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Sure, Pedicini: “L’Ue renda pubblici i contratti con gli Stati”.

Abbiamo riconosciuto fin da subito che le azioni avviate dalle istituzioni europee, per contrastare gli effetti economici e occupazionali di questa crisi, sono state positive. Tuttavia è necessario che nei processi in atto sia garantita piena trasparenza, sia perché si tratta di un atto dovuto, sia perché è importante rafforzare la fiducia dei cittadini nell'Unione europea.


Tra gli strumenti adottati per fronteggiare la crisi, i prestiti forniti dal supporto Sure, tesi a contenere i rischi di disoccupazione dovuti all'emergenza, è quello tra i più promettenti. Tuttavia il contratto di prestito firmato tra la Commissione e gli Stati membri che ne hanno fatto richiesta e che regola i termini di erogazione, è l'unico documento segreto dell'intero processo.


A questo proposito, insieme al collega Ignazio Corrao, ho scritto alla Commissione europea affinché chiarisca come mai, a fronte di una pubblicazione tempestiva delle condizioni per i prestiti e dei dettagli sui prezzi, perché il contratto di prestito tra l'UE e l'Italia rimane segreto. Ho inoltre chiesto quali sono le ragioni di tale protocollo e le condizioni di trasparenza adottate per i prestiti Sure. 

Al contempo, prevedendo che questo meccanismo possa ripetersi, ho anche chiesto di chiarire quali saranno i protocolli riguardanti i fondi distribuiti attraverso Next Generation Europe e lo strumento Recovery and Resilience Facility.


Il supporto europeo in questa crisi è innegabile, tuttavia non possiamo abbassare la guardia sui livelli di trasparenza che regolano processi così importanti.  

 

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