita sulla terra (22 Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?). La parabola del ricco stolto ci fa vedere come tutto si perde in un istante. Diamo all'amore a Dio e ai fratelli il primo posto nella nostra vita, perché solo così abbiamo la vita eterna, che dura; il resto usiamolo tanto quanto secondo le nostre necessità e del prossimo; persino il nostro corpo lo lasciamo qui. Solo Dio ci resta! Diciamo con piena fiducia e abbandono: Solo in Dio riposa l’anima mia:/ da lui la mia salvezza (Sal 62,2). Circa i beni di questo mondo, dobbiamo per volontà di Dio avere la giusta previdenza delle formiche e la fiducia totale nella Provvidenza di Dio, infinitamente buono, sapiente e potente.

III - Colossesi 3,1-5.9-11 - (a) Chi crede  nel Padre e Figlio e Spirito Santo e  nell'opera redentrice di Gesù e viene battezzato, muore con Cristo (3 Voi infatti siete morti) ed è sepolto con lui (Rm 6,1-6) e la sua vita divina è nascosta con Cristo in Dio (3 e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!), come Gesù adesso è nascosto agli uomini, perché sta in cielo: egli si manifesterà nella sua seconda venuta, che sarà gloriosa. E poiché Gesù è la vita dell’uomo salvato, anche questi apparirà con Cristo nella gloria (4 Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria). Chi crede è morto e sepolto con Cristo, ma è anche risuscitato con lui (1 Se dunque siete risorti con Cristo), già ora spiritualmente perché ha la nuova vita, la vita divina in Cristo, e poi risusciterà col corpo glorioso alla fine del mondo (cfr. 4). Gesù è ora anche seduto alla destra del Padre (1 dove è Cristo, seduto alla destra di Dio). Per far capire quello cheè avvenutonel credente, morto e risolto con Cristo, Paolo usa un’altra immagine: egli si è svestito dell'uomo vecchio, lontano da Dio, pieno di azioni cattive (9 vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni) e si è rivestito dell'uomo nuovo (10 e avete rivestito il nuovo), che si lascia guidare dalla grazia trasformatrice, di cui Cristo è la sorgente. Questo credente, uomo nuovo per la vita divina che ha, si rinnova a immagine di Dio che lo ha creato (10 che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato) e di Cristo (Rm 8,29), grazie ha una conoscenza sempre più profonda di Cristo, che si procura sotto la guida dello Spirito Santo e della Chiesa. In sostanza con la fede e il battesimo noi moriamo e risorgiamo con Cristo, per mezzo di lui e in lui, e facciamo vita nuova per l'intervento dello Spirito Santo. Il risultato di questo rinnovamento è che in Cristo scompaiono le differenze fra Greci, non circoncisi, e Giudei circoncisi, fra barbari e Sciti, e fra schiavi e liberi: c'è solo Gesù che è tutto ed è in tutti (11 Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti) e in ciascuno. (b) Alla nostra realtà di uomini nuovi, che hanno la vita divina di Cristo, deve corrispondere uno stile di vita nuovo, che prevede la morte di ciò che in noi appartiene al mondo del peccato (5.9 Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. 9 Non dite menzogne gli uni agli altri) e di non pensare alle realtà materiali (2 non a quelle della terra); bisogna invece cercare le realtà del Cielo (1 cercate le cose di lassù) e rivolgere ad esse il nostro pensiero (2 rivolgete il pensiero alle cose di lassù). La nostra vita in questo mondo viene così totalmente trasformata e rinnovata. Esaminiamoci per vedere quanto di peccato c’è in noi, e distruggiamolo con la grazia di Dio, per vivere la vita nuova in Dio.  

EUCARESTIA. Gesù è venuto per darci la salvezza eterna, mentre viviamo in questo mondo con tanti condizionamenti; nella Messa la sua Parola ci propone continuamente il suo insegnamento e il suo sacrificio con la comunione eucaristica sono la sorgente della nostra forza, per poter mettere in pratica la sua Parola. Affidiamoci alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e ai Santi Patroni, perché ci ottengano di essere fedeli al Signore nell’uso dei beni del mondo, come lo sono stati loro.  

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