Solofra: ...e i bambini, dove li metto?
Ogni essere umano degno di questo nome ha in sé l’istinto naturale di tutelare bambini ed anziani: i primi sono il futuro, i secondi la storia e la memoria del passato.
Non di rado nelle comunità in cui l’uomo esplica la sua socialità (in famiglia o nelle altre istituzioni sociali: scuola, ospedali, ospizi, ambiti religiosi, etc), alcuni calpestano questi valori ledendo il futuro o oltraggiando il passato.
Nel 1977 Domenico Modugno con la canzone “il vecchietto”, squarciò il velo dell’ipocrisia che accompagnava la frenesia della vita moderna, che idolatrava l’efficientismo produttivo ed emarginava gli anziani.
Nella cultura antica, i vecchi sono sempre stati un valore di memoria e di saggezza, ma nella “cultura moderna” (!), la vita coincide sempre più con la giovinezza ed il vigore, per cui la vecchiaia è un peso inutile.
E allora il divertente ritornello della canzone di Modugno era più di una cannonata alla nostra coscienza: E il vecchietto dove lo metto / Dove lo metto non si sa / Mi dispiace ma non c'e' posto / Non c'e' posto per carità.
La nostra indole umana ci rende impossibile immaginare una mancanza di rispetto o una qualunque forma di lesione dell’integrità psicofisica nei confronti degli anziani, figurarsi poi nei confronti dei bambini.
Spesso però anziani e bambini sono vittime di maltrattamenti ed abusi proprio nelle comunità che dovrebbero più tutelarli: i bambini, in famiglia, a scuola o in ambiti religiosi, e gli anziani, in famiglia, in ospedale o negli ospizi.
Affidando a queste comunità la tutela dei nostri cari più deboli compiamo il massimo atto di fiducia che si possa compiere: chiunque leda questa fiducia non è più degno di far parte della comunità!
Non di rado, però, bambini, vengono lesi nella loro integrità proprio in famiglia, tra le mura amica, in ambiti religiosi, da chi ha fatto voto di castità, o a scuola, da educatori indegni di questo nome.
E allora, parafrasando Modugno, la domanda è: ma, i bambini dove li metto? …In strada?
I recenti accadimenti, confermano che la nostra repulsione verso chi si tocca i bambini è massima, e ci spinge verso istinti bestiali che mai avremmo immaginato di avere: …sopprimere l’orco con ogni mezzo perché indegno di vivere nella comunità!
Ci sono uomini che hanno rubato ed assassinato, che col tempo si sono pentiti e redenti. Anche gli orchi sono uomini, ma nessuno sa se è possibile redimerli: …non resta che escluderli, isolarli e renderli innocui.
Essi non ci impediranno di continuare a fidarci della Famiglia, della Scuola, della Chiesa e delle Istituzioni.
mariomartucci