Enzo Avitabile show in una calda notte d’agosto…
Vacanzieri alla ricerca di frescura e di emozioni, si sono ritrovati nella calda notte di lunedì 12 agosto, a Forino - accogliente cittadina a pochi chilometri da Avellino – per assistere al concerto di Enzo Avitabile, accompagnato dai Bottari di Portico e dal gruppo Tarantella Band.
Molti solofrani hanno potuto facilmente la cittadina avellinese da via Cerzeta, proseguendo per la strada Banzano-Contrada, fino al bivio che immette, appunto, a Forino.
Ivi giunti, nessuno è stato risparmiato dal caldo torrido, dalla gioia insita nella Festa del Patrono San Nicola di Bari, dalle emozioni e dal ritmo della grande musica di Enzo Avitabile. Una vera e propria star, che è stata accolta a Forino, come “uno del posto”, tanta era la confidenza ed il gradimento del pubblico.
Nonostante il caldo asfissiante riscaldasse i corpi, il ritmo dava energia al pubblico accompagnando e sostenendo il battito cardiaco, migliorando nel contempo anche il respiro.
Veniva così fuori tutta l’energia di «Salvamm’ o’ munn’», «Canta canta Palestina» (trasformata in “Canta canta Forino!”), «Tutt'egual songh’ e criatur’», «Soul Express», «Nunn’ è giust’», «Mane e mane» …rint’ a fredd’ che fa!
Il freddo, per la verità, nessuno l’ha visto, ma tutti hanno potuto notare, che oltre alla grande maestria di Enzo Avitabile ed al voluminoso suono di suo fratello (fratimo!), il suo sax, …anche il volume dello stesso Avitabile, non era da meno: ingrassato a dismisura, …quasi come una botte dei mitici Bottari di Portico!
Ma ciò non ha minimamente intaccato la magia della musica di Enzo, della tromba di Carmine Pascarella, del sax di Antonio Bocchino, della chitarra di Gianluigi di Fenza, del basso di Paolo Palmieri, e della travolgente batteria di Mario Rapa!
Le emozioni non si contano quando Enzo scende dal palco e, tra la folla, suona il sax…
Grande emozione anche per gli omaggi a grandi artisti che, purtroppo, ci hanno lasciato.
A Fabrizio De Andre (Faber), Enzo ha dedicato una emozionante versione dialettale, in chiave folk-etnica, de «La guerra di Piero», autorizzata dalla famiglia dell’autore e premiata anche a livello internazionale.
E non poteva mancare l’omaggio a Pino Daniele, con una struggente e melodiosa «Terra mia». La nostra terra, intesa come il mondo in cui viviamo che ospita tutti gli uomini senza alcuna distinzione.
Così, «O’ munn’ si move», veramente, in tutte le direzioni, …e verso il cambiamento: perché «Tutt'egual songh’ e criatur’», …e nessuno e figlio e’ niuscino! …E nun è giusto ca s'adda murì / pecché addo se viv’ nun ce stann' spital / nun è giusto ca nguoll’ all'at / caden'e sbagli e chi l'ha criat!
L’emozione della musica è sempre enorme, meno le chiacchiere dell’artista che insiste, forse un po' troppo, nel coinvolgere un pubblico che l’adora sì, …ma che più di sentirlo parlare (Aggià sunà? …Siete d’accordo? …Ci siete? …etc), ama sentirlo suonare: …chi nun cunosce 'o scuro / nun po' capì 'a luce / nisciuno sape 'a nato / ognuno è sulo / …'na stella guard' o munno / e dint' o munno se move / e chi è erba argento / ghiaccio s'arretrova / e ll'acqua 'nfonn' 'e nave / arrugginisce 'e catene / 'e valig' c'o' spavo / 'e paur’ d'aier…
Se non è poesia questa, cos’è?
Mi spiace solo per chi non conosce la nostra madre lingua: traduzioni e/o altre parole inficierebbero solo la genuinità delle emozioni…
mariomartucci