Processione del Venerdì Santo: nel silenzio dei figuranti e della folla.
Alle ore 19. 00 di ieri, una fiumana di persone si è riversata nelle piazze e vie cittadine della frazione capoluogo del Comune conciario, per assistere, ma, soprattutto, per prendere parte alla processione del Venerdì Santo.
Dopo circa mezz’ora di struscio, alle 19.30, i convenuti hanno preso posizione nei vari angoli delle succitate piazze e vie.
Però, dal portale dell’insigne Collegiata, non si rilevava nessun inizio della processione. Forse, vista l’ora legale, si è preferito rinviare l’uscita del corteo, al fine di crerare l’atmosfera funebre ,all’imbrunire della giornata. Quindi, per la scenografia oppure per un imprevisto organizzativo , la processione è iniziata , alle ore 19, 50, con l’uscita dei Romani e degli altri rappresentanti le scene della Via Crucis, il tutto in un’unica suggestione. Il silenzio dei figuranti nella loro postura, coniugato con quello della folla, ha fatto accapponare la pelle,durante le scene ambulanti delle cadute di Gesù.
Il Cireneo, le donne pie, gli apostoli, Ponzio Pilato, il gran Sacerdote, la flagellazione, i due ladroni, la croce sulle spalle di Cristo e i misteri della passione di Gesù , portati ,con veemenza ,dagli incappucciati, hanno fatto da prologo alla statua di Cristo morto e all’Addolorata.
Il tutto è stato reso suggestivo dagli incappucciati, che, nei punti cruciali, facevano scandire i colpi di tamburo, seguiti dal suono della tromba, sulla cui scia camminavano i pensieri funebri fino al cielo, al fine di squarciarlo nella risurrezione.
E’ stata una processione silenziosa e riflessiva, nel rivivere la passione e morte di nostro Signore.
In piazza “Umberto I° “, in prospettiva, s’è vista una fiumana di persone,che s’ingigantiva come un fiume, man mano che passava la processione.
E’ stato bello vedere il Popolo in cammino con il Signore.
Inoltre,giova rilevare come alcune persone non residenti a Solofra abbiano evidenziato la compostezza degli attori e dei convenuti.
E’ stata una bella risposta di fede,che va considerata un tesoro da non disperdere e da coltivare, al fine di aggregare e socializzare.