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La sentenza del Tribunale di Napoli non cancella la condanna morale nei confronti di Vincenzo De Luca

Caro direttore, il Tribunale Civile di Napoli ha accolto il ricorso di Vincenzo De Luca per la sospensione degli effetti della legge Severino; egli potrà continuare ad esercitare la sua funzione di presidente. Ma noto uno strano silenzio dopo tale sentenza; sembra quasi che gli accusatori di De Luca abbiano perso la voce. Eppure anche dopo tale pronuncia non sono venuti meno i motivi di fondo per i quali per mesi è stato chiesto a De Luca di non candidarsi. Sono convinto da parecchio tempo che De Luca non aveva i requisiti giuridici necessari per candidarsi a governare la Campania ma che non si poteva essere sicuri dell’esito della vicenda giudiziaria sia per la divergenza di idee tra i giuristi sia perché De Luca ha chiamato in campo, a sua difesa, alcuni tra i nomi più rilevanti tra i giuristi italiani. Ma sono convinto anche che il problema di De Luca è soprattutto di tipo morale perché non è accettabile che si sia candidato a governare la Regione Campania un politico che negli ultimi mesi ha subito tre condanne (termovalorizzatore, Corte dei Conti, mancate dimissioni da sindaco di Salerno dopo la nomina a sottosegretario del governo Letta). Questa mia convinzione è confortata dal parere del giurista Massimo Villone, il quale ha sostenuto che in un paese civile non è ammissibile che un condannato si candidi a governare una regione.

Cordiali saluti

Franco Pelella - Pagani (SA)

 

 

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