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Domenica delle Palme C

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi consigli e suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Luca 22,14-23,56. Per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo: quindi Gesù ha fatto tutto per nostro amore, ma innanzitutto per amore e per la gloria del Padre, che giustamente occupa sempre il primo posto nella sua vita e nella sua azione. Egli ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (Ef 5,25); ci ha amati e ha dato se stesso per noi (o voi; Ef 5,1-2), mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20), per salvarci dalla schiavitù di Satana, che ci ha trascinati nella schiavitù del peccato e della morte, dall'infelicità in questo mondo e nell'eternità; Gesù è venuto a darci la vita eterna. Ci ha mostrato amore e ci ha salvati, diventando uomo come noi, vivendo la sua vita pienamente umana di crescita del corpo e dell’esperienza, mentre la sua vita spirituale fu sempre al massimo dell’intensità. Egli visse ogni avvenimento e tutto fece per amore del Padre e in piena obbedienza a Lui dal concepimento alla morte infamante, preceduta da una passione dolorosissima, per espiare i nostri peccati. Ma il Padre lo risuscitò e gli diede quella gloria che gli uomini non gli vollero dare. Fu Profeta per annunziare la Parola e la volontà del Padre e così rivelò agli uomini la via per il Cielo; fu Sacerdote e visse tutta la sua vita come sacrificio a Dio, con cui adorava, ringraziava, espiava i peccati di tutti gli uomini e supplicava per loro, specie nel vertice del suo sacrificio, che fu la sua Passione e Morte; fece il Pastore-Re e guidò il suo gregge al Padre con mano ferma e sicura e con le braccia aperte per accogliere tutti con misericordia. Tutta la sua vita Gesù consumò per i suoi contemporanei e per noi di oggi e per gli uomini di tutti i secoli passati e futuri; la stessa e unica salvezza è offerta a tutti e a ciascuno, anche se con mezzi diversi. Quando Gesù era presente e visibile in questo mondo, per essere salvati era necessario credere in Gesù vero Dio e vero uomo e Maestro e Sacerdote e Re-Pastore, bisognava mettere la speranza nei suoi meriti infiniti e amare Dio e il prossimo, obbedendo alla volontà del Padre, espressa nei comandamenti; dopo che Gesù è salito al Cielo ed è restato presente in questo mondo, ma invisibile, a noi la salvezza è offerta per mezzo di segni o sacramenti, nei quali Gesù è presente e continua a donarci quello che aveva dato ai suoi contemporanei: allora personalmente perdonò i peccati al paralitico e alla prostituta e al ladro, pentiti, e adesso ce li perdona per mezzo del ministro nel sacramento della riconciliazione. Crediamo, adoriamo, speriamo, amiamo, domandiamo perdono.

2. Approfondiamo: che cosa deve fare il fedele di oggi per avere la salvezza? (a) Anzitutto deve avere fede in Gesù come Dio, che è diventato uomo; deve accettare come vera la sua Parola; deve credere che tutta la vita di Gesù è per la nostra salvezza, operata da Gesù per volontà del Padre; l’opera redentrice di Gesù, la sua opera di liberazione da Satana raggiunge il culmine nella sua Pasqua, cioè nel passaggio di Gesù da questo mondo al Padre (Gv 13,1-3), cioè nella sua Passione e Morte, nella sua Resurrezione e Ascensione al Cielo con l’invio dello Spirito Santo. Bisogna avere fede nella Trinità, Padre Figlio Spirito, come ce ne ha parlato Gesù, e credere al suo amore per noi. Dobbiamo credere che la salvezza a noi oggi viene data da Gesù per mezzo dei sacramenti e che dobbiamo rispettare i comandamenti. Inoltre dobbiamo alimentare la speranza nella bontà di Dio e nelle sue promesse e nei meriti infiniti di Gesù, per ottenere la vita eterna e le grazie necessarie per rispettare i comandamenti. (b) E’ necessario incontrare Gesù oggi nei segni, da lui stabiliti per rendersi presente e operare la nostra salvezza, cioè nei 7 sacramenti: essi sono il memoriale di lui e della sua passione, cioè rendono presente Gesù come era nella Passione e Morte, e quindi con la sua attività di Redentore. Gesù in ogni sacramento è presente e opera la salvezza delle persone, che oggi lo incontrano con la fede, la speranza e l’amore (la carità) e si impegnano a vivere la vita cristiana, osservando i comandamenti. In ogni sacramento Gesù dà qualcosa di speciale nel cammino verso la salvezza definitiva: nel battesimo comunica la vita divina e la condizione di figli bambini di Dio e membra del Corpo mistico di Cristo e dimora dello Spirito Santo; nella cresima fa diventare figli di Dio adulti, cosicché possiamo fare apostolato; nella riconciliazione dà il perdono dei peccati, commessi dopo il battesimo e la forza per lottare contro le tentazioni; nell’Eucarestia si fa nostro cibo e nostra bevanda col suo Corpo e Sangue preziosissimi sotto i segni del pane e vino consacrati, grazie ai quali alimenta la nostra vita divina e la nostra crescita spirituale, ecc. Alcuni sacramenti si ricevono una sola volta, perché segnano tutta la vita, come il battesimo, cresima e ordine sacro; altri sacramenti si possono ricevere più volte, perché la loro attività in noi è progressiva. Rinnoviamo la nostra fede, speranza e carità e impegniamoci alle tre opere, che sintetizzano i mezzi per vivere la vita spirituale: preghiera ogni giorno, messa ogni domenica con la comunione, confessione mensile; e aggiungiamo la partecipazione attiva alla vita parrocchiale o a qualche associazione cattolica.

II - Isaia 50,4-7. Isaia parla del Servo di Iahvè, un personaggio misterioso, che ama Dio, gli è fedele, predica la Parola di Dio e affronta tante sofferenze e la morte per essere totalmente fedele a Dio, ma Dio gli dà una gloria straordinaria dopo la morte infamante, a cui si sottopone. Qui si dice di lui che Dio gli parla sempre e rende attento e docile l'orecchio del suo Servo alla Sua Parola, perché ascolti da buon discepolo (4 Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli); e il Servo afferma che egli non ha rifiutato l'obbedienza a Dio, che gli parla (5 Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro). Da buon discepolo ascolta anche le parole incoraggianti, che Dio dice a lui per farle trasmettere agli sfiduciati (4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato). Così Dio fa con noi: ci rivolge la Sua Parola, che noi dobbiamo ascoltare con attenzione, meditare come facevano Maria e Giuseppe e mettere in pratica fedelmente con la sua grazia, ed eventualmente trasmettere agli altri. Siamo buoni maestri degli altri nella misura in cui siamo buoni discepoli. (b) Il Servo di Iahvè deve anche affrontare sofferenze terribili, fisiche come la flagellazione (6 Ho presentato il mio dorso ai flagellatori), e morali come lo strappo della barba e gli sputi e oltraggi al volto (6 le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi). Egli però resta fedele a Dio e si mantiene sereno e sicuro, perché sa che Dio gli viene in aiuto e lo rende forte (7 Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso). Così è stato Gesù durante la vita, e specie nella passione e morte: fedelissimo nel compiere tutta la volontà di Dio, anche nelle situazioni di sofferenze estreme. Noi, membra del suo Corpo mistico per il battesimo, non possiamo aspettarci una sorte diversa.

III - Filippesi 2,6-11 Gesù è vero Dio e diventò vero uomo; Egli non fu geloso del suo essere uguale a Dio (6 Egli, pur essendo nella condizione di Dio,/ non ritenne un privilegio/ l’essere come Dio) e perciò rinunziò a ogni manifestazione esterna della divinità (7 ma svuotò se stesso), diventò uomo fra gli uomini e visse conosciuto come uno di loro, come un servo (7 assumendo una condizione di servo,/ diventando simile agli uomini). A questo primo abbassamento, - e conseguente umiliazione - aggiunse un altro abbassamento molto più grande – e conseguente umiliazione molto più grande -: fu obbediente fino alla morte di Croce (7-8 Dall’aspetto riconosciuto come uomo,/ 8 umiliò se stesso/ facendosi obbediente fino alla morte/ e a una morte di croce). Il Padre gradì moltissimo l’obbedienza del Figlio e la sua risposta a questi abbassamenti e umiliazioni fu di innalzare il Figlio sopra tutte le creature e di dargli il nome più grande (9 Per questo Dio lo esaltò/ 7 e gli donò il nome/ che è al di sopra di ogni nome); per volontà del Padre in cielo, in terra e sotto terra si deve piegare ogni ginocchio in adorazione in onore di Gesù (10 perché nel nome di Gesù/ ogni ginocchio si pieghi/ nei cieli, sulla terra e sotto terra) e per la gloria di Dio Padre in ogni luogo si deve proclamare che Gesù Cristo è il Signore Dio (11 e ogni lingua proclami:/ «Gesù Cristo è Signore!»,/ a gloria di Dio Padre). Durante tutta la vita Gesù si manifestò come semplice uomo, tenendo nascosta la sua divinità, eccetto in pochissimi casi. Nella Passione e Morte la divinità resta nascosta ancora di più e la stessa l'umanità è maltrattata e umiliata. Umiltà di Dio fatto uomo! Non la riusciamo a comprendere! Tutto per l’amore infinito al Padre e per noi! Gesù ci dà esempi da seguire e ci rivela virtù da imitare, ma ce ne dà anche la forza con la meditazione della sua vita, e specie della Passione, nella preghiera e nella celebrazione dei sacramenti.

EUCARESTIA. Essa è il memoriale della Passione, cioè tutto quello che abbiamo ascoltato nel racconto della Passione sarà presente nella persona di Gesù, che sarà qui con noi sotto il segno del pane e del vino consacrati. Egli ci vuole unire a sé e lo realizza nella comunione eucaristica, per portarci con sé in paradiso, ma noi dobbiamo seguire il suo esempio di obbedienza e abbandono al Padre. Preghiamo la Madonna, presente sul Calvario come nostra Madre, e Giovanni Apostolo e le Sante Donne anche presenti lì, S. Giuseppe e i nostri Angeli Custodi, di ottenerci la grazia di partecipare intimamente alle sofferenze di Gesù per diventare partecipi anche della sua gloria nell’eternità. 


mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@virgilio.it

 
 
 

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