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Tempo di Quaresima: Domenica delle Palme dell’Anno B

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it

Tempo di Quaresima: Domenica delle Palme dell’Anno B

I - Marco 14,13-15,47 - 1.  (a) Gesù soffre terribilmente nel suo corpo e nella sua anima, che sono sensibilissimi. Pensiamo alle proteste di Giuda per lo spreco di profumo sui piedi e testa del Maestro da parte di Maria, sorella di Lazzaro, che Gesù spiega come un’unzione anticipata per la sua sepoltura (6.8-9  Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9 In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto) e al tradimento di Giuda (10), programmato per danaro; all'annuncio del tradimento di uno dei Dodici, che mangiava con lui (18-20), e dell'abbandono di tutti (27-31), soprattutto del rinnegamento di Pietro. Riflettiamo al grande amore, incorrisposto, che Gesù mostra con l'istituzione dell'Eucaristia (22-24), e all'angoscia, alla paura (33) e alla tristezza (34) nel Getsemani, che Egli supera con l'adesione piena alla volontà del Padre (36); all'abbandono reale di Gesù da parte dei discepoli nel Getsemani prima col sonno (37.40) e poi con la fuga (50 Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono); al processo davanti ai capi religiosi, condotto ingiustamente (55-62) e alla sua condanna a morte, altrettanto ingiusta, come bestemmiatore (63-64) e agli insulti e agli schiaffi e alle percosse (65); al doloroso rinnegamento di Pietro (66-72); al secondo processo, condotto altrettanto ingiustamente, davanti a Pilato, con la flagellazione (15) e la  coronazione di spine (16-20), con le beffe e i colpi sulla testa; alla preferenza del popolo per Barabba (17). E infine ricordiamo la crocifissione (24), gli insulti dei passanti (29), dei capi (31-32), e dei due crocifissi con lui (32), poi la morte dolorosissima (37) in croce. (b) Sembra la fine di tutto ciò che Gesù ha realizzato… E invece Pietro si pente (72 E scoppiò in pianto), un ladro è salvato, il centurione proclama la sua fede in Gesù come Figlio di Dio (39 Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!); alcune o molte donne, che non l'hanno mai abbandonato (40-41 Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme; 47 Maria di Magdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto), con Maria sua Madre e Giovanni, confortano Gesù con la loro presenza. Rinnoviamo la nostra fede in Gesù, che ci salva col suo amore obbediente al Padre tra sofferenze atroci, che egli sopporta per nostro amore e per ottenere la remissione dei nostri peccati (24); impegniamoci a non rendere inutili le sofferenze di Gesù e di Maria.

 2. (a) Gesù va con piena coscienza incontro alla Passione e Morte; l’aveva preannunciata con le profezie e vi si collega nella cena di Betania, connettendo l’unzione del suo corpo con quella della sepoltura (8). Anche noi con pazienza dobbiamo affrontare le sofferenze e la morte con accettazione generosa. Non sappiamo su quale croce saremo crocifissi, ma certamente avremo da patire nel corpo e nell’anima. È patrimonio comune di tutti e noi cristiani dobbiamo unire le nostre sofferenze a quelle di Cristo per la salvezza nostra e quella degli altri. (b). Gesù soffre in spirito di vera obbedienza alla volontà del Padre; il primo peccato, quello dei progenitori fu una disobbedienza per mancanza di fede, speranza e carità, ed Egli lo ripara con obbedienza piena al Padre, con l'abbandono proprio della fede, con l'affidamento della speranza e con l'ardore della sua carità, come appare già dall’inizio nel Getsemani. Imitiamo Gesù, praticando fede e speranza e carità. (c) Nonostante tutte le sue sofferenze nella Passione Gesù continua a preoccuparsi di offrire suggerimenti per la salvezza degli uomini o dando ai discepoli consigli come la vigilanza e la preghiera, per superare le tentazioni, o illuminando i sinedriti e Pilato sulla propria persona e missione o pregando per i crocifissori, ecc.; Egli, anche mentre sta sulla croce, nel momento culminante del suo apparente fallimento e tra i più atroci dolori fisici e morali, si occupa nella salvezza del ladro, che si pente, e del centurione, che fa l’inattesa professione di fede nella divinità di Gesù; e raccoglie intorno a sé Maria, sua madre, con le pie donne e con Giovanni, Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. Così certamente farà Gesù anche nel nostro momento estremo. Anche noi, nelle sofferenze, ricordiamoci di aiutare il nostro prossimo. (d) Gesù si è offerto totalmente per nostro amore alla Passione e ha accettato tutti i patimenti in tutte le parti del suo corpo e nella sua anima per espiare tutti i nostri peccati; Egli istituisce l’Eucaristia sia come memoria, ricordo, della sua Passione e Morte, sia come memoriale, presenza di se stesso e del suo sacrificio, perché tutti i singoli uomini di tutti i secoli possano entrare in contatto con lui e averne i frutti di salvezza: perciò fa del proprio corpo e sangue cibo e bevanda per ciascun uomo. Grazie all'Eucarestia noi, oggi, possiamo incontrare Gesù, rinnovare l'alleanza col Padre nel Sangue del Figlio, avere il perdono dei peccati e essere salvati. Il suo amore è veramente senza limiti e la sua sapienza infinita inventa tutti gli strumenti per la nostra salvezza

II - Isaia 50,4-7 - Si tratta del terzo canto del Servo di Yahweh, un personaggio, di cui Isaia parla in quattro Carmi del suo libro; in essi, 500 e più anni prima degli avvenimenti, il profeta descrive come Gesù sarebbe stato trattato nella sua Passione e Morte e nella sua glorificazione. Qui il Servo viene descritto come un discepolo, al quale Dio parla continuamente (4 Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli) e che obbedisce sempre e prontamente (5 Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro). A questo discepolo fedele Dio fa il dono della parola, di saper parlare agli altri, specie ai sofferenti e scoraggiati (4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato). La fedeltà a Dio di questo discepolo e maestro degli altri è totale e arriva fino ad affrontare sofferenze fisiche terribili, come la flagellazione, e sofferenze morali umilianti come lo strappo della barba, gli sputi in faccia e gli insulti (6 Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi). Egli però ripone la sua fiducia totale in Dio: egli sa che Dio lo assiste, per cui certamente non resterà confuso e svergognato e resisterà saldo come una roccia (7 Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso). Gesù è stato obbediente discepolo del Padre e nostro Maestro perfetto con la parola e con l’esempio, anche nelle sofferenze più atroci e umiliazioni più profonde; e Dio Padre lo ha assistito e glorificato. Se seguiamo l’esempio e l’insegnamento di Gesù, Dio Padre farà altrettanto anche con noi.

III - Filippesi 2,6-11 - Gesù, per amore al Padre e per salvare gli uomini, diventa uomo e affronta la Passione e Morte. Egli durante tutta la sua vita obbedisce al Padre, anche nel subire la morte di croce (8 facendosi obbediente fino alla morte/ e a una morte di croce) e per questa obbedienza diventò a causa della salvezza degli uomini, che obbediscono a lui (Eb 5,8-9). Gesù fu obbediente, ma anche sommamente umile: diventò uomo, ma continuò a essere Dio (6 egli, pur essendo nella condizione di Dio), prese la natura umana e nascose la sua divinità (6 non ritenne un privilegio/ l’essere come Dio): niente traspariva della sua infinita grandezza nella quotidianità della sua vita (7 ma svuotò se stesso/ assumendo una condizione di servo,/ diventando simile agli uomini). Un ulteriore passo nell'umiliazione lo fece con la morte di croce (7-8 Dall’aspetto riconosciuto come uomo,/ 8 umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte/ e a una morte di croce), che era considerata la più infamante e dolorosa. Gesù si umilia ed è obbediente al Padre e il Padre lo esalta e glorifica con la resurrezione, ascensione, intronizzazione e invio dello Spirito; in  questo modo  il Padre mostra che Gesù è Dio (9 Per questo Dio lo esaltò) e anche come uomo lo esalta di sopra di tutte le creature (9-10 e gli donò il nome/ che è al di sopra di ogni nome,/ 10 perché nel nome di Gesù/ ogni ginocchio si pieghi/ nei cieli, sulla terra e sotto terra). Il Padre vuole che tutti diano gloria a Gesù, riconoscendolo come Dio per la gloria della Trinità:  e ogni lingua proclami:/ «Gesù Cristo è Signore!»,/ a gloria di Dio Padre (11). La glorificazione di Gesù è la risposta di Dio, che esalta il Figlio; anche noi dobbiamo seguire la via dell'obbedienza e dell'umiltà (Fil 2,5: Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù), se vogliamo seguirlo nella via della salvezza. Mettiamoci sulle sue orme e contiamo, con la grazia di Dio, sul fare memoria e memoriale della Passione del Signore per diventarne memoria vivente.

EUCARESTIA. La Messa è il memoriale della Passione del Signore, cioè rende presente Gesù e il suo sacrificio di venti secoli fa per la salvezza di noi oggi, se ci accostiamo a Lui con la fede e la carità di Maria e del Ladro pentito e del Centurione convertito. Gesù l’ha istituita proprio per rendersi nostro contemporaneo e renderci suoi contemporanei in vista della nostra salvezza eterna. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi, soprattutto quelli più devoti della Passione di Cristo, di ottenerci la fede e la carità, che ci portano alla perfetta unione con Cristo. 

mons. Francesco Spaduzzi

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