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Nel mondo è in corso una riduzione su larga scala della povertà

Caro direttore, Eugenio Scalfari è intervenuto ancora sul tema della povertà. Egli ha scritto: “Spesso mi domando: ma i poveri ci saranno sempre? Sembrerebbe di sì, sembrerebbe anzi che siano aumentati, in sintonia con l'aumento della popolazione. Nel corso dei millenni stiamo arrivando a otto miliardi di persone nel pianeta in cui viviamo e i poveri crescono anch'essi, forse in proporzioni leggermente minore rispetto alla popolazione generale…(Le passioni umane nell’eterna lotta alla povertà; La Repubblica, 10/9/2017). Ma due autorevoli personaggi della scena mondiale sulla povertà hanno un’opinione molto diversa. Bill Gates circa un anno fa ha detto: “Il mondo ha visto una riduzione su larga scala della povertà. Uno degli obbiettivi del millennio era dimezzare la povertà, ed escludendo dal calcolo il grande contributo arrivato dallo sviluppo economico della Cina abbiamo registrato un calo del 40 per cento. Paesi come l'India, il Brasile o il Messico ormai sono Paesi a reddito medio. È un cambiamento considerevole: nel 1960 i Paesi a reddito medio non esistevano, il 15 per cento della popolazione mondiale viveva nei Paesi sviluppati e l'85 per cento nei Paesi poveri. Oggi la maggior parte della popolazione mondiale vive in Paesi a reddito medio…” (FLORENTIN COLLOMP, MIGUEL JIMENEZ e EVA LADIPO: Bill Gates: "L'ascesa del populismo suscita inquietudini per gli aiuti allo sviluppo";www.repubblica.it, 28/10/2016). Ma anche Angus Deaton (economista scozzese, Premio Nobel per l’economia 2015) ha detto cose simili: “Malgrado la popolazione mondiale continui a crescere, negli ultimi trent’anni il numero dei poveri del pianeta è sceso di oltre un miliardo. Tra chi ne ha tratto giovamento vi sono paesi usciti dalla povertà, tra i quali India, Cina, Vietnam, Thailandia, Malesia, Corea del Sud e Messico. Nel mondo ricco, ne beneficiano tutte le fasce di reddito, perché i prodotti – dagli smartphone all’abbigliamento ai giocattoli – sono più economici” (No, la globalizzazione non è il male; Il Sole 24 Ore, 19/1/2017).

Cordiali saluti

Franco Pelella 

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