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Tempo Ordinario: 34.ma Domenica dell'Anno B - Solennità di Cristo, Re dell'Universo

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@gmail.com


Tempo Ordinario: 34.ma Domenica dell'Anno B - Solennità di Cristo, Re dell'Universo

I - Giovanni 18,33b-37 – 1. Gesù è portato alla presenza di Pilato, che ha sentito le accuse che gli fanno i capi ebrei, cioè che egli spinge il popolo alla rivolta, proibisce di pagare le tasse all'imperatore e si dichiara Messia (Lc 23,2); Pilato è interessato molto a quest'ultima accusa per il processo e rivolge a Gesù la domanda se è il re dei Giudei (33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?»). Gesù, prima di rispondere, vuole sapere se Pilato fa la domanda di testa sua – e quindi la intende come regalità politica e a essa si riferisce -, oppure se interroga per suggerimento di altri (34 Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?») - e in tal caso si può riferire alla regalità spirituale, da lui rivendicata. Pilato si mostra seccato nella domanda di Gesù e gli ricorda che lui non è giudeo (35 Pilato disse: Sono forse io Giudeo?); i suoi governanti glielo hanno consegnato (35 La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me) e lui vuole sapere che cosa ha fatto realmente (35 Che cosa hai fatto?). Adesso Gesù sa con sicurezza che a Pilato interessa informarsi circa la sua regalità politica e risponde che il suo Regno non è di questo mondo (36 Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo… ma il mio regno non è di quaggiù); se avesse rivendicato un’autorità terrena, avrebbe organizzato un esercito a sua disposizione, per impedire la sua consegna ai Giudei e a Pilato (36 se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei). Il suo Regno perciò non ha niente in comune con quello di Cesare, né per le sue origini, nei per i suoi destini, né per i suoi mezzi. Ricordiamo la predicazione di Gesù; il suo Regno è dei cieli e per entrarci bisogna praticare le Beatitudini: povertà, castità, giustizia, amore al prossimo, anche ai nemici, vita interiore, umiltà, servizio reciproco, aiuto ai poveri e ai malati, carcerati, profughi, distacco dai beni materiali, ecc., come sono vissuti da Gesù e dalla sua famiglia terrena. Stiamo attenti anche noi a non pensare che il Regno di Gesù sia alla maniera di questo mondo, come purtroppo pensavano e desideravano gli Apostoli prima della Passione e Morte di Gesù e della discesa dello Spirito. Gesù ci chiama a sé per garantirci non beni materiali, ma spirituali, non il successo nella vita o il prestigio mondano, ma l’amicizia con Dio e l’intimità con Gesù fino alla identificazione con Lui, con la condivisione delle sue sofferenze e del suo stile di vita, vergine e obbediente e povero.

 2. Pilato chiede a Gesù la conferma se è re (37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?») e Lui conferma che lo è (37 Rispose Gesù: Tu lo dici: io sono re) - ormai si può supporre che Pilato qualcosa ha capito - e aggiunge che la sua venuta dal Cielo nel mondo ha lo scopo ben preciso di fare conoscere e affermare la verità (37. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità). Gesù aveva già dichiarato di essere la verità (Gv 14,6); ora aggiunge che è venuto ad accreditarla, mediante l'insegnamento e l'esempio, e a difenderla con la sofferenza e la morte. Egli è venuto anche per dare la vita in abbondanza (Gv 10,10), ma diventa principio di vita solo a condizione che aderiamo liberamente alla verità, che Egli ha insegnato su Dio e sui nostri rapporti con lui e col prossimo. Il suo Regno comincia con la fede nella sua persona e nella sua dottrina (Gv 6,47); perciò chiunque è dalla verità (37), viene a essa, la vive nella propria vita e la difende (Gv 3,21), cioè ascolta la voce di Gesù (37 ascolta la mia voce) e gli obbedisce come a un re. Gesù non raduna eserciti e sudditi in vista di vantaggi terreni, ma con la persuasione della verità. I suoi discepoli sono tutti volontari e disinteressati, rispetto alle cose di questo mondo. Amare la verità è effetto di un influsso divino segreto ma realissimo (Gv 3,19-21; 10,4-5; 1Gv 3,19; Mt 11,19). Comunque il Regno di Gesù (e di Dio) non è di questo mondo, come del mondo non siamo noi, che apparteniamo al Regno (Gv 17,16); dobbiamo tuttavia restare nel mondo, così come il Regno di Dio  e di Gesù sta in questo mondo, è composto di essere umani: si tratta della Chiesa, che esercita la sua missione di santificare gli uomini con mezzi propri e con l'aiuto sussidiario delle risorse umane, alle quali ha diritto per la sua origine e il suo fine.

II - Daniele 7,13-14 - Daniele in una visione notturna vede in trono Dio, circondato da miliardi di Angeli, che stanno al suo servizio (Dn 7,9-10); a Lui viene presentato uno simile a un uomo, che arriva sulle nubi del cielo o con loro (13 Guardando ancora nelle visioni notturne,/ ecco venire con le nubi del cielo/ uno simile a un figlio d’uomo/ giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui). A quest'uomo Dio dà un regno, che gli fa condividere la gloria Dio e l'esercizio del suo potere (14 Gli furono dati potere, gloria e regno); il regno è universale (14 tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano) ed è eterno, perché non andrà incontro a distruzione (14 il suo potere è un potere eterno,/ che non finirà mai,/ e il suo regno non sarà mai distrutto), e quindi il suo potere è stabile per sempre. E’ ovvio che questo uno simile a un figlio d’uomo (13) non è una creatura di questo mondo; in effetti è un Essere eterno visto che può avere un regno e potere eterno; inoltre il regno non è un regno di questo mondo, perché tutti i regni di quaggiù scompaiono; il regno più lungo della storia pare sia stato l'Impero Romano, iniziato prima di Cristo e continuato nell’Impero Romano d’Oriente fino al 1453. Il regno eterno di questa profezia è il Regno di Cristo; e proprio lui è quel Figlio dell'uomo, che viene presentato a Dio. Altre profezie preannunciano che il Messia conquisterà il Regno con la sofferenza e una morte ignominiosa (cfr. Is 52-53) e Gesù confermerà le profezie ai due discepoli di Emmaus (Lc 24,26) e agli Apostoli (Lc 24,45-49). Adoriamo il Padre nella gloria, circondato dagli Angeli, e adoriamo e ringraziamo Cristo risorto, che con l'ascensione si è seduto alla destra del Padre e riceve da lui la gloria, il regno universale e il potere. La conquista del Regno sarà completa alla fine del mondo e con la resurrezione della carne, ma è già in crescita grazie all'opera redentrice di Gesù e dei suoi collaboratori. Anche ognuno di noi è chiamato a collaborare alla diffusione del suo Regno.

III - Apocalisse 1,5-8 – (a) S. Giovanni contempla Gesù e ci dà alcune indicazioni sulla sua persona e la sua missione. Egli è stato mandato dal Padre nel mondo con la missione di annunziare e realizzare il Regno di Dio con la Parola e con l'esempio; è stato realmente testimone fedele del Padre (5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele), perché ha detto tutto quello che ha udito dal Padre e ha fatto tutta la sua volontà; è venuto per amore (5 A Colui che ci ama) e ha dato la sua vita, versando il suo Sangue per ottenerci il perdono dei peccati e liberarci dalla schiavitù di Satana (5 e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue); è morto per noi e il suo Costato è stato trafitto dal colpo di lancia (7 lo trafissero) e così è diventato primogenito dei morti (5 il primogenito dei morti) e dei risorti; è salito al Cielo e si è seduto alla destra del Padre, proclamato il sovrano dei re della terra (5); Egli ha fatto di noi un regno speciale del Padre (6 che ha fatto di noi un regno) e in questo mondo ci ha resi sacerdoti di Dio Padre (6 sacerdoti per il suo Dio e Padre), grazie al battesimo. Egli, Dio fatto uomo, verrà alla fine del mondo (7 Ecco, viene con le nubi) e tutti lo vedranno, anche quelli che lo hanno crocifisso (7 e ogni occhio lo vedrà,/ anche quelli che lo trafissero); tutti si dichiareranno colpevoli davanti a lui (7 e per lui tutte le tribù della terra/ si batteranno il petto). Il Padre lo ha reso partecipe della sua gloria e della sua potenza (8 a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen; cfr. Fil 2,6-11). Giovanni riconosce la sua grandezza infinita: Sì, Amen! (6). Anche per noi tale è Gesù; così noi lo vogliamo riconoscere e proclamare; Egli è presso di noi il testimone del Padre, fedele fino alla morte di Croce, e insieme con Lui noi vogliamo essere testimoni del Padre e di Lui con l’aiuto della sua grazia, che Egli ci ha meritato con la sua Passione e Morte. Tutto dobbiamo al suo amore per noi e per i fratelli e vogliamo corrispondere col nostro amore per lui e per i fratelli e collaborare con lui alla loro salvezza. In questo modo daremo gloria a Gesù e al Padre di Gesù. (b) Dio rivela (8 Dice il Signore Dio) i suoi attributi divini con una frase, in cui ”Io sono” ci ricorda che Lui è Yahweh; inoltre è l’Alfa e l’Omèga (8), titolo che sarà preso da Cristo (Ap 21,6; 22,13), e ci suggerisce che Dio ricopre tutto, il tempo e lo spazio in tutte le loro dimensioni, come l’alfabeto è indicato dai suoi termini estremi; Egli è colui che esiste dall'eternità ed esisterà per sempre (8 Colui che è, che era e che viene) ed è l’Onnipotente! (8), come si è rivelato nella creazione e nella storia. Onnipotente traduce il Pantocrator greco, che è una traduzione di Yahweh Sebaot, il Signore degli eserciti, gli eserciti del cielo, innumerevoli e irresistibili.

EUCARESTIA. Qui rendiamo presente Gesù, re dell’universo, ma nulla appare della sua gloria, anzi egli la nasconde volutamente proprio per consentirci di avvicinarci a Lui senza timore e con tutti i vantaggi, che ci vengono dalla presenza sua e del suo sacrificio redentore. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni, che ci ottengano di valorizzare per la nostra crescita spirituale questo incontro preziosissimo con Gesù, che avviene nella fede e ci fa crescere nella carità 

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