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Tempo Ordinario: Domenica 18.ma dell'Anno B

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@gmail.com

Tempo Ordinario: Domenica 18.ma dell'Anno B

I - Giovanni 6,24-35 – 1. (a) Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, la folla voleva rapire Gesù per proclamarlo re, ma Gesù prima allontana gli Apostoli in barca, poi congeda la folla e infine se ne va anche lui (24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli). Allora la gente s’imbarca e si dirige a Cafarnao, alla ricerca di Gesù (24  salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù); lo trovano e gli fanno una domanda (25 Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì , quando sei venuto qua?»), che è solo un modo per avviare il dialogo con lui. Ma Gesù va subito al sodo e con una formula di giuramento solenne li avverte che lo cercano in un modo sbagliato (26 Gesù rispose loro: In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate…, perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati). Il modo corretto di cercarlo è di partire dai miracoli come segni per concludere che Gesù li fa perché inviato di Dio (26 non perché avete visto dei segni). Anche noi dobbiamo stare attenti e capire perché aderiamo a Gesù: lo cerchiamo perché ci arricchisce di beni i materiali o perché è l’inviato di Dio per la nostra salvezza e ci vuole dare la vita eterna col perdono dei peccati? Gli Ebrei aspettavano un Messia, apportatore di vantaggi materiali, idea che non corrispondeva al piano di Dio; perciò davano ai miracoli di Gesù un significato sbagliato, che egli cerca di correggere per il loro bene, per rendere retta la fede dei suoi ascoltatori, per portarli a Dio. (b) Gesù spiega loro che non devono cercare da lui il pane materiale (27 Datevi da fare non per il cibo che non dura), che non esonera dalla morte temporale ed  eterna, ma il cibo che resta per sempre, per l'eternità, e che egli darà (27 ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà). E Gesù aggiunge che Dio Padre ha messo sul proprio Figlio, fatto uomo, il suo sigillo, un marchio, che rivela l’appartenenza di Gesù a Dio e lo manifesta tale (27 Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo). Così Gesù precisa la natura superiore ed eterna del cibo, che Egli darà, e della sua missione divina da parte del Padre. Rinnoviamo noi la nostra fede alla sua Parola e impariamo a interpretare in modo retto le sue azioni. (c) Alcuni, succubi della mentalità dei farisei, chiedono a Gesù quali opere della Legge devono fare per essere graditi a Dio (28 Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?») ed Egli risponde che l’opera da compiere è credere nel Messia, mandato da Dio (29 Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»). Gesù propone esplicitamente la fede in lui per diventare graditi a Dio e così capiscono i presenti. Credere a Gesù significa essere convinti che è un profeta e quindi dice la verità; credere in lui significa che è molto più di un profeta e quindi anche affidarsi a lui, fidarsi di lui e confidare in lui, e quindi sperare in lui e amarlo.

2. (a) Gesù ha chiesto agli ascoltatori che essi credano in lui e non semplicemente a lui. I presenti hanno capito bene e gli chiedono un miracolo strepitoso solo per poter credere a lui (30 Allora gli dissero: Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?) come avevano creduto a Mosè, che nel deserto aveva dato all'intero Popolo la manna ogni giorno per 40 anni (31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto), come dice la scrittura (31 come sta scritto), e si trattava di pane proveniente dal cielo (31: Diede loro da mangiare un pane dal cielo). Gesù fa una precisazione importante, con una formula il giuramento (32 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico): non era stato Mosè a dare il pane dal Cielo, ma Dio, che è il Padre di Gesù (32 non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio); inoltre lo stesso Padre adesso sta offrendo un pane molto superiore, quello vero (32 è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero). La manna era stata chiamata pane del cielo (Sal 77,24-25) e pane degli Angeli; era un pane che dava ogni delizia e soddisfaceva ogni gusto (Sap 16 20,21); si trasformava nel sapore che ciascuno voleva; ma Gesù aggiunge che il pane di Dio per gli ebrei di ora non è un cibo qualsiasi, ma una Persona: è colui che discende dal cielo e dà la vita a tutti gli uomini (33 Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo). Gesù in questo modo sposta l'attenzione dal cibo normale, chiestogli dai presenti (34 Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane») alla sua Persona, perché è lui il pane della vita (35 Gesù rispose loro: Io sono il pane della vita), come ha detto e affermerà in seguito, e aggiunge che chi ne mangia non avrà più bisogno di nutrirsene, perché sarà pienamente soddisfatto per sempre (35 chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!) tutto il bisogno di verità e di amore, che c'è in ogni uomo; e ciò avviene grazie al possesso della sua Persona per mezzo della fede e della carità. Ovviamente Gesù diceva questo anche per noi.

II - Esodo 16,2-4;12,15-20 – Gli Ebrei, nonostante abbiano assistito a tanti miracoli di Dio per liberarli dagli Egiziani e nel deserto, si ribellano contro Mosè e Aronne (2 Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne): essi li accusano di averli portati nel deserto a farli morire di fame (3 Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine) e rimpiangono di non essere morti in Egitto di morte naturale e con lo stomaco pieno di carne e pane (3 Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà!). Sorprendono la rapida dimenticanza dei miracoli di Dio a loro favore e l'ingratitudine. E noi non facciamo la stessa cosa, quando ci lamentiamo contro Dio, proprio mentre ci sta conservando nell'esistenza e concorre alle nostre azioni sul piano naturale e soprannaturale? (b) Alla cattiveria del popolo Dio risponde con la sua solita pazienza e generosità. Egli ha sentito le mormorazioni del Popolo (12 Ho inteso la mormorazione degli Israeliti); promette per il tramonto di quel giorno la carne tanto desiderata (12 Al tramonto mangerete carne), e il pane per il mattino seguente (12 e alla mattina vi sazierete di pane); li farà venire dal cielo (4 Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi); il popolo raccoglierà una porzione di manna a testa al giorno (4 il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno). Così si renderanno conto che egli, Yahweh, è veramente Dio, che è presente e aiuta (12 saprete che io sono il Signore, vostro Dio); li metterà alla prova per vedere se veramente vorranno essergli fedeli, mettendo in pratica la sua legge (4 perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge). E così avviene: la sera arriva la carne delle quaglie (13) e al mattino il pane sotto uno strato di rugiada (13). Gli ebrei vedono qualche cosa di granuloso, fine e minuto, simile alla brina (14); si chiedono che cos’è (15) e Mosè risponde che è il pane che Dio da loro in cibo (15 Mosè disse loro: È il pane che il Signore vi ha dato in cibo). Ammiriamo la bontà di Dio, che non si lascia turbare dalla cattiveria degli Israeliti; poteva punirli e non lo fece e continuerà a esercitare la sua misericordia per loro; certo, invece di lamentarsi, bastava ragionare che Dio, che aveva fatto già tanti miracoli per loro, certo non li avrebbe lasciati morire di fame o di sete! E.  E, nelle difficoltà, noi come ci comportiamo nei confronti di Dio?

III - Efesini 4,17.20-24 – (a) Paolo si rivolge agli Efesini, ai quali ha predicato il Vangelo per 3 anni circa, e ricorda loro il suo insegnamento, scongiurandoli per Gesù Signore (17 Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore). Egli parte dalla constatazione che essi sono stati alla scuola di Cristo, che è stato loro annunziato (21 se davvero gli avete dato ascolto); perciò hanno aderito a lui per la fede e il battesimo. Inoltre sono stati istruiti sulla sua Persona, insegnamento e esempi  (21 e se in lui siete stati istruiti) in modo da arrivare a essergli uniti come membra del suo Corpo: tale istruzione su Gesù e in Gesù è avvenuta sulla base della verità, che risplende nella vita e nell'insegnamento di Gesù (21 secondo la verità che è in Gesù). Anche noi dobbiamo sempre tenerci ad approfondire la conoscenza della Persona e della Parola di Gesù, che abbiamo apprese dalla Bibbia e dal catechismo, che è la sintesi dell'insegnamento della Chiesa; anzi le dobbiamo conoscere sempre più e meglio. (b) Gesù ha insegnato ad abbandonare lo stile di vita pagano (20 Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo; cfr. Ef 4,17-19), e quindi a vivere una vita diversa da quella precedente (17 non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri); occorre lasciare in modo definitivo l'uomo vecchio, ereditato da Adamo, che va verso la corruzione e la distruzione a causa delle passioni che lo ingannano (22 ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli), e cambiare totalmente modo di pensare (23 a rinnovarvi nello spirito della vostra mente); è necessario rivestirsi dell'uomo nuovo (23), che è Gesù stesso e che è stato creato secondo l'immagine di Dio come uomo giusto e veramente santo (24 creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità). Per la fede noi cambiamo modo di pensare e con la speranza della salvezza e dei beni futuri impariamo ad amare e a vivere in modo nuovo, grazie al battesimo, nel quale avviene l'incontro con Cristo e l'incorporazione in lui; in questo sacramento Dio seppellisce l'uomo vecchio, che è in noi, dà inizio alla vita di Cristo in noi e ci riempie di grazia e forza per vivere secondo l'uomo nuovo, Cristo. Dobbiamo vivere la vita cristiana secondo la fede, speranza e carità, con l'aiuto della grazia di Dio, che attingiamo con la preghiera e i sacramenti.

EUCARESTIA.  Gesù è il pane della vita e nell’Eucarestia ci dà se stesso come cibo da mangiare per la vita eterna. Solo la fede ci garantisce di questo e noi ci fidiamo di lui pienamente. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e si SS. Patroni, e S. Alfonso de’ Liguori,di ottenerci la grazia di crescere nella fede nella presenza di Gesù e nell’efficacia di tale presenza per la nostra vita spirituale. 

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