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Non capisco il comportamento del segretario del Pd Nicola Zingaretti

Caro direttore, non capisco il comportamento del segretario del Pd Nicola Zingaretti. All’interno del partito egli è stato sempre sostenitore del dialogo con le altre forze politiche (sia M5S che sinistra radicale) per fare in modo che il Pd esca dall’isolamento. Si è, però, dovuto scontrare con le posizioni di Matteo Renzi e dei suoi seguaci, che sono sempre stati contrari ad un accordo politico con il M5S. Da questo confronto politico è emersa la parola d’ordine della direzione nazionale del 26 luglio scorso e cioè quella di andare alle elezioni prima possibile. Ma, nel momento in cui Salvini vuole sfiduciare il governo Conte e si pone il problema di evitare di andare alle urne per non favorire la presa del potere da parte della destra, Matteo Renzi ha cambiato idea e si è detto disponibile a prendere in considerazione una possibile alleanza politica con il M5S. Il cambiamento di opinioni di Renzi avrebbe potuto essere l’occasione per riproporre, da parte di Zingaretti, la propria linea del dialogo e per sottolineare l’incongruenza di Renzi. Invece Zingaretti insiste nel riproporre il ricorso alle urne. Mi sembra una rigidità incomprensibile nel momento in cui c’è il rischio che avere un uomo solo al comando metta in pericolo la democrazia. Zingaretti potrebbe porre delle pregiudiziali (ad esempio no ad un governo politico e si ad un governo tecnico oppure no alla presenza di Luigi Di Maio in un eventuale governo politico che nasca dall’intesa tra Pd e M5S) ma non dovrebbe ostacolare un eventuale intesa politica che potrebbe evitare che il Paese corra una seria avventura.

Cordiali saluti

Franco Pelella

Pagani

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