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“Carcara” in quel di “Fratta”… “Carcarella” in quel di “Balsami”

Fino alla fine del secondo millennio, venivano accesi i falò in onore di Sant’Antuono, patrono del fuoco e degli animali, in ogni contrada ed in ogni rione di Solofra.  Eh, sì! I contadini e  i giovani di buona volontà, con abnegazione, raccoglievano nelle campagne e nei castagneti i rami delle viti  e degli alberi,  legandoli e   trasformandoli   in fascine, che  trasportavano nei vari spiazzali, della frazione capoluogo, come  “Madonna della Consolazione”, “Volpi”,  “ San Michele”,  “Cupa di sopra”, “Balsami”,  “Campi/Toppolo”, ““Caprari”, “Caposolofra”, “San Domenico/ Casa Papa”,  nonché in quelli delle frazioni di Sant’Agata Irpina e Sant’Andrea Apostolo. Era una gioia partecipare a tale evento, per l’aggregazione delle classi sociali in un’unica Comunità, dove si cercava, con discrezione e nel rispetto della dignità  di  ciascuno, di  dividere il fuoco e il cibo, in particolare pro   famiglie in difficoltà. Tale  gesto d’amore  si conformava nella fonte dell’Amore, che illuminava e purificava tutti, attraverso il segno del fuoco.

Anche  se, all’inizio del terzo millennio, la tradizione inizia a scemare  e   non  si    notano   , più, la partecipazione e la solidarietà di una volta, continuano, tuttavia,  ad accendersi le “Carcare”,in onore del Santo   e  a beneficio di tutti, nei rioni delle predette frazioni della cittadina conciaria e  in   quelli  di “Fratta”, “San Domenico/ Casa Papa”, “San Michele” e “Balsami”.

Per quanto  riguarda    la  stretta   attualità, giova  sottolineare   che , lo scorso 17 gennaio, sono state accese le “carcare” solo nei rioni “Fratta” e “Balsami”, senza dimenticare l’accensione del braciere nella frazione di S. Agata.

Quindi, nel  pieno     rispetto delle  prescrizioni  e   nonostante l’imperversare del    relativismo   e  l’isolamento  di  tante  persone,   la tradizione  resiste.

In   particolare, in quel di “Fratta”, è   stata vissuta  una serata fantastica, grazie alle condizioni climatiche. Infatti, i Cittadini, il sindaco Michele Vignola, gli  Amministratori,  il maresciallo dei Carabinieri, tutti con il parroco  padre Antonio Marchiori , hanno dato il via alla festa, alla presenza del  primo   cittadino , con una mini processione rionale, accompagnata dalla banda piccola e da tanti fedeli.

Al termine della stessa   processione, gli amici Agostino De Maio e Gerardo De Piano, dopo la benedizione ,impartita da padre Antonio, hanno acceso la fantastica “carcara”, preparata nei minimi dettagli, tanto che, dopo pochi minuti, si sono alzate le fiamme per decine di metri, prolungandosi di altri venti metri con la produzione delle scintille, quasi a chiedere al cielo benedizioni per la cittadina e per gli uomini. Al  vedere  tale spettacolo, sono sgorgati  dal cuore applausi a scena aperta.

Invece, nel rione “ Balsami”, s’è affievolita la partecipazione degli organizzatori, ma, nonostante ciò, bisogna sostenerli e ringraziarli, per la loro abnegazione, in  quanto   sono riusciti a tenere accesa la tradizione, giunta alla sua   ventiduesima  edizione. Il falò è stato acceso alle  19. 30, dopo la celebrazione della santa Messa , officiata  da don  Virginio Cuozzo nella chiesa dell’Ascensione. Davanti al fuoco della “carcarella”, i  convenuti, seppur   un po’ delusi per mancanza  dei gruppi folkloristici, presenti   negli anni scorsi, potevano gustare prodotti caserecci.

Oggi ,le nuove generazioni vedono la predetta manifestazione come folklore e come occasione di consumare un panino con companatico oppure piatti speciali come " o mallon e pizzintel", il tutto innaffiato con un buon vino irpino. Invece, un tempo, "o carcarone era visto come momento di solidarietà verso le fasce   sociali più deboli della parrocchia o del rione. Infatti, al termine della cerimonia religiosa folkloristica, veniva distribuita la brace nei bracieri, per poter riscaldare le case fredde e non solo. Questa socialità e solidarietà religiosa vengono   vissute  , ancora oggi, nei rioni “Fratta “ e “Balsami”.

 

 

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