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Solofra. Chiesa Spirito Santo ...scomparire per sempre?

Questo stupendo edificio sacro rappresenta, seppur in modo minore rispetto alla Collegiata di San Michele arcangelo, un mirabile esempio di maestranza della bottega di Giovan Tommaso Guarini, padre del più noto Francesco (1611 – 1651), intorno all’inizio del XVII secolo.

Edificata, infatti, nell’anno 1610 come varie fonti testimoniano, tra il 1623 ed il 1629 la chiesa fu impreziosita dalle tele dell’allora cinquantenne Giovan Tommaso, anch’egli pittore come il padre Felice, fortunata passione trasmessa al piccolo Francesco che adolescente già lavorava presso la bottega paterna e che, grazie all’affrancamento dallo stile manierista, divenne il pittore che tutti conosciamo facendo esperienza presso lo studio di Massimo Stanzione, in linea con la scuola napoletana Caravaggesca.

L’avanzamento della vegetazione negli anni

La bottega Guarini, maestra anche nell’arte dell’intaglio, realizzò i magnifici cassettoni della Collegiata grazie all’appoggio della famiglia Vigilante. Lo stesso avvenne anche per la piccola chiesa dello Spirito Santo,  ma oggi, purtroppo, tale opera è andata completamente perduta a causa dei cedimenti strutturali causati dal sisma del 23 Novembre 1980, dall’avanzamento della vegetazione e dall’insistere delle precipitazioni atmosferiche. Gli interventi di messa in sicurezza e restauro, a seguito degli ingenti danni provocati dal sisma, non furono mai effettuati. Le tele del cassettonato, invece, e la pala d’altare raffigurante la discesa dello Spirito Santo, furono salvate in tempo e collocate nell’attuale auditorium di Santa Chiara, adiacente alla Collegiata.

Il gruppo di ricerca della nostra Associazione il 22 Febbraio 2010 effettuò alcuni sopralluoghi alla struttura per verificare lo stato dei luoghi e verificarne le condizioni attraverso documentazione fotografica e descrittiva.

Bassorilievo di un serafino

Già nel Novembre del 2005 però, ben prima della fondazione dell’A.S.Be.Cu.So. appunto, furono da noi condotte ricerche sulla documentazione storica della Chiesa e, successivamente,recuperammo diversi resti in marmo scolpito, probabilmente appartenuti al vecchio corredo sacro, che prontamente consegnammo nella mani del primicerio, in modo da poterle custodire presso la cripta della Collegiata. Alcune immagini sono di seguito riportate.

La stele di pietra

Oltre le lastre di marmo, la scoperta maggiore fu certamente quella di una grossa stele di pietrache in passato fungeva da chiusura della cripta. Tuttora essa giace al suolo nell’oscurità, occlusa nuovamente da un ulteriore crollo dei resti del soffitto. La nostra associazione conta di poterla un giorno recuperare con l’autorizzazione dell’autorità ecclesiastica, la presenza della Soprintendenza ai beni culturali ma soprattutto con la collaborazione di privati sensibili alla salvaguardia dell’edificio sacro, appello spesso rivolto alla società civile anche dalle testate del mensile locale “Solofra Oggi”diretto dal Prof. Raffaele Vignola.  Sulla stele è raffigurato, in bassorilievo, il sole raggiante simbolo di Solofra con scolpita la dicitura: “SPOS MDCX”, ovvero “Spirito Santo 1610”; la data in cui venne edificato l’edificio di culto nelle forme attuali.

I marmi recuperati dalla cripta

Il 9 Ottobre 2013 la Chiesa dello Spirito Santo subì l’ennesimo crollo. A farne le spese furono le ultime travi marce ed il cassettonato superstite, di cui propongo di seguito una

Cassettonato ed intelaiatura del soffitto (scomparsi)

foto, ormai, storica. Anche gli amici delle associaizoni locali Legambiente ed AMT denunciarono lo stato di incuria ed abbandono in cui da decenni versa la struttura e bollarono, a ragion veduta, l’accaduto con il titolo di “crollo annunciato”.
Un fatto di cronaca che fece eco al cedimento del tetto della storica Conceria Buonanno, avvenuto solo l’anno precedente e precisamente l’11 Febbraio 2012, a seguito delle forti nevicate che imbiancarono l’intera Irpinia. Eventi, questi, che denotano un’ indifferenza a quello che è il patrimonio storico/artistico/architettonico localeda parte delle istituzioni in primis e della stessa società civile, fatto salve, ad onor del vero, le piccole realtà associative come le nostre, da sempre impegnate con eventi e sensibilizzazione sul territorio ed i singoli cittadini che come moderni Giovanni Battista si ritrovano ad urlare nel deserto alle orecchie di sordi interlocutori.

 

 

 

Ad oggi la Chiesa versa ancora in condizioni disastrose e le sue ultime testimonianze aspettano di essere salvate dall’oblio. La meravigliosa facciata seicentesca, così come i resti lapidei contenuti all’interno dei ruderi, hanno diritto ad una dignità nuova in virtù di una memoria storica da tramandare negli anni a venire.

Quanto ancora dovrà scomparire per sempre?

La foto del dipinto chiesa è stata concessa, gentilmente, dall'amico "Pepele"

                                                       – Alessandro De Stefano –

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