Logo

Negli anni scorsi l’Europa non ha lasciato l’Italia da sola nel fronteggiare il problema-immigrazione

Caro direttore, il sociologo Luca Ricolfi ha attaccato il Pd per la sua linea politica sull’Europa. Secondo lui: “Il rischio è che l’elettorato non percepisca affatto gli autoproclamati europeisti come gli intrepidi difensori della casa europea minacciata dai sovranisti, ma al contrario li veda come i custodi dello status quo, che i sovranisti vogliono giustamente sovvertire. Che questo rischio sia reale mi ha convinto la risposta che Carlo Calenda ha dato a una acuminata domanda di Lilli Gruber: «In queste ore c’è una nave di una Ong tedesca con 60 naufraghi a bordo che chiede di attraccare in Italia, se lei fosse al governo come si comporterebbe?». Risposta di Calenda: «Io li farei sbarcare e chiederei agli altri Paesi europei di prenderli pro-quota». Salvo poi aggiungere, con l’accordo di tutti i presenti, che una delle ragioni per cui l’Europa non ha funzionato è precisamente il nazionalismo degli stati membri, a partire da Francia e Germania. Che cosa può capire un’elettore di fronte a questa posizione? Può capire tante cose, ad esempio che il Pd vuol cambiare le regole, e si batte per un’Europa più solidale. Ma può anche capire una cosa diversa. Ad esempio che nulla è cambiato, e che la posizione dell’Italia sarebbe la solita: in nome dell’umanità ci rassegniamo a far sbarcare chiunque sia raccolto in mare, e poi, solo poi, dopo aver accolto i naufraghi in Italia, «chiediamo» agli altri Paesi se per favore ne prendono in carico una parte” (Gli europeisti che non sanno farsi capire; Il Mattino, 6/4/2019). Non sono d’accordo. Mi sembra che Luca Ricolfi sia troppo critico con Carlo Calenda. Innanzitutto perché non siamo in una situazione di emergenza dato che il numero di sbarchi è limitato rispetto ad altri periodi di vera emergenza. Lo sbarco di 60 naufraghi non costituirebbe un grave problema. Inoltre bisognerebbe tener presente che la regola è che gli immigrati che sbarcano in Italia solo in minima parte rimangono qui dato che la maggior parte ambisce a raggiungere i propri parenti o amici presenti nell’Europa del Nord. Perché la realtà che gli immigrati sono meno presenti in Italia che nel resto d’Europa. I dati delle Nazioni Unite sono chiari: in Germania gli immigrati sono il 15% della popolazione, nel Regno Unito e in Spagna sono il 13%, in Francia l’11% mentre in Italia sono solo l’8%. Infine non si può dire che negli anni scorsa l’Europa ha lasciato sola l’Italia ad occuparsi del problema-immigrazione. Il 21 agosto 2018 la Commissione Europea ha assegnato 9 milioni di euro all’Italia per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria nelle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale. Le regioni beneficiarie sono Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Toscana e Sicilia, per un totale di 42.000 persone coinvolte, con una particolare attenzione a donne e bambini. Ma questo non è neppure un caso isolato. Sono infatti più di 200 i milioni stanziati dalla Commissione per fronteggiare l’emergenza migranti in Italia, a cui si aggiungono i 653,7 milioni di euro assegnati nell’ambito del Fondo Asilo, dell’AMIF (Asylum, Migration and Integration Fund) e del Fondo sicurezza interna (ISF) per il periodo che va dal 2014 al 2020.

Cordiali saluti

Franco Pelella 

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Politica


Galoppa la mattanza delle morti solitarie.

Un uomo di 79 anni è stato trovato senza vita all’interno del suo appartamento di via Massa a Chieri (TO), nella giornata di lunedì 15 settembre U.S. A fare la scoperta sono stati i carabinieri e i vigili del fuoco, all[...]

Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici