Tempo Ordinario: Domenica VI Anno A
Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni
Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it)
Tempo Ordinario: Domenica VI Anno A
I - Matteo 5,17-37 – (a) Gesù ammonisce i discepoli che, per entrare nel Regno dei Cieli, è indispensabile essere giusti agli occhi di Dio in modo superiore a quello dei farisei (20 Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli); essi osservano la legge di Mosè a puntino, ma non mirano all'atteggiamento profondo del cuore, all'interiorità, alla retta intenzione, alle quali devono invece fare molta attenzione i discepoli di Gesù. Egli vuole non un’osservanza esteriore e formalistica dei comandamenti, ma l'amore verso Dio e il prossimo attraverso la ricerca unica della gloria di Dio e la sincerità dei rapporti coi fratelli. Per questo Gesù dichiara di non essere venuto ad abrogare la Legge dell'AT, ma a portarla alla perfezione, al compimento (17 Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento), unificandola nel primato del precetto dell'amore a Dio e al prossimo. Intanto nulla sarà cancellato della Legge finché non sia compiuta (18 In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto); chi non la mette in pratica nel più piccolo dei comandamenti e insegna a fare altrettanto sarà il più piccolo nel regno di Dio (19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli), mentre chi pratica e insegna la Legge sarà grande (19 Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli). Esaminiamoci se c'è del farisaico nel nostro modo di osservare la Legge di Dio. Vediamo se siamo cresciuti spiritualmente nel senso di praticare i comandamenti come espressione di amore e se mettiamo l'accento sull'interiorità e la retta intenzione, cioè se ci impegniamo ad agire per Dio e non per la gloria umana o per accaparrarci la simpatia o i favori degli uomini. (b) A proposito dell'amore verso il prossimo Gesù mette a confronto la Legge antica, che proibiva l'uccisione sotto pena di giudizio (21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio) e la nuova, che intende impedire già l'ira (22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello), che porta alla violenza verbale e fisica (22 dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna). Gesù vuole che ci teniamo alla riconciliazione col fratello più e prima dello stesso culto (23-24 Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono) e che troviamo l'accordo coi fratelli prima di presentarci al giudizio di Dio (25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione), perché in paradiso sono ammessi solo coloro che amano Dio e i fratelli e hanno cercato sinceramente la riconciliazione con tutti (26 In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!). Teniamo sotto controllo i nostri sentimenti negativi nei riguardi del prossimo. Lottiamo contro la superbia, l'avarizia, l’ira, l'invidia, l'accidia, che rovinano i rapporti col prossimo e mettono a rischio quelli con Dio. Gesù ci ammonisce a tenere sotto controllo già il primo sentimento negativo, che è l’ira o l'antipatia e il pregiudizio.
2. Gesù riferisce due precetti di morale matrimoniale e li contrappone alla nuova morale, che Egli propone. (a) (A) Fu proibito l'adulterio nei dieci comandamenti (27 Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio); ma Gesù proibisce anche il desiderio di un uomo libero o di una donna libera rispettivamente verso una donna sposata o un uomo sposato, perché esso è già adulterio nel proprio cuore (28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore). (B) Agli antichi fu consentito di ripudiare la moglie (31 Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”), ma Gesù proibisce il divorzio, perché espone all'adulterio la donna divorziata e chi la sposa (32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio). Poiché nel campo della morale sessuale siamo molto tentati e la capacità di resistere non è gran che, è necessario essere molto decisi al punto di cavare l'occhio (29 Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te) e di tagliare la mano che dovessero dare scandalo (30 E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te), perché è meglio entrare nella vita eterna con un occhio solo o con una mano sola che andare all'inferno con due occhi e due mani (29 … ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna; 30 ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna). L'educazione all'amore non sessuale e all'amore sessuale è una cosa importantissima per la crescita dei bambini: purtroppo c’era molta ignoranza e incapacità o anche semplicemente imbarazzo nei genitori passati e c'è negli attuali in questo campo; si creano così le basi anche per i fallimenti futuri nelle amicizie e nella vita matrimoniale e familiare. La tv e i mezzi di comunicazione in genere danno idee molto incomplete e anche del tutto sbagliate, oltre che pseudo-psicologiche e psseudo-scientifiche e pseudo-educatrici in questo campo così importante. Preghiamo molto per i bambini e i giovani, che sono rovinosamente bombardati, specialmente oggi, e non è neanche possibile controllarli per la grande diffusione dei computer e telefonini. (b) L'altro insegnamento di Gesù è sul giuramento: agli antichi fu detto di non giurare il falso e mantenere le promesse giurate (33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”). Ma Gesù dice di evitare ogni forma di giuramento (34 Ma io vi dico: non giurate affatto) nel nome di Dio o delle creature di Dio, come il cielo (34 né per il cielo, perché è il trono di Dio) o la terra (35 né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi) o Gerusalemme (35 né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re), e la propria testa, perché non abbiamo potere su di essa (36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello); invece le nostre risposte devono essere semplici e dirette: basta rispondere sì o no secondo la verità ed evitare il di più (37 Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”), e di giurare, che può essere suggerito dal diavolo (37 il di più viene dal Maligno). Siamo sinceri e quando non possiamo dire la verità per motivi di dovere o prudenza o carità, cerchiamo di trovare una formula per evitare bugie, anche semplicemente dicendo che “non sappiamo” o “non ricordiamo” (si intende: per te); e, se ci costa dire una verità, che dobbiamo dire, dichiariamola con coraggio e dolcezza, come hanno fatto Gesù e gli Apostoli e i Santi.
II - Siracide 15,16-21 - Dio è onnipotente e infinitamente sapiente, e perciò vede tutto (18 Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa); Egli conosce tutte le azioni degli uomini e guarda con particolare attenzione quelli che nutrono amore rispettoso per Lui (19 I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini). All’uomo Dio ha dato il libero arbitrio (16 là dove vuoi tendi la tua mano), e perciò gli sarà dato ciò che vuole (17 a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà): può scegliere fra bene e male ma le conseguenze della scelta sono rispettivamente la vita e la morte (17 Davanti agli uomini stanno la vita e la morte); è come allungare la mano e toccare acqua o fuoco, portandone le conseguenze (16 Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua). Comunque Dio non ha ordinato o permesso la malvagità o il peccato (20 A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare). D'altra parte l'osservanza dei comandamenti con la fiducia in Dio dipende anche dall’impegno dell’uomo: Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l’essere fedele dipende dalla tua buona volontà (15) e costituisce per l’uomo una difesa e sorgente di vita. L'uomo è libero e, quando sta a un bivio, dipende dalla sua libera decisione scegliere fra la via dell'obbedienza a Dio – e quindi della salvezza -, e la via della ribellione a Dio e del peccato - e quindi della dannazione con tutti i risvolti negativi anche in questa vita. Chiediamo la grazia di essere fedeli al Signore sempre e che Egli ci difenda dalle insidie del maligno.
III - 1Corinzi 2,6-10 - C'è una sapienza, che è ritenuta tale dalle persone mondane e che è creata da loro e che è condivisa dai dominatori di questo mondo (6 di questo mondo… dei dominatori di questo mondo), che sono il diavolo, principe (Gv 14,30) e dio di questo mondo (2Cor 4,4), che si oppone all’unico vero Dio, e gli uomini che ne accettano il dominio: essi sono condannati alla distruzione (6 che vengono ridotti al nulla). Costoro non conobbero – e non conoscono - la Sapienza di Dio, altrimenti non avrebbero crocifisso Gesù, che è Dio Glorioso (8 Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria). Come dice la Parola di Dio nell’AT (Is 64,3; 65,16), le capacità umane, cioè occhio, orecchio e cuore umano, da sole, non sono in condizioni di percepire la Sapienza divina (9 Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo). Invece la Sapienza vera è di Dio e viene da Dio e consiste nel piano di salvezza, pensato da Dio dall'eternità per la nostra felicità; tale Sapienza è restata nascosta nell’AT (7 Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria), ma è stata rivelata agli Apostoli e ai Profeti del NT per mezzo dello Spirito Santo (10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito). Questa Sapienza divina Paolo predica ai perfetti (6 Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo), cioè a coloro che praticano seriamente fede, speranza e carità e quindi sono intimamente uniti al Padre per mezzo di Cristo col sostegno dello Spirito Santo; è una realtà meravigliosa, che è stata preparata per costoro (9 Dio le ha preparate per coloro che lo amano); lo Spirito viene in loro soccorso perché Egli conosce bene tutto di Dio e del creato (10 lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio). Pratichiamo fede, speranza e carità con impegno e fedeltà nella vita quotidiana con l’osservanza dei comandamenti e dei doveri in ogni circostanza. Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio e meditiamola: la nostra vita si aprirà all’accoglienza del dono della Sapienza di Dio.
EUCARESTIA. E’ il centro e la sorgente della sapienza cristiana, perché incontriamo Gesù che ci parla (ci comunica la sua Sapienza) e si dona a noi nella comunione eucaristica come sorgente di vita eterna. Preghiamo la Madonna e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e Santi Patroni perché portiamo disposizioni interiori di fede e speranza e carità profonde nell’incontro col Signore
mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it