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Solofra: l’infopoint Scorza, …ora è figlio di N.N.!

Con sentenza n°1340/2018 pubblicata il 27.09.2018, il Tar Campania sezione Salerno, ha messo i puntini sulle “i” sulla vicenda infopoint Scorza. Viene fuori il quadro della desolante condotta del Comune di Solofra: una sommatoria di presunzione, incompetenza, incapacità e approssimazione, che ha dato luogo ad un notevole danno ambientale ed erariale.

Quattro anni fa, il Comune di Solofra - bando GAL Serinese-Solofrano Misure 3.13 - ha avuto un finanziamento di € 118. 000,00 per la Realizzazione di un’infrastruttura ricreativa per favorire l'accessibilità e la fruibilità dell'area della Scorza e l'accesso al sentiero della Madonna della Pietra” (Decreto n°7/2013).

Il Comune, però, non ha realizzato nei tempi previsti le opere e gli interventi oggetto del finanziamento: ha solo sfregiato parte della Scorza con opere - poi demolite! - eseguite senza la necessaria e preventiva autorizzazione paesaggistica, tant’è che, solo successivamente, nel 2018, è stato conferito incarico all’Arch. Biagio Vigilante (determina n°117 del 21.06.2018 - RG n°463), per lo svincolo paesaggistico della zona!

Di fatto, il Comune ammette di non aver chiesto per tempo l’autorizzazione paesaggistica: …si dà la classica “zappa sui piedi”, o se volete mette una “pezza peggiore del buco”! 

Nel 2014, Tecnici ed Associazioni ambientaliste - per tempo - avevano ripetutamente “segnalato” al Sindaco Vignola e all’Utc, che i lavori dell’infopoint Scorza ricadevano nella fascia di rispetto (150 m) del corso d'acqua “Torrente Solofrana – Vallone Grotticelle” e necessitavano della preventiva autorizzazione paesaggistica.

Ma la presunzione di Vignola e dell’TC non ha avuto limiti: di sicuro, però, le loro capacità e conoscenze sono alquanto limitate, tant’è che dell’Infopoint Scorza, che doveva essere il fiore all’occhiello del turismo solofrano, resta solo un “diroccato recinto”, … che non è buono neanche per far razzolare le galline!

A fronte di ciò l’Agea - Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura - ha chiesto la restituzione, di euro 65.346,89, pari al 110% dell’importo anticipato del finanziamento comunitario, perché che il Comune di Solofra non ha dato prova di aver realizzato gli interventi oggetto di finanziamento.

Il Comune ha presentato ricorso la Tar (€ 3.500,00 oltre Iva e Cap), per impugnare sia il decreto di revoca del contributo di 118.810,71 euro che l’atto di rimborso delle somme erogato, emesso dal GAL per non aver rimosso le condizioni che avevano reso impossibile la realizzazione del progetto.

Il Tar, dichiara inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione, in favore del giudice ordinario, ma “si diverte” a bacchettare il Comune sulle ragioni di fatto (Ritenuto che il debito è stato accertato a causa della mancata esecuzione da parte del ricorrente delle iniziative oggetto di finanziamento”…), spiegandogli con “il cucchiaino” anche le regole sulla competenza (“qualora la controversia attenga alla erogazione o ripetizione del contributo, la giurisdizione spetta al giudice ordinario, anche se si faccia questione di revoca, decadenza o risoluzione, purché essi si fondino sull'inadempimento alle obbligazioni assunte di fronte alla concessione del contributo”), compensando, però, le spese (credo, per un moto di sincera pietà verso i cittadini solofrani!)…

L’infopoint Scorza, da tempo è abbandonato a se stesso, e, a differenza di viale Principe Amedeo, non interessa a nessuno. In Viale Principe Amedeo, invece, prima durante e dopo la banale realizzazione di asfalto (unito a stampa con effetto pietra lavica: lavori per € 87.437,60), vanitosi amministratori (eccetto qualche mosca bianca!) facevano a gara ad esibirsi e a documentare sui social la propria presenza (diurna e notturna!), intralciando persino i lavori!

All’infopoint Scorza, invece, “nessuno si azzecca”, nessuno vuole metterci la faccia, nessuno vuole cospargersi il capo di cenere, perché è enorme, sia il danno ambientale (la zona è assolutamente impraticabile!), che quello economico (€ 65.346,89 + € 3.500,00 oltre Iva e Cap per spese legali + eventuali azioni di risarcimento danni). Così un’opera, all’origine tanta decantata per la sua importanza turistica, …è rimasta orfana di padri!

Se si fosse proceduto per tempo al sequestro preventivo (ex art. 321 cpc) dell’Info Pont Scorza, realizzato in assenza di autorizzazione paesaggistica, i danni sarebbero stati certamente inferiori!

Per questa storia di ordinario lassismo istituzionale, frutto dell’inconsistenza dell’attuale classe dirigente, molti avrebbero dovuto dimettersi: …non solo Vignola ed i suoi assessori, ma anche i tecnici e i responsabili del controllo del territorio! …

mariomartucci

 

 

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