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I ritratti di Lorenzo Lotto

A cura di Manuela Moschin curatrice della pagina Facebook e Blog www.librarte.eu

 

 

Nell’anno 2018 il Museo del Prado di Madrid (Fig.2) ha reso omaggio alle opere dell'artista veneziano Lorenzo Lotto dedicandogli la prima mostra monografica intitolata "Retratos". Un'importante retrospettiva per conoscere la sua carriera di grande ritrattista del periodo rinascimentale.

La mostra, che ho avuto il piacere di visitare personalmente, è stata curata dal direttore del museo del Prado Miguel Falomir e dal professor Enrico Maria Dal Pozzolo: trentotto dipinti, dieci disegni e articoli di vario genere sono stati sottoposti a una meticolosa analisi al fine di indagare le metodologie adottate dal pittore per eseguire i suoi capolavori. 

Le opere sono pervenute da varie istituzioni, soprattutto da musei italiani: gli Uffizi, l’Accademia Carrara di Bergamo, Capodimonte, Palazzo Barberini, le Gallerie dell'Accademia di Venezia e dal Castello Sforzesco.

Lotto è uno degli artisti più importanti e rivoluzionari della storia dell'arte occidentale che infuse ai suoi dipinti un tocco straordinario. Il suo grande pregio è quello di aver apportato un'innovazione nel campo della ritrattistica riuscendo a percepire il carattere psicologico dei personaggi instaurando con loro un dialogo molto espressivo. 

 

Bernard Berenson (1865-1959) (Fig.4) storico dell'arte lituano, naturalizzato statunitense, fu uno dei massimi esperti di arte rinascimentale, che dedicò a Lorenzo Lotto il celebre volume "Lotto", riscoprendo a distanza di secoli le raffinate qualità artistiche del pittore. A tal misura, lo studioso affermò nei suoi riguardi:

«Per capire bene il Cinquecento, conoscere il Lotto è importante quasi quanto conoscere Tiziano». E ancora «...il Lotto si distingue fra i contemporanei per il suo interesse psicologico. Aggiungo ch'egli è intensamente soggettivo. Le due qualità non sono che aspetti diversi di una stessa cosa: psicologo essendo chi s'interessa alla personalità altrui e soggettivo chi è preso dalla propria psicologia. Nei ritratti, il Lotto è più spiccatamente psicologo; nella pittura sacra - il solo genere, salvo rarissime eccezioni, ch'egli affrontò oltre ai ritratti - è, non soltanto psicologo, ma anche soggettivo» 

Anche Peter Humfrey (Cipro, 1947), nel suo volume "La pittura a Venezia nel Rinascimento", sottolineò la capacità dell'artista di saper:

«combinare tratti individuali fortemente delineati con l'intensità espressiva a rendere Lotto, insieme a Tiziano, uno dei più grandi ritrattisti del Cinquecento». 

Il critico d'arte Giulio Carlo Argan (1909-1992) si espresse così nei confronti dell'artista:

«Nel ritratto-dialogo, l'attitudine del pittore è quella di un confessore, dell'interlocutore che pone le domande, interpreta le risposte... e la bellezza che fa irradiare, come una luce interna, dalle sue figure, non è un bello naturale né, a rigore, un bello spirituale o morale, ma semplicemente un bello interiore tradito, più che rivelato, da uno sguardo, da un sorriso, dalla pallida trasparenza del volto o dallo stanco posare d'una mano.»

Rispetto agli artisti veneti, suoi contemporanei, la sua pittura fu caratterizzata da una resa più precisa e nitida nei particolari, infatti, secondo le fonti provenienti dal Vasari, il realismo presente nelle sue opere molto probabilmente deriva da Giovanni Bellini (1433-1516)  del quale fu suo allievo:

«Avendo imitato un tempo la maniera de' Bellini, s'appiccò poi a quella di Giorgione».

Humfrey sostenne, invece, che per dipingere il paesaggio si rifece a Albrecht Dürer (1471-1528) «come rivela la vitalità nervosa e ispida della vegetazione».

Lotto, successore di Antonello da Messina (1430-1479) e di Alvise Vivarini (1442/1453 - 1503/1505), si dedicò principalmente a realizzare opere di genere religioso tradizionale come pale d'altare e immagini di piccolo formato. Nella Sacra Conversazione di Lotto "Madonna con Bambino e Santi" (Fig.5) (1505) compare una maniera nuova di riprodurre la pittura devozionale visibile nell'atteggiamento dei santi che iniziarono a conversare tra loro.

La composizione nel suo insieme ricorda le opere di Giovanni Bellini o di Cima da Conegliano (1459/1460-1517/1518). Sullo sfondo, invece, appare un paesaggio di genere dureriano apparentemente staccato dal resto dello scenario dove si riconoscono due tagliaboschi in una foresta.

In questo articolo vi parlo di un’opera che venne esposta  nella mostra del museo del Prado che mi ha particolarmente affascinata: "Ritratto di giovane uomo"(Gallerie dell'Accademia di Venezia) (Fig.1).

 

Lorenzo Lotto "Ritratto di giovane uomo" 1530 ca. olio su tela cm. 98x11 (Fig.1)

 

Il dipinto "Ritratto di giovane uomo"(Fig.1) è uno dei capolavori più noti e apprezzati di Lorenzo Lotto. 

Dotato di eccellenti qualità pittoriche si contraddistingue per la ricchezza di simboli e per le svariate letture iconografiche. Sono state ipotizzate, infatti, diverse teorie relativamente ai significati intrinseci del dipinto. Osserveremo nei dettagli le interessanti e preziose analisi espresse dall'illustre professore Augusto Gentili, esperto di storia dell'arte veneziana/veneta del Quattrocento/Cinquecento, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. 

Si tratta di un'immagine che racconta una storia: Lotto ritrasse un individuo di circa venticinque anni le cui generalità sono ignote; il suo viso pallido assume un'espressione assente e malinconica.

Il giovane è vestito con un abito scuro probabile allusione alla dignità, che viene assegnata al nero come colore di sobria eleganza. Alle sue spalle, appese a una mensola, c'è un liuto e un corno da caccia. Sullo sfondo si intravede una cassa; l'uomo sta sfogliando un volume; sul tavolo c'è uno scialle su cui posa un ramarro verde. Inoltre, sparsi qua e là ci sono alcuni petali di rosa, poi un anello e alcune lettere.
Secondo Gentili il dipinto è stato per molto tempo incompreso, per una ragione comprensibile, ma non giustificabile: solitamente di fronte a un'opera di questo genere siamo abituati a credere che sia stata raffigurata una persona che sta leggendo un libro, ma se si presta attenzione nei dettagli si può notare che la stanza non ha le caratteristiche di uno studio e che il volume è un libro di conti di partita doppia. Lo si può intuire dalla sua dimensione molto grande e dalla rilegatura: se si paragona il libro ritratto nel dipinto di Lotto "Ritratto di Andrea Odoni" 1527 (Fig.3) si potrà notare che in questo caso il volume è rilegato.
Il professore, oltre a ciò, osserva che nel "Ritratto di giovane uomo" tra l'inizio delle pagine del volume e la custodia è stato inserito un altro quaderno più stretto di formato. Si tratta della rubrica contenente l'indice di colui che esegue i conti per trovare la pagina.
E' curioso poi rilevare la presenza di un rettile, che all'interno della simbologia possiede molti significati: i rettili sono sinonimo di freddezza o frigidità in amore, la leggenda dice che le salamandre possono stare nel fuoco senza bruciare; questa particolarità potrebbe alludere a un rapporto amoroso fallito, così come appare anche nei petali di rosa appassiti. Il rettile, che ha la caratteristica di cambiare pelle, sottintende al fatto che, nella vita del giovane c'è stato un cambiamento importante.

Per quanto riguarda le due lettere potrebbero essere state scritte dal giovane, non sono state aperte e probabilmente restituite al mittente. Tra i petali di rosa c'è un anello forse si tratta di un pegno reso al mittente assieme alla lettera aperta. 

Sulla mensola vi sono alcuni strumenti appesi: un liuto che simboleggia la vita mondana e il corno da caccia che rappresenta il mutamento e lo svago.
Relativamente all'espressione del volto, Lorenzo Lotto non ha semplicemente plasmato un viso su una tela, ma ne ha colto il carattere psicologico evidenziando lo stato d'animo del giovane. Gentili ha supposto che l'effigiato sia figlio di un mercante che ha avuto una delusione amorosa. Secondo lo storico dell'arte Lionello Puppi (1931-2018) il personaggio rappresentato potrebbe essere Alessandro Citolini nato nel 1500; tuttavia la maggior parte degli studiosi lo identificano come un membro della famiglia Rover o Rovero di Treviso proprietaria del quadro fino al 1930.

 

 

 

Nei confronti dell'opera "Ritratto di giovane uomo" Berenson scrisse:

«è un giovane delicato, e tutto in lui e intorno a lui spira delicatezza: il gesto con cui si appoggia al tavolo, la mano che sfoglia il grosso volume da cui ha alzato il viso meditabondo, gli sparsi petali di rose, perfino l'abbigliamento. Dietro alle sue spalle sono appesi alla parete un corno da caccia ed un liuto; di là da essi, attraverso la finestra, s'intravedono spiagge e mare e cielo». 

 

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Figura 1 Lorenzo Lotto "Ritratto di giovane uomo" 1530 ca. olio su tela cm. 98x11 Gallerie dell'Accademia, Venezia

Figura 2 Ingresso Museo del Prado Madrid

Figura 3 Lorenzo Lotto "Ritratto di Andrea Odoni" 1527 olio su tela, cm. 104x116,6 Royal Collection di Buckingham Palace - Castello di Windsor

Figura 4 Bernard Berenson (1953)

Figura 5 Lorenzo Lotto "Madonna con il Bambino e Santi" 1505 ca. Olio su tavola cm. 82x105 National Gallery Scotland di Edimburgo

 

 

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