Riequilibrare la vita attraverso i sensi
La volta scorsa si è introdotto l’argomento del prendere cura: di se stessi, degli altri, del Creato intero. Si è dato risalto, tra l’altro, al prendere cura come insieme di azioni basate sulla responsabilità, sul rispetto, sulla consapevolezza che il percorso di crescita del singolo avviene insieme con tutti gli altri esseri. Questa volta, cominciamo a mettere in atto qualche azione responsabile, rispettosa e consapevole. La crescita e il cambiamento, d’altronde, si realizzano attraverso l’azione. Prendere cura implica necessariamente percepire se stesso e l’altro da sé, differenziati e uniti. Percezione: ricordate i famosi sensi e i loro organi? La salvezza nostra e dei nostri progenitori. Senza di loro, quale protezione dai pericoli avremmo avuto e abbiamo? La prima cosa che ogni essere ha il dovere, la responsabilità e il diritto di salvaguardare è la propria vita. Se non avessimo la capacità di vedere, udire, odorare, gustare, toccare, sarebbe ben difficile difendersi. Saremmo anche privati della percezione della bellezza, dei colori, dei suoni, degli odori, dei sapori, della consistenza di ciò con cui veniamo a contatto. Il contatto è anche relazione, collegamento e i suoi opposti sono distanza, distacco, separazione. Non vi dà una brutta sensazione di isolamento e solitudine? Si corre questo rischio, nel momento in cui non si impiegano i propri sensi in maniera ottimale. Le capacità e le potenzialità non utilizzate o mal utilizzate vanno purtroppo perse. Vogliamo fare qualche esempio? Gli occhi vedono vicino, lontano, in alto, in basso, di lato, roteano pure. Se li costringiamo a vedere solo vicino e unidirezionalmente, stando per esempio un numero eccessivo di ore davanti agli schermi di cellulare, pc, tv, un po’ alla volta perdiamo la capacità di vedere lontano, la famosa vista d’aquila, e di spaziare ampiamente. Se bombardiamo le nostre orecchie con suoni forti e martellanti, concentrati ulteriormente dalle cuffie, il nostro udito diminuirà, ad essere ottimisti. Se non annusiamo gli odori, non assaporiamo e gustiamo i cibi, non usiamo il nostro tatto, priviamo noi stessi di interessanti informazioni, di maestosa bellezza, di nutrimento fisico, emotivo, psichico, spirituale. Ci causiamo un’ enorme perdita ed un indicibile dolore.
Immaginiamo, invece, una situazione in cui scegliamo alimenti sani e naturali, li prepariamo con attenzione, li cuociamo con il loro tempo, li mastichiamo bene e li gustiamo. O anche, guardiamo cose belle, la natura ci offre una scelta vastissima, e sentiamo che tale bellezza entra in risonanza armoniosa con la nostra anima. O ancora, ascoltiamo suoni melodiosi, la natura ce ne dona in abbondanza, nutriamo la nostra funzione uditiva e la calma interiore. Anche sentire buoni profumi, la natura viene ancora in nostro soccorso, è come sentire la fragranza della vita. Inoltre, toccare con tenerezza e delicatezza mantiene attivi i recettori sensoriali presenti nella pelle e ci rasserena. Immaginare tutto questo non vi dà una sensazione di benessere? Il benessere permette al cuore di riscaldarsi ed allargarsi a donare e ad accettare, a creare un clima di calore e comprensione, in cui dovrebbe venire naturale prendere cura di sé, degli altri, del Creato.
La Naturopatia e la Floriterapia, i Fiori di Bach in particolare, danno indicazioni chiare ed efficaci su come svolgere un percorso di attenzione e riequilibrio delle proprie facoltà sensoriali, educando a riappropriarsi di capacità inutilizzate o mal utilizzate.
Teresa Gagliardi