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Tempo di Quaresima: Domenica IV Anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it     

 

I - Giovanni 9,1-41 – Ci troviamo di fronte al camino del cieco guarito verso la fede in Cristo. (a) Egli è docile nei confronti di Gesù: si lascia spalmare il fango sugli occhi (6) e poi riceve l’ordine di andare a lavarsi nella piscina di Siloe (simbolo del battesimo); obbedisce e guarisce (7). Riferendo come era guarito, dice che lo deve all'uomo che si chiama Gesù (11). Così racconta la sua guarigione:  «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Siloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista» (11). Da cieco lo ha sperimentato come semplice uomo, ma, una volta guarito, lo riconosce come profeta (17 Egli rispose: «È un profeta!») alla presenza dei Farisei, che lo interrogano (17 Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?») e sono proprio loro che involontariamente lo costringono a riflettere e a crescere nella conoscenza e comprensione di chi è Gesù. Egli rifiuta di riconoscerlo peccatore (25 Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo»), nonostante le affermazioni contrarie e insidiose dei Farisei (24). Anzi aggiunge che Gesù deve essere uno che fa la volontà di Dio e perciò è ascoltato da Dio se chiede miracoli (31 Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta). Gesù ha operato un miracolo straordinario: ha guarito uno cieco dalla nascita (32 Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato) e quindi necessariamente deve venire da Dio (33 Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla). Con quest’ultima espressione lo riconosce come Cristo (cfr 22) e perciò viene cacciato via in malo modo e con parole duramente offensive (34 Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?» E lo cacciarono fuori). (b)  Nel secondo incontro con Gesù riceve la luce piena della fede: Gesù gli domanda se crede in Lui come Figlio dell’uomo, cioè Messia (35 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?»); l’uomo chiede spiegazioni (36 Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?»); Gesù gli si rivela: «Lo hai visto: è colui che parla con te» (37) ed egli lo riconosce come Figlio dell'uomo e come Signore: «Credo, Signore!» (36) e lo adora come suo Dio (38 E si prostrò dinanzi a lui). Era cieco e ora ci vede; era senza la luce della fede e ora segue da discepolo il Cristo, luce del mondo (5), che lo ha illuminato. Il primo incontro con Gesù lo introduce nel cammino della fede; la sincerità e il coraggio, con cui affronta gli interrogatori e la persecuzione dei Farisei, lo aiutano ad approfondire la conoscenza di Gesù e l'ultimo passaggio lo fa nel secondo incontro con Gesù: arriva alla comprensione piena di Gesù, alla fede in lui, mentre i Farisei restano fuori. La Quaresima ci deve aiutare ad approfondire la conoscenza di Gesù. Ci è utile leggere il Nuovo Testamento o un Vangelo, per esempio, quello di Giovanni, provando a sottolineare quello che dice della persona di Gesù, per moltiplicare i nostri atti di fede in lui; o possiamo leggere qualche libro specifico su Gesù, un libro buono, scritto da un credente, che conosce il Vangelo, e non libri scritti da atei o da romanzieri, che ci possono dare solo un’idea incompleta o distorta di Gesù. Aiutiamoci anche con quel che troviamo su Gesù nel Catechismo della Chiesa Cattolica.

 2. (a) In questo brano ci incontriamo con i discepoli di Gesù, che credono in Lui e sanno che è il Maestro, al quale chiedono spiegazioni: essi accettano la risposta di Gesù, che rifiuta la loro convinzione sbagliata che la cecità era castigo per i peccati del cieco o dei genitori (2 i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?»). Gesù nega tale colpa e dice che la cecità in questo caso è per far vedere che Dio offre la salvezza agli infelici, immersi nel male (3 Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio). Gesù si presenta come colui che realizza la missione di salvezza, che il Padre gli ha affidato (4 Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire) e come luce del mondo (5 Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo). A questi discepoli si aggiunge il cieco guarito. Paragoniamo Gesù al sole: i cattolici camminano spediti e comodi nella luce del sole perché hanno la verità piena; gli ortodossi e i protestanti meno veloci nella luce della luna (riflesso del sole), perché conoscono Gesù in modo incompleto; i credenti in Dio, come gli ebrei e i musulmani, avanzano lentamente nella luce delle stelle, perché ignorano il Cristo; gli agnostici e gli atei stanno fermi o vanno avanti a tentoni nella notte senza luce, e anche con nebbia, pioggia. vento e neve. Solo nella luce piena si cammina bene. Anche noi possiamo partire da una situazione di non fede o di fede confusa o di poca fede e arrivare alla fede piena anzitutto con la grazia di Dio, ma anche per la nostra buona volontà. (b) Incontriamo anche i Farisei che sono ciechi (39; 41 «Siamo ciechi anche noi?») per la loro superbia e restano tali (41 Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane»): essi chiudono gli occhi davanti ai miracoli e, se non possono negarli, li attribuiscono al diavolo, perché Gesù, secondo loro, è peccatore (16 Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato»; 24 Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore»). Alcuni di loro, perché onesti, hanno dei dubbi e si interrogano (16-17), ma altri non vogliono saperne di Gesù e cercano di confondere e far deviare anche gli altri come il cieco guarito (24) e i suoi genitori (19-23); essi rifiutano l'ovvio ragionamento che il cieco guarito propone loro: un peccatore non è ascoltato da Dio (31), idea già espressa dal fariseo Nicodemo (Gv 3,2). Stiamo attenti a non assumere l'atteggiamento dei Farisei, ciechi e guide di ciechi (Mt 15,14); aderiamo al Cristo, che è stato il punto di riferimento delle persone dal cuore aperto del passato e del presente: approfondiamo la conoscenza di Lui e amiamolo perché lo merita.  

II - 1Samuele 16,1b.4.6-7.10-13 - Dio decide di dare un nuovo re a Israele in sostituzione di Saul, diventato indegno, e sceglie Davide fra gli 8 figli maschi di Iesse, di Betlemme della tribù di Giuda (1). La scelta non è caduta sul primo, Eliab, nonostante Samuele ne abbia  avuto impressione positiva (6), e Dio gli spiega che il suo criterio di scelta non sono le caratteristiche fisiche, gradevoli agli uomini, ma quelle interiori (7 Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore»), che solo Dio vede; e neanche sugli altri 6. Viene chiamato dei campi Davide, il più piccolo, il meno considerato (11), per quanto anche lui di aspetto gradevole (12 Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto). Egli è unto re (13 Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli), rito attraverso il quale Dio gli dà il dono dello Spirito, che la accompagna per tutta la vita (13 e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi) e ne farà un Grande. Dio sceglie liberamente e senza rendere conto a nessuno, seguendo i suoi criteri e non quelli degli uomini. Dà il dono dello Spirito per mezzo del segno esterno che gli sembra opportuno, come Gesù sceglie il fango e il bagno alla piscina di Siloe per dare la guarigione al cieco. A noi dà la grazia col battesimo di acqua e poi con gli altri sacramenti. Con la fede aderiamo totalmente a Dio e per la speranza ci fidiamo delle sue promesse e per la carità ci leghiamo saldamente a lui.

III - Efesini 5,8-14 - Paolo parla ai cristiani di Efeso e ricorda loro che essi erano tenebra, oscurità, assenza della luce di Dio (8 Un tempo infatti eravate tenebra) e le loro opere erano tenebrose (11 opere delle tenebre), e venivano fatte in segreto in quanto sono roba, di cui vergognarsi anche a parlarne soltanto (12 Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare); sono cose da condannare apertamente (11 ma piuttosto condannatele apertamente; 13 l mentre tutte le cose apertamente condannate); sono opere senza frutto buono (11 che non danno frutto). Essi allora dormivano spiritualmente ed erano spiritualmente morti (14 tu che dormi... dai morti): è la situazione spirituale delle persone lontane da Dio, in peccato grave, morte spiritualmente, che fanno il male di nascosto – o meglio: facevano; ora il male si fa pubblicamente e addirittura ci si vanta, perché la coscienza in alcune persone è totalmente confusa al punto che si rifiutano di distinguere il bene dal male. Anche in noi ci sono queste tentazioni e forse in qualche periodo ci siamo abbandonati ad esse; ma un giorno Dio nella sua misericordia ci ha rivolto la sua Parola e ci ha detto di svegliarci dal sonno del male e risorgere dalla nostra condizione di morte spirituale, grazie all'opera di Cristo, che ci illumina (14 Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi,/ risorgi dai morti/ e Cristo ti illuminerà»). In effetti Cristo è luce del mondo (Gv 9,5; 8,12) e ci fa diventare luce (8 ora siete luce nel Signore; cfr Mt 5,14). Trasformati in luce, dobbiamo agire da persone illuminate, giacché siamo nati dalla luce (8 Comportatevi perciò come figli della luce); perciò ci sforziamo di capire qual è la volontà di Dio e che cosa quindi Gli è gradito (10 Cercate di capire ciò che è gradito al Signore) e così facciamo azioni, che sono frutto della luce, concretamente opere buone, giuste e vere (9 ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità), cioè opere buone e giuste e diciamo il vero. Queste opere, proprio perché sono buone, sono fatte nella luce e sono una condanna delle opere cattive (13 sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce). Come cristiani ormai non possiamo più fare il male (11 Non partecipate alle opere delle tenebre). La Quaresima ci aiuta ad approfondire la nostra fede e ad abbandonarci in Dio e a praticare l'amore a Dio e al prossimo, evitando il peccato, e ci vuole trasformare da tenebre in luce per il contatto più frequente e di più alta qualità con Cristo grazie alla preghiera e ai sacramenti. Approfittiamone per abbandonare il male e fare il bene e per fare così diventare più intima la nostra unione con Cristo.

EUCARESTIA. Con la Parola, che Dio ci rivolge oggi, i nostri cuori sono sollecitati ad aprirsi alla grazia dello Spirito di Dio, perché scopriamo nei segni sacramentali la presenza di Cristo e ci lasciamo illuminare da Lui. Supplichiamo la Vergine Maria e il suo Sposo S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni e i Santi di oggi, di ottenerci questa apertura di cuore, che ci accompagni in tutta la nostra vita.

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