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Domani il 41° anniversario del terremoto che ha colpito tragicamente l’Irpinia.

 

. Un momento di terrore e di apprensione che è diventato un triste, indelebile ricordo per tutti gli irpini che quei momenti li hanno vissuti e che hanno ancora negli occhi e nei cuori quei drammi, quei disastri, quei morti, quei feriti, quelle urla che il “mostro” terremoto aveva provocato. Migliaia di morti e feriti, la distruzione di interi paesi, di parte importante della rete viaria e di altre strutture. - Così ha commentato il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto - Il nostro tessuto sociale venne stravolto, ma la nostra gente non si è arresa, pur con sfumature diverse e dopo un momento di comprensibile abbattimento, si è rimboccata le maniche ed ha lavorato duramente per far risorgere la nostra terra. Non solo si è ricostruito, ma vi è stato il miracolo della ripresa dell’economia e la creazione di importanti poli industriali che hanno dato lavoro e creato sviluppo. Il terremoto dell’80 ci ha insegnato che, comunque, il territorio va rispettato e che è necessario impedire costruzioni selvagge e scriteriate. Certo – ha continuato de Lieto - tante case sbriciolate erano state costruite tantissimi anni prima, senza alcun criterio antisismico, e ciò è servito da insegnamento nella ricostruzione. Quarant’anni or sono, il popolo irpino ha mostrato coraggio e coesione ed i giovani di oggi devono prendere come modello ed esempio i loro nonni ed i loro padri, ed essere orgogliosi e fieri di essere irpini ed appartenenti a questa terra, a questa gente. Va sottolineato l’opera importante e impareggiabile dei tanti volontari, tantissimi giovani, che insieme ai volontari irpini, ai Vigili del Fuoco, ai militari ed ai reparti delle Forze di Polizia, hanno soccorso la popolazione, rischiando anche la vita, per salvare vite umane, scavando, a mani nude, fra le rovine. I tanti gesti di altruismo, di pura solidarietà – ha concluso de Lieto - hanno contraddistinto uomini e donne, giovani ed anziani, che mettendo da parte i loro impegni personali, i loro interessi, si sono dedicati agli altri, ai meno fortunati, a chi aveva perso tutto, anche i propri cari, per ribadire che l’amore per il prossimo, è un bene prezioso che va tramandato alle nuove generazioni. 

                                                 Antonio curci

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