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Solofra, una città allo stremo. Condannato Antonio Guarino ex sindaco di Solofra a quattro mesi di reclusione.

 

L’ex Sindaco di Solofra Antonio Guarino tratto a giudizio dinanzi al Tribunale di Napoli per rispondere del reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti dell’ex consigliere comunale Enzo Clemente è stato condannato a 4 mesi di reclusione, refusione delle spese di giudizio e risarcimento del danno nei confronti della parte offesa.

La vicenda fa riferimento allo scandalo a luci rosse esploso a Solofra nell’ottobre 2011, pochi mesi prima della tornata amministrativa, quando l’allora consigliere comunale di opposizione, Enzo Clemente, in seguito ad una serie di denunce e malefatte che coinvolgevano l’Amministrazione Comunale, denunciò all’opinione pubblica di aver ricevuto ben 33 foto che ritraevano il  Sindaco di Solofra Antonio Guarino in atteggiamenti intimi e scabrosi, all’interno del suo ufficio, con alcune dipendenti comunali appartenenti al suo staff .

Il Tribunale di Napoli presieduto dal Giudice dott.ssa Marro è stato chiamato a giudicare l’ex primo cittadino di Solofra che in un’intervista al giornale “Il Mattino” e ad alcune testate giornalistiche e televisive, il 26 ottobre 2011, dichiarò  che le foto non esistevano anzi “esistono solo nella mente malata del consigliere Enzo Clemente”, affermando anche che le foto non fossero autentiche perché frutto di un fotomontaggio.

Enzo Clemente prontamente dichiarò nell’immediatezza dei fatti che il colpevolizzare l’autore della denuncia, dargli del matto e smentire immediatamente i fatti scabrosi e scandalosi, preannunciando querele, rientrasse in una precisa strategia difensiva dell’ex primo cittadino per evitare conseguenze giudiziarie gravi, collegate ai suoi comportamenti, e, procedette a denunciare l’ex  primo cittadino per diffamazione aggravata a mezzo stampa  affermando che il denunciare e criticare pubblicamente comportamenti lesivi della dignità delle istituzioni rappresenta per un consigliere comunale un diritto su cui si fonda la libertà e la democrazia sancita dalla Carta Costituzionale. Già nei mesi scorsi il Tribunale di Avellino presieduto dalla dott.ssa Matarazzo ha sancito con sentenza che i fatti rappresentati in quelle foto sono inequivocabili, incidono sull’autorevolezza del Sindaco e sulla credibilità delle Istituzioni e potevano essere portati a conoscenza dell’opinione pubblica, consiglieri comunali  e cittadini, dall’allora capo dell’opposizione consiliare Enzo Clemente, poiché avvengono in un luogo pubblico sotto i simboli sacri dell’istituzione comunale e riguardano il Sindaco che riveste funzioni pubbliche, incidono sul funzionamento dell’Istituzione vilipesa ed offesa, e  sostanziano  un diritto-dovere di critica politica esercitato dal capo dell’opposizione in Consiglio Comunale.

Il Tribunale di Napoli nelle varie udienze che vedevano Guarino imputato, ha proceduto ad acquisire agli atti del processo le interviste rese dall’ex primo cittadino della citta della concia e la perizia disposta nell’inchiesta penale dal Tribunale di Avellino che dichiara vere ed autentiche le foto.

L’ex consigliere comunale Enzo Clemente costituitosi parte civile ha richiesto, in sede di discussione, la condanna penale alla reclusione per il reato di diffamazione aggravata per l’ex Sindaco di Solofra, Antonio Guarino, con un risarcimento del danno da quantificarsi in sede civile, e la condanna alla refusione di tutte le spese processuali.

Il Tribunale di Napoli in data 7 febbraio 2017 ha proceduto a condannare l’ex primo cittadino di Solofra, Antonio Guarino a 4 mesi di reclusione, alla refusione delle spese di giudizio e a risarcire tutti i danni alla parte offesa, disponendo che la quantificazione dei danni verrà effettuata in sede civile.

La sentenza del Tribunale di Napoli si collega a quelle del Tribunale di Avellino che hanno visto condannare alla reclusione anche l’ex segretario comunale di Solofra Matteo Spinelli e l’ex comandante dei vigili urbani Raffaele Immediata per abuso d’ufficio, per altrettanti fatti gravissimi che ledono il decoro e l’onore delle istituzioni portati all’attenzione dei magistrati dall’allora consigliere comunale di opposizione Enzo Clemente.

La giustizia è lenta nel suo corso ma inesorabilmente afferma la verità dei fatti e le sentenze sono pagine di storia per questa comunità che ha visto operare nelle varie amministrazioni comunali, un gruppo organizzato per interessi di parte , attivo in seno alle varie maggioranze consiliari, costitutosi nei vari anni e tenuto in vita anche con tradimenti politici e  cambi di casacca da Sindaci ballerini che ne hanno coordinato l’azione.

Quanto tardivo arriva il riconoscimento, a chi,  si è contraddistinto nel suo ruolo di opposizione e solo oggi a distanza di oltre sei anni riceve l’amara  soddisfazione di aver giustamente denunciato gli abusi perpetrati.  Il riconoscimento arriva sotto i colpi di sentenze penali di condanna riaprendo in questa città una “questione Solofra” che non si è mai risolta. Nessuno a questo punto, dentro e fuori l’Amministrazione Comunale, attuale e passata, può più fingere di ignorare la verità che i processi celebrati hanno portato alla luce. Essa ha infatti dirette ripercussioni su ciò che è diventata questa citta e sugli assetti dei governi cittadini che l’hanno amministrata. La questione Solofra, letta alla luce delle recenti sentenze di condanna, e dei rinvii a giudizio per fatti gravissimi, come falso ideologico, concussione, concussione sessuale, abuso d’ufficio, interesse privato in atti d’ufficio, diffamazione, riguardanti amministratori e funzionari del Comune di Solofra, si è svelata ma non può dirsi  chiarita. Con le sentenze emesse e i rinvi a giudizio disposti possiamo affermare, ancora una volta, come cinque anni fa, che ora più che mai tocca ai cittadini decidere se sciogliere le allegre combriccole o saldare definitivamente ad esse il destino di questa città.    

Enzo Clemente 

 

 

 

 

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