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Ma che c'azzecca Vincenzo De Luca col movimento delle sardine?

Caro direttore, la settimana scorsa a Vincenzo De Luca è stato chiesto se sosteneva la manifestazione delle sardine di sabato 30 novembre a Napoli. Egli ha risposto: “ Assolutamente sì, è un movimento fresco, nuovo e originale. Napoli ne ha bisogno“. Ma il movimento delle sardine può riconoscersi in Vincenzo De Luca? Io penso di no. E’ vero che esso è nato principalmente per combattere Matteo Salvini e i populisti ma questo movimento si ispira a dei valori che mi sembrano contraddittori rispetto al modo di far politica di Vincenzo De Luca. Attraverso la pagina Facebook del gruppo "seimila sardine" si è iniziata a definire un'organizzazione condivisa tra i vari gruppi e tramite la pagina nazionale è anche stato diffuso ” il manifesto delle sardine”. In questo manifesto c’è scritto, tra l’altro: “Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell'aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l'ascolto. Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri”. Non mi sembra che il modo di far politica di Vincenzo De Luca sia ispirato alla non violenza, all’ascolto e al disinteresse personale. Sappiamo tutti che: 1) spesso egli fa uso della violenza verbale nei confronti degli avversari politici, dei giornalisti e di tutti coloro che lo contraddicono; 2) la predisposizione all’ascolto degli altri non è il suo forte; 3) l’evidente sostegno che egli sta dando alla carriera politica dei propri figli dimostra che la sua attività non è disinteressata.

Cordiali saluti

Franco Pelella - Pagani 

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