Parco “Madonnella”… una perla soffocata dai rovi.
Insieme ci si salva, ma, soprattutto, si vince.
In una circostanza triste, mi sono recato a S. Andrea Apostolo, per porgere le condoglianze ai familiari di una madre, che ci ha lasciati, dopo una breve malattia.
Dopo le esequie, mentre mi stavo recando alla macchina per fare ritorno nella frazione capoluogo, sono stato chiamato da un caro amico e, quasi contemporaneamente, da un altro gruppo di persone, che mi invitavano a togliermi dal sole e ripararmi dallo stesso , sedendomi all’ombra dei giovani tigli.
Dopo un attimo di esitazione, ho accolto l’invito e, con il mio amico, ci siamo spostati sotto i rami ondeggianti degli alberi.
Neanche il tempo di salutarci e hanno iniziato, subito, a parlare delle problematiche, che attanagliano la più bella frazione del Comune conciario, relativamente alla realtà religiosa e a quella civile.
Per quanto riguarda la chiesa, mettevano in evidenza l’inizio dei lavori di ristrutturazione della congrega, dell’oratorio e dell’edificio sacro.
Nel frattempo, a proposito dell’inizio dei lavori, si lamentavano dell’immobilismo delle lancette dell’orologio del campanile, già, messe in moto dai cittadini di S. Andrea, capeggiati dal compianto prof. Antonio Guarino. E su questa scia ho invitato i presenti a fare lo stesso, ma, nonostante il contributo che volevo elargire, nessuno s’è proposto di coordinare e portare a termine l’iniziativa. Eppoi, si riempiono la bocca con la frase, di origine salernitana: “Solofra è mia ed io la difendo”… a chiacchiere. Dopo circa un’ora, li ho salutati, con animo amico, nella memoria dei nostri padri, che hanno dato tanto al nostro territorio, ricordando ad ognuno di noi che la parola deve entrare nel vissuto della nostra esistenza, rapportandola alla Parola delle parole, per poter diventare ricchi davanti al Signore solo con il mettere i nostri beni a servizio del prossimo.
Poi, sono andato, di corsa, al parco “Madonnella”, dove avevo parcheggiato la macchina, avvicinandomi alla piccola chiesa, ristrutturata, di recente, dal giovane ed energico parroco don Virgilio D’Angelo. E’ una piccolissima perla incastonata in una lussureggiante natura.
Nel complimentarmi con alcuni passanti, mi hanno fatto constatare lo stato di abbandono ed il cattivo mantenimento del piccolo parco adiacente alla medesima cappella.
Infatti, mi hanno invitato a scattare le foto, per testimoniare tale degrado: cestini della spazzatura rotti, con rifiuti disseminati, lo steccato in legno divelto in alcuni punti e sovrastato dai rovi , che, come i tentacoli di una piovra, invadono il predetto parco.
Altre persone in macchina, che si recavano alla Santuario dell’Assunta, in località “Castelluccia”, mi sottolineavano altri problemi, aggiungendo di aver sollecitato, verbalmente e ripetutamente, gli Amministratori, senza vederne la soluzione.
Ebbene, quasi tutte le persone che ho incontrato desiderano continuare a rimanere nell’anonimato, delegando, sempre, qualcuno a scrivere per loro.
Come si suol dire, “lanciano la pietra e nascondono la mano”.
E’ giunto il momento che ognuno si assuma la propria responsabilità, in primis i cristiani che non possono continuare ad albergare nelle sagrestie, ma debbono uscire dalle stesse ed iniziare ad essere un Popolo in cammino, per il bene di tutti.
Insieme ci si salva, ma, soprattutto, si vince, facendoci rialzare lo sguardo verso il Cielo dei cieli.