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Green Pass unica via per vaccinare i No Vax

Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ha scritto un articolo per difendere l’appello contro il green pass sottoscritto da oltre 400 professori universitari italiani (Le discriminazioni create dal Green Pass di Draghi; Il Fatto Quotidiano, 8/9/2021). Egli ha innanzitutto condiviso un’affermazione contenuta nel suddetto appello (“Il green pass estende di fatto l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”). Ma il problema fondamentale non è né l’estensione o meno dell’obbligo di vaccinazione né la forma con la quale questa estensione sarebbe attivata né la piena responsabilità o meno dell’esecutivo bensì la necessità di avere uno strumento che garantisca un accesso sicuro per tutti alle scuole o alle fabbriche. Il green pass certamente non è uno strumento perfetto ma è quello che maggiormente accoppia la sicurezza con la non imposizione di un obbligo di vaccinazione per tutti che, nonostante, quello che essi dicono, sarebbe sicuramente attaccato in modo feroce come una misura coercitiva dagli esponenti della sinistra radicale che adesso criticano il green pass. Il professor Montanari, poi, ha ragione nel dire che è sbagliato il fatto che il green pass sia imposto in molti luoghi ma in altri no. Su questo il governo ha torto ma Draghi ha già dichiarato la necessità di estendere il più possibile l’uso del green pass. Bisogna tener conto, però, del fatto che la pandemia da Covid-19 è un fenomeno del tutto nuovo e che per questo motivo è normale che si sperimentino giorno per giorno le misure da adottare facendo sicuramente anche degli errori. Si chiede poi il professor Montanari “In Italia abbiamo vaccinato oltre l’80% della popolazione vaccinabile…e non certo grazie all’imposizione del lasciapassare…E dunque, a cosa serve il Green Pass (misura, ricordiamolo, senza veri paragoni all’estero), e a cosa potrebbe un domani servire l’obbligo?”. Il problema è che c’è uno zoccolo duro di no vax che, grazie alle varianti del virus che circolano, costituiscono un grosso pericolo per sé e per gli altri (considerando anche il fatto che i vaccini col tempo perdono di efficacia). E poi non è vero che il Green Pass è una misura senza veri paragoni all’estero. I Paesi dell’Unione Europea hanno quasi tutti uno strumento simile, anche se lo chiamano in modo diverso. Non è vero, infine, che l’alternativa all’obbligo sarebbero, come suggerisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, strumenti non coercitivi come l’istruzione. Questo strada poteva essere praticata agli inizi della campagna di vaccinazione ma, dopo che sono passati molti mesi e che le informazioni sono state diffuse in modo ampio e circostanziato, il suddetto zoccolo duro non può essere convinto che attraverso strumenti non coercitivi ma efficaci come il Green Pass.

Cordiali saluti

Franco Pelella

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