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Tempo Ordinario Domenica 25B

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per l’omelia. Sono graditi consigli e suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Marco 9,30-37. 1. Gesù attraversa la Galilea, ma non voleva che si sapesse dove si trovava lui con i discepoli (30 Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse); egli faceva di tutto per evitare che la gente si raccogliesse numerosa intorno a lui e provocasse sospetti da parte dell'autorità romana e locale e per impedire che nella folla si introducessero persone con idee storte, come quelli che volevano proclamarlo re (Gv 6). Questo era esattamente l'opposto del piano di salvezza, voluto da Dio: esso prevedeva - secondo il suo insegnamento (31 Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro) - l'umiliazione e la condanna di Gesù (31 Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini). Dietro questa consegna di Gesù nelle mani dei nemici c’era la consegna d’amore del Padre (Gv 3,16), la consegna d'amore che Gesù fa di se stesso (Ef 5,1.25; Gal 2,20), perché lo uccidessero (31e lo uccideranno); si sarebbe data purtroppo l'impressione che Gesù fosse colpevole e abbandonato da Dio, anche se solo per breve tempo, giacché entro le 40 ore, al terzo giorno, il Padre lo avrebbe risuscitato (21 ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà). Su questo argomento gli Apostoli chiudevano gli occhi e gli orecchi (32 Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo), ma soprattutto il cuore, perché rifiutavano in blocco l'annuncio della Passione e Morte di Gesù e purtroppo non sentivano neanche l'annunzio della resurrezione; l’ovvia conseguenza sarebbe stata che essi si troveranno impreparati all'uno e l'altro avvenimento, a differenza di Maria, Madre di Gesù, che prestava la massima attenzione e accettava con fede piena tutto quello che diceva Gesù. Avrebbero potuto chiedere spiegazioni (32), ma certo ricordavano la reazione di Gesù nei confronti di Pietro (Mc 9,27-35) e la temevano; inoltre Gesù aveva aggiunto che anche i discepoli dovevano portare la croce e accettare di esservi crocifissi. (a) Stiamo attenti a non cercare il successo umano e la notorietà e la folla acclamante e a non gioirne troppo quando l'abbiamo: seguiamo l’esempio di Gesù, che non cercava queste cose e ne diffidava quando c’erano, perché ne conosceva la precarietà e l'inutilità e la pericolosità. (b) E’ necessario che Gesù muoia in croce e anche il discepolo porti la croce: anzitutto, accettiamo che Gesù porti la croce per noi e riteniamo che questo sia il miglior piano di salvezza, perché viene dalla potenza, sapienza e bontà infinite di Dio, e inoltre accettiamo la nostra croce, chiedendo a Gesù la grazia, la forza, la pazienza, la fede e l'amore, di cui abbiamo bisogno per sopportarla fino alla fine, specialmente man mano che andiamo avanti negli anni; sul Calvario c’erano tre crocifissi: due sono nella gloria perché accettarono la croce e il terzo se ne andò all'inferno; chi rifiuta la croce la deve sopportare lo stesso e gli diventa più pesante ma senza giovamento. Gesù sostenne con la sua grazia il Cireneo nel portare la croce e fa lo stesso con noi.

2. (a) I discepoli si accompagnarono a Gesù fino a Cafarnao e qui Gesù domandò loro di che cosa avevano parlato animatamente per la strada (33 Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?»); essi non risposero perché si vergognavano, in quanto avevano litigato su chi era più importante fra di loro (34 Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande): essi sapevano che questo era molto sgradito a Gesù, perché la pensava in tutt'altro modo. Gesù si sedette, come fa il maestro, per fare una catechesi sull'argomento e chiamò gli Apostoli intorno a sé (35 Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro); annunciò loro che chi voleva essere il primo fra di loro doveva essere l'ultimo di tutti e doveva fare da servo a tutti (35 Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti) ed era necessario che come ultimo considerasse se stesso e volesse essere considerato dagli altri. Gesù di sé aveva detto che era venuto a servire e non a essere servito (Mt 20,28) e l’aveva messo in pratica, dando se stesso e la sua vita al servizio degli altri: come lo schiavo egli lavò i piedi ai discepoli (Gv 13,1ss). Anche Maria si mise al servizio di Elisabetta (Lc 1) e poi dell'umanità intera come madre, quando Gesù la diede a Giovanni come madre sul Calvario (Gv 19,27). I capi nella Chiesa devono essere i servi di tutti, devono sentirsi tali e devono fare il loro servizio nel modo migliore. (b) Gesù fa un'applicazione concreta della sentenza sul servizio e ne dà un esempio ai suoi discepoli per esprimere un atteggiamento di autentico servizio nei confronti dei bambini. Gesù prende un bambino e lo porta in mezzo a loro, lo tiene in braccio o lo abbraccia, e dice (36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro) che chi accoglie un bambino per amore di Gesù, accoglie Gesù stesso (37 Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me): il servizio è diretto al bambino visibile, ma arriva personalmente a Gesù invisibile; e d'altra parte chi accoglie Gesù accoglie il Padre, che l'ha mandato (37 e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato). Il bambino è un bisognoso di tutto, di aiuto materiale, psicologico e spirituale; chi aiuta lui nelle sue necessità aiuta personalmente Gesù e il Padre che lo ha mandato, e quindi diventa loro graditissimo e loro “creditore”. Tale sarà l'atteggiamento della Chiesa verso i bisognosi di aiuto materiale, psicologico e spirituale. Anche noi singoli dobbiamo ragionare come Gesù e sentirci servi di tutti e saper accogliere con affetto e concretezza le persone in bisogno.

II - Sapienza 2.17-20 1. (a) I cattivi si organizzano contro i giusti; essi si mettono d'accordo per tendere trappole all'uomo giusto (12 Tendiamo insidie al giusto) e per metterlo alla prova con torture solo per il gusto di vedere fino a che punto sopporta con pazienza il male e conserva un atteggiamento paziente verso il prossimo (19 Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione); addirittura decidono di condannarlo a morte infamante (20 Condanniamolo a una morte infamante). (b) Perché tanto odio da parte dei cattivi contro i buoni? Essi si sentono in imbarazzo perché vedono che il giusto si oppone alle loro scelte, li rimprovera che non rispettano la legge di Dio, li accusa di incoerenza con l’educazione ricevuta (12 che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta; cfr Sap 2,14-16). Vogliono comportarsi male ma non vogliono sentirselo dire; e allora tentano di eliminare fisicamente, o almeno socialmente, chi considerano diverso. Quante volte questo è avvenuto nel corso della storia in tempi lontani e vicini! I malvagi si sono accaniti contro i giusti credenti in Dio - i giusti ebrei torturati ed eliminati nell'Antico Testamento e i cristiani ammazzati solo per la fede in Cristo nel passato e oggi - e anche contro tante brave persone; quanti oppressi dai ricchi, viziosi, egoisti, e dalle dittature di destra e di sinistra! Il motivo vero delle persecuzioni contro i giusti e i cristiani è la cattiveria dei persecutori; ovviamente si inventano le accuse: Gesù fu accusato di essere mangione e beone, amico dei pubblicani e delle prostitute, posseduto dal demonio, ribelle allo stato, agitatore della gente, pretendente alla regalità, ecc.; contro i primi cristiani inventarono l’accusa che mangiavano i bambini!!! Diffidiamo delle accuse contro i giusti, specie quando vengono da potenti e da disonesti: se essi non rispettano i comandamenti di Dio e l'educazione buona ricevuta, se non onorano i loro genitori, come non possono far del male agli altri? E noi? Se non siamo arrivati a questo punto, nel piccolo non ci siamo comportati allo stesso modo?

2. I cattivi vogliono vedere se sono vere le loro parole di fiducia e affidamento a Dio, pronunciate dai giusti, osservando la fine della loro vita (17 Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine). Il giusto dice di conoscere Dio e di essere figlio di Dio (Sap 2,13Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore): se ciò è vero Dio l'aiuterà (18 Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto; 20 perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà) e lo libererà dalle grinfie dei suoi nemici (18 e lo libererà dalle mani dei suoi avversari). Il giusto si sente ed è figlio di Dio secondo la Parola di Dio: confida in Dio, si fida di Dio, si affida a Dio e spera nella liberazione; sa anche che Dio, per motivi noti solo Lui, potrebbe non intervenire, come non impedì la Passione di Gesù e di tanti martiri; ma non per questo perderà la sua fiducia in Dio o diminuirà il suo affidamento a lui. Seguiamo Gesù portando la croce per amor suo e con pazienza e accettiamo di esservi crocifissi, sostenuti dalla sua grazia.

III - Giacomo 3,16-4,3 1. Giacomo dichiara che dove regna gelosia e istinto di litigare, lì si moltiplicano le inquietudini e le cattiverie (16 dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni); perciò scoppiano guerre e liti, che hanno origine dalle tante passioni cattive, che continuamente si agitano e combattono dentro il cuore dei credenti (1 Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra?), che non si impegnano seriamente nella vita cristiana, e non si lasciano guidare dalla Sapienza Divina (17). I loro cuori sono pieni di desideri di cose materiali e, se non riescono ad averle, possono arrivare a uccidere il prossimo (2 Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete), almeno nel loro cuore; hanno invidia dei beni altrui e, rimasti delusi nel loro desiderio di possedere, si mettono a lottare e a far guerra (2 siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra!); ma non ottengono neanche ciò che desiderano di buono perché non sanno chiederlo a Dio (2 Non avete perché non chiedete); anzi, se anche pregano e chiedono il giusto, non lo ricevono perché le loro intenzioni sono cattive e vogliono solo soddisfare il loro piacere (3 chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni). Esaminiamoci: quanta invidia e gelosia e litigiosità c'è dentro di noi! Quante passioni cattive nei nostri cuori! Quanti desideri inutili e dannosi fanno perdere tempo ed energie fisiche e psicologiche e spirituali, che potremmo utilizzare per la nostra maturazione! E danneggiamo persino la nostra preghiera, perché non ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, il quale sa bene ciò che ci fa bisogno e come chiederlo a Dio (Rm 8), chiediamo perdono e correggiamoci.

2. Questi atteggiamenti sbagliati provengono da una sapienza umana in senso negativo, più precisamente “carnale” (Gc 3,15). Invece c'è la Sapienza, che viene da Dio (17 Invece la sapienza che viene dall’alto), dalla quale ci dobbiamo lasciar guidare e che consiste nel dare stile cristiano alla nostra vita. Essa è schietta e provoca sentimenti puri (17 anzitutto è pura), si esprime nell’amore della pace (17 poi pacifica), spinge a comportamenti benevoli verso il prossimo (17 mite), e sa lasciare correre quando è necessario (17 arrendevole); sa controllare la lingua (3,1-12) e ha pietà del fratello (17 piena di misericordia), non fa preferenze di persone (17 imparziale), e dice quello che pensa con semplicità (17 e sincera); possiamo aggiungere che pratica la vera pietà (1,19-2,13) e quindi da buoni frutti (7 e di buoni frutti); in particolare con la loro condotta pacifica gli uomini pongono il fondamento per essere considerati giusti agli occhi di Dio (18 Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia). Chiediamo questa Sapienza allo Spirito di sapienza e a Gesù, Sapienza del Padre, e al Padre, origine di ogni dono perfetto (Gc 1,5). Ne abbiamo assoluto bisogno nella vita spirituale, ma ci giova anche nella vita quotidiana, nelle situazioni ordinarie, perché ci fa vedere le situazioni con l'occhio di Dio e ce le fa gestire secondo la legge di Dio.

EUCARISTIA. Essa è il memoriale della Passione di Gesù, quando Gesù raggiunse il vertice nell’espressione del suo amore al Padre e agli uomini; in essa si rende presente il mistero pasquale di Gesù, dal quale il ladro pentito e il centurione romano attinsero la salvezza grazie alla loro fede e amore. Anche noi vogliamo aprire il nostro cuore ad accogliere la salvezza e per intercessione della Vergine SS. e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e Santi Patroni chiediamo la grazia di averne le buone disposizioni,  in particolare di accettare le nostre croci quotidiane, che offriremo al Signore anche per la conversione dei nostri fratelli. (mons. Francesco Spaduzzi)

 
 
 

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