I politici e gli studiosi al capezzale dell'ospedale conciario. E il popolo?
E al capezzale dell’ospedale furono chiamati esimi scienziati, illustri dottori, pozzi di scienza e politici navigati (si fa per dire).
E i medici arrivarono, gli scienziati arrivarono, i pozzi di scienza pure, arrivarono subito uno dopo l’altro, i politici invece erano già sul posto. Ci stavano tutti Corvi, Civette e Grilli-parlanti.
“Vorremmo sapere da lor signori” dissero i solofrani, rivolgendosi agli esimi dottori riuniti intorno al capezzale dell’ospedale “vorremmo sapere da lor signori se questo disgraziato ospedale sia aperto o chiuso!…”
A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, bussò alla porta dell’ospedale, poi sbirciò da una finestra, guardò il pronto soccorso e quand’ebbe guardato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:
“A mio credere l’ospedale è bell’e che chiuso: ma se per disgrazia non fosse chiuso, allora sarebbe indizio sicuro che è aperto!”
“Mi dispiace” disse la Civetta “di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, l’ospedale è sempre aperto; ma se per disgrazia non fosse aperto, allora sarebbe segno che è chiuso davvero”.
“E lei non dice nulla?” domandarono i solofrani al Grillo-parlante.
“Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto.
Del resto quell’ospedale lì, non m’è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo!”
A questo punto si sentì un suono soffocato di pianti e di singhiozzi.
Figuratevi come rimasero tutti, allorché, tesero le orecchie e si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era l’ospedale.
“Quando l’ospedale piange, è segno che vuole aprire” disse solennemente il Corvo.
“Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega” soggiunse la Civetta “ma per me quando l’ospedale piange, è segno che gli dispiace chiudere.
Rileggiamoci Pinocchio che è meglio!