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Viale “Principe Amedeo”: abbandonato a se stesso… rechiamoci al suo capezzale.

Da diversi lustri, stiamo assistendo ad una potatura non “a regola d’arte” dei tigli secolari dello storico viale “Principe Amedeo”, con la conseguente demineralizzazione delle piante, ma, soprattutto, con l’ndebolimento delle stesse, che le rende essiccate o spezzate.

A dire il vero, i residenti in loco sollecitano, spesso, l’intervento delle Autorità competenti, sottolineando    che i lunghi rami dei tigli ostruiscono i piazzali o invadono i balconi.

Come molti ricorderanno, il succitato viale lambiva la strada fino alla Collegiata, prima di essere ridotto fino all’altezza dello stabile “ Z freedom” ( ex ECA e proprietà del Comune),costruito, negli anni venti, dal Comune ed  utilizzato, poi, come addestramento per i militari, impegnati nella seconda guerra mondiale.

Proprio questo stabile ha sconvolto l’assetto urbanistico, non facendo proseguire il viale, antistante alla Collegiata, in linea con il Palazzo Ducale e la casa gentilizia D’Ambrosio. 

Eppure, tale viale, lasciatoci dai nostri Padri, era il più bello di tutti i tempi, ergendosi nel polmone verde dei terreni della Contea Garzilli, coltivati dai contadini.  In quella stessa epoca, il nostro poeta-primicerio Carmine Troisi, attraverso i suoi versi, descriveva le bellezze lussureggianti e panoramiche della nostra valle, dove scorrevano “latte e miele”, grazie alla realtà in fieri tra il   commercio e l’agricoltura ovvero all’ interrelazione tra le aziende domestiche patrimoniali e le imprese, il tutto nel rispetto della natura.

Poi, sono arrivati i poeti dei soldi, che hanno decantato una ricchezza fine se stessa, a danno del territorio. Eh, sì! I nostri amministratori, dagli anni settanta in poi, si sono fatti circuire dagli interessi piccoli o dall’amico dell’amico di turno, elargendo concessioni a danno del territorio, tanto da saccheggiarlo e distruggerlo anche nei suoi elementi più caratteristici, come il viale “Principe Amedeo”, esistente, ancor prima delle costruzioni, realizzate lungo il suo percorso. Infatti, negli anni settanta, se ne discusse in Consiglio Comunale. E alcuni consiglieri e assessori del   tempo, essendo, ancora, in vita, potrebbero attestare oppure smentire che venne formulata la proposta di costruire in linea con il Palazzo di Città, al fine di creare un grande viale e dare spazio ai rami dei tigli senza disturbare i futuri residenti, creando servizi a beneficio di tutti. Ma ahimè… -come si suol dire - il buongiorno si vede dal mattino, visto che fu accolta la proposta di non far indietreggiare di alcuni metri il citato “Z freedom” e di costruire in modo allineato allo stesso, portando il cemento a due metri e mezzo dalle piante, che vengono quasi capitozzate, al fine di far convivere tutti, tranne le piante. Difatti, tra poco, ci dobbiamo recare al loro capezzale, al fine di verificare le ferite inferte ai tigli dalla noncuranza degli uomini, a cominciare dai nostri amministratori, succedutisi nel periodo dello sviluppo, iniziato alla fine degli anni sessanta.  

Eppure, ci si riempie la bocca di prospettive turistiche, mentre, in realtà, vengono meno gli “ingredienti” idonei a consentire la valorizzazione del nostro assetto urbanistico e paesaggistico, essenziale, più che mai, per un turismo di elevata qualità ed ecocompatibile.

                                                                                                                                                                                 DR

 

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