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“Landolfi” accorpato con il “Moscati” o meglio... “accoppato”?

La manager Morgante si arrampica sugli specchi, per minimizzare una scelta inefficace ed inefficiente?

L’accorpamento dell’ospedale  “Landolfi  “ con l’azienda ospedaliera  “Moscati “rischia  di rivelarsi  un  vero e  proprio  boomerang  contro  i  vertici  della sanità irpina, in primis la manager Morgante.

Invero, la chiusura “obbligatoria” del  servizio di radiologia presso il nosocomio  conciario rappresenta    la punta dell’iceberg di scelte inefficaci ed inefficienti, che, lungi  dal razionalizzare  la sanità irpina, ledono, irreparabilmente, la tutela della salute  come “diritto soggettivo ed interesse della collettività” (art. 32 della nostra Costituzione).

Anche se -come ha dichiarato la stessa Morgante- i sei  radiologi  in  forza  presso il  “Landolfi”   erano  “tutti  indisponibili” per  motivazioni varie, non rappresenta , certamente ,  un’ esimente consolarsi con  la constatazione   che  tutti  i direttori generali campani   si trovano ad affrontare le  stesse  criticità, tali  da  aver dovuto compiere una scelta  “dolorosa  ma obbligatoria”.

Ma  stiamo, davvero, scherzando  sulla pelle degli utenti e delle rispettive  famiglie?

  In  ogni caso, il  funzionamento del servizio  di  pronto soccorso presso lo  stesso “Landolfi”    è stato dimezzato     dall’impossibilità di accedere  alla  diagnostica  per immagini.

Come  ha ammesso  la   stessa Morgante,  l’azienda  ha dovuto  usufruire  degli  altri presidi   dell’Asl: il “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi e il “Frangipane” di Ariano, oltre  che dell’Azienda Ospedaliera “Moscati” .

Più  che di una  contingenza, riteniamo che  il tutto  rientri  nella  perversa logica  emarginatrice  del  nosocomio conciario, rispetto alle altre strutture sanitarie .

Pertanto,  auspichiamo che  le  nuove    assunzioni   dovranno rappresentare       lo  stimolo  per     attuare   una  gestione  aziendale   finalizzata   a garantire   il conseguimento  della  qualità  totale, evitando    i frequenti disservizi.

Se  è  vero-com’  è  vero- che  ogni azienda(pubblica o privata  che  sia)deve  poter  elaborare ed attuare scelte strategiche  e  lungimiranti, è altrettanto  vero  che un   manager non debba arrestarsi  di fronte alle emergenze, prevedendo, anzitempo ,soluzioni alle   gravi insufficienze del personale, stipulando, ad esempio, contratti  convenzionali ,in caso di  emergenza.

A  dire il vero, la Redazione di “Solofra oggi”   teme  che   ci   possa essere ,in  modo velato, la volontà di smontare il “Landolfi” pezzo  per  pezzo, alla stessa stregua  di  una   malattia che, tappa dopo tappa, condurrà alla morte.

Però, “finché c’ è vita, c’è speranza”!

Ciò vale anche  per il nosocomio conciario?

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