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Tempo Ordinario: Domenica 14.ma dell'Anno C

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com   

Tempo Ordinario: Domenica 14.ma dell'Anno C

I - Luca 10,1-12.17-20 – 1. (a) Gesù è stato mandato dal Padre per annunziare il Vangelo e per redimerci dal peccato per mezzo del suo amore obbediente, che ha animato tutta la sua vita e specie la sua Passione e Morte. Egli, oltre i 12 Apostoli, chiama altri 72 discepoli (1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi) a collaborare con lui adesso e a continuare la sua missione, quando egli sarà asceso al Cielo. (b) La prima esortazione, che Gesù rivolge loro, è di considerare che gli uomini da salvare sono tanti e i missionari sono pochi e perciò è necessario che essi - e noi con loro - preghino Dio, creatore e padrone degli uomini, di mandare missionari sufficienti (2 Diceva loro: La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!). (c) Essi devono comportarsi da persone miti e umili come Gesù in mezzo agli uomini, anche quando questi agiscono come lupi (3); il loro stile di vita deve essere di persone povere, che portano con sé solo le cose indispensabili (4) e che non hanno tempo da perdere (4). (d) Entreranno nelle case (5) e nelle città (9), benedicendo e augurando la pace (5 In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”), che sarà accolta, se trova una persona ben disposta, oppure sarà rifiutata e tornerà a loro (6). Resteranno sempre nella stessa casa (7) e si nutriranno di quello che gli ospiti hanno  (7) e offrono loro (8). (f) Annunceranno che il Regno di Dio è arrivato in mezzo a loro (9 e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”; 11 sappiate però che il regno di Dio è vicino), sia dove verranno accolti con apertura di cuore (8), sia dove saranno rifiutati (10); ma ammoniranno questi ultimi (10) che essi se ne vanno, rompendo ogni rapporto con loro (11), che però subiranno il giudizio severo di Dio, peggiore di quello che colpì Sodoma e Gomorra (12 Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città). (g) Per le persone, che accolgono la Parola di Dio, i 72 opereranno anche guarigioni per rafforzare la loro fede (9). Gli avvisi di Gesù ai 72 restano sempre di attualità e metterli in pratica aiuta la diffusione del Vangelo: pregare per ottenere un numero sufficiente di santi missionari e l'efficacia della loro parola, essere  distaccati dai beni del mondo e dalle comodità della vita, accontentandosi di una vita modesta, esercitare la pazienza sempre, anche con gli ascoltatori più duri, essere coraggiosi nell’annunziare la pace per chi accoglie il Regno di Dio e il castigo per chi lo rifiuta; i miracoli ci saranno quando Dio lo riterrà opportuno. Preghiamo molto per i pastori del popolo di Dio e per i missionari.

2. I 72 discepoli tornano pieni di gioia dalla missione e raccontano a Gesù che il diavolo obbediva loro per la Sua autorità e potenza (17 I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome»). Certo essi dovettero restare impressionati nel vedere l'efficacia dei loro esorcismi rispetto a quelli degli esorcisti ebrei, che non sempre avevano esito felice. Tuttavia Gesù raccomanda a loro di non rallegrarsi per l'obbedienza dei diavoli (20 Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi), ma perché essi camminano sulla strada della salvezza (20 rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli) e condividono la vita stessa di Dio. E’ buona la compiacenza che i discepoli provano per il dominio che hanno sui diavoli,  ma Gesù li invita a provare gioia per un motivo ben più elevato: fanno parte del Regno di Dio e sono sulla strada giusta della salvezza eterna. Anche noi pensiamo spesso a questo, che è il più grande dono che Dio ci fa per mezzo di suo Figlio e dello Spirito Santo, che sono i Doni dei doni. (b) Comunque Gesù conferma che la predicazione dei discepoli continua la Sua e perciò distrugge il dominio di Satana sugli uomini e fa posto al Regno di Dio (18 Egli disse loro: Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore); ricorda anche due altri poteri spirituali, che ha dati loro: il potere di trasmettere la stessa Parola di Gesù (cfr.5.9.11), che è la Parola del Padre, e operare i miracoli (9 guarite i malati che vi si trovano). In seguito affiderà loro il sacerdozio ministeriale con la celebrazione dell'Eucarestia, il perdono dei peccati e gli altri sacramenti, ecc. Li esorta a non temere né le bestie né ciò di cui esse sono simboli, cioè il diavolo, perché questi sono sotto il loro potere (19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi); grandi sono i poteri affidati ai sacerdoti, ma la gioia più grande per loro deve essere quella di essere salvati per l'unione con Cristo, che hanno in comune con i fedeli.

II - Isaia 66,10-14c - (a) Gerusalemme era in una pessima situazione: senza pace (12), senza bellezza e prosperità (cfr. 12), triste e sconsolata (cfr. 13); chi vedeva queste cose era in lutto come per un morto (10): si affliggevano per Gerusalemme (10 tutti voi che per essa eravate in lutto), per l'amore che avevano per lei (10 tutti voi che l’amate) - e quindi provavano compassione per la sua situazione -; eppure Dio li invita a rallegrarsi per lei e a gioire (10 Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa. Sfavillate con essa di gioia); in effetti come un bambino si allatta e si sazia al seno della madre e ci prova molto gusto, così questi si sazieranno delle consolazioni e gloria, delle ricchezze e bellezza, che attingeranno da Gerusalemme (11 Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni; succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria). E’ Dio che parla o il profeta a nome di Dio (10-11). La situazione di Gerusalemme sarà totalmente trasformata da pessima in ottima e proverà grande gioia chi soffriva per Lei. Crediamo alle promesse di Dio, anche quando sembrano irrealizzabili; Dio è verace nelle sue promesse, fedele nel mantenerle e onnipotente nel realizzarle. (b) La trasformazione di Gerusalemme avviene per intervento di Dio; è lui che la promette (12 Perché così dice il Signore); egli raccoglierà la pace e la bellezza e ricchezza dei popoli e la verserà come un fiume nella Città Santa (12); lui stesso consolerà gli Ebrei come una madre consola il figlio (13 Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò), riportandoli a Gerusalemme (13 a Gerusalemme sarete consolati); come i bambini piccoli ricevono tutte le cure dalla mamma, così saranno allattati e portati in braccio e accarezzati, stando sulle ginocchia di Dio stesso (12 Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati). Questo annuncio sembra un sogno, ma Dio conferma che vedranno tutto coi loro occhi e gioiranno con loro cuore (14) e si sentiranno come risuscitare (14); Dio si farà sperimentare come onnipotente da chi si affida a lui, come il servo al suo padrone (14 La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi) e ancora più come il figlio al padre. Rinnoviamo la nostra fede nella Parola di Dio e la nostra fiducia che egli realizzerà le sue promesse sempre, perché ha la potenza per farlo, ha la bontà, che lo spinge a farlo, e ha la sapienza per realizzarlo nelle maniere e nei tempi che ritiene opportuno.

III - Galati 6,14-18 – (a) Paolo aveva convertito i Galati a Cristo con la sua predicazione, che annunciava che siamo salvati da Dio per mezzo della fede in Gesù, morto in croce per noi, e con l'osservanza della sua legge d’amore; ma essi in seguito subirono l'influsso dei giudaizzanti, cioè di quei cristiani, provenienti dall' ebraismo, che sostenevano che la salvezza viene per mezzo della circoncisione e dell'osservanza della legge ebraica. Paolo scrive loro, riaffermando che per lui l'unica cosa importante è Gesù crocifisso (14 Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo): grazie a Lui e alla sua opera redentrice, alla fede in Lui e al battesimo Paolo ha crocifisso in sé sia la carne, cioè le tendenze cattive, sia il mondo, cioè la mentalità che allontana del servizio di Dio e dalla sequela di Cristo e favorisce le voglie della carne, sia il diavolo; poiché lui è crocifisso, non esiste più sia per il mondo (14 per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo), sia per la carne, sia per il diavolo. Anzi egli porta in sé i segni della sua crocifissione (17 io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo), cioè i segni delle sofferenze atroci, che ha dovuto affrontare per essere fedele a Gesù e alla sua missione di Apostolo. Quello che conta per lui ormai è l’essere diventato nuova creatura per mezzo di Gesù, e non è importante l’essere circonciso o il non essere circonciso (15 Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura). Perciò egli invoca la benedizione di Dio e la sua pace e misericordia su coloro che costituiscono il nuovo e vero Israele, la Chiesa (16 E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio), cioè quelli che seguono questo principio di fede, che siamo salvati per mezzo di Gesù, e non di Mosè. Per quel che lo riguarda, lui, con l’energia di uomo seccato, sconsiglia i giudaizzanti di intralciargli l'apostolato con l’insistenza sulla necessità della circoncisione (17 D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi). Certo noi non condividiamo le idee dei giudaizzanti, ma dobbiamo stare attenti anche noi a non crearci idoli, che prendono il posto di Cristo nella nostra vita, come la potenza o il potere o il successo o la fama o altro, che sono espressione della carne, del mondo e del diavolo, che devono essere morti per noi e contro i quali dobbiamo lottare per tutta la vita. (b) Paolo dà la benedizione nel saluto finale: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, non di Mosè, sia con il vostro spirito, fratelli. Amen (18), cioè si con noi l'amore misericordioso di Dio, che ci dona la sua benevolenza in Cristo e ci salva. Crediamo, adoriamo, ringraziamo Gesù per averci salvato con la sua Passione e Morte; ringraziamo il Padre, che ci ha mandato Gesù, ringraziamo lo Spirito Santo che ha cooperato col Padre e col Figlio alla nostra salvezza e continua a realizzarla in noi. Ringraziamo la Vergine Maria per averci dato il figlio Gesù.

EUCARESTIA. Nella Liturgia della Parola è Gesù che ci parla per illuminarci come raggiungere la vittoria sui tre grandi nemici (carne, mondo, diavolo) e nella ripresentazione del Suo sacrificio e nella comunione eucaristica ci comunica la forza per realizzarla. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni, di ottenerci la grazia di seguire il loro esempio.  

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