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TPL in Provincia di Avellino: basta approssimazioni

Urge una risposta alla precarietà del trasporto pubblico locale

I recenti provvedimenti riguardanti la istituzione di servizi di trasporto tra Avellino e Mercogliano e tra

Montoro e l’Università di Salerno, impongono una riflessione sull’isolamento senza precedenti che stanno

vivendo i nostri territori anche a causa di un sistema di trasporto pubblico precario e poco efficiente nel

soddisfare i bisogni di mobilità dei cittadini.

In parte questi risultati testimoniano il disinteresse della politica negli ultimi anni verso il potenziamento

del trasporto pubblico che potrebbe svolgere un ruolo strategico nello sviluppo di tante realtà della

provincia di Avellino. Soluzioni precarie e poco efficienti come quella adottata per collegare alcune

frazioni di Montoro all’Università sita in Fisciano non aiutano a risolvere tali problemi. La Provincia di

Avellino e la Regione Campania non possono continuare ad essere assenti rispetto alla condizione di

isolamento vissuta dai nostri territori; gli amministratori locali non devono tollerare la soluzione del

problema attraverso soluzioni precarie e di dubbia utilità.

Bisogna affrontare una volta per tutte ed in modo definitivo l’organizzazione del trasporto pubblico in

queste realtà territoriali prendendo scelte anche impegnative che però siano in grado di soddisfare le

esigenze dei cittadini. A tale scopo è indispensabile rilanciare la funzionalità della ferrovia che può e deve

svolgere un ruolo fondamentale per la mobilità dei cittadini ed un concreto sostegno allo sviluppo dei

territori.

E’ utile ricordare che, ripristinando i treni Avellino-Mercato S.S. - Napoli, si potrebbe raggiungere il

capoluogo di regione in soli 70 minuti da Avellino, 55 minuti dal solofrano, 45 minuti dal montorese, in

modo più economico rispetto all’autovettura privata e soprattutto indipendentemente dalle condizioni del

traffico stradale. Una soluzione che appare ancora più fattibile e di estrema utilità dopo il prolungamento

della Linea 2 metropolitana di Napoli fino a S. Giovanni-Barra.

Per quanto riguarda il montorese va tenuto conto che la stazione di Montoro dista da quella di Mercato S.

Severino soli 4 km che potrebbero essere coperti, a costo zero, dai treni che già collegano in maniera

frequente tale cittadina con Salerno e percorrono il tratto urbano della Metropolitana di Salerno. La ferrovia

garantirebbe quindi quella continuità territoriale nella valle dell’Irno che oggi non c’è e che costringe tanti

studenti e lavoratori diretti a Salerno ed a Napoli a ricorrere necessariamente al mezzo privato con

inevitabili ripercussioni sulle economie familiari. Una necessità per un Comune che ha quasi raggiunto i

20000 abitanti e per la sua posizione geografica ha contatti non solo con il comune capoluogo di Avellino

ma anche con la città di Salerno.

Non a caso nelle ultime settimane è stata proposta la creazione di collegamenti veloci tra l’avellinese e

Salerno per usufruire dei collegamenti Alta Velocità che lì fanno capolinea con la contestuale

elettrificazione della ferrovia tra Benevento, Avellino e Salerno consentendo in modo definitivo a tanti

comuni di uscire dall’isolamento al quale sono relegati ed aprendo le possibilità di nuovi collegamenti

verso il napoletano e verso Roma e che intercettino anche i collegamenti nazionali a lunga percorrenza.

Parallelamente è necessario intraprendere un discorso anche sui potenziamenti delle infrastrutture anche in

vista della programmazione dei fondi europei da utilizzare fino al 2020 e che privilegeranno gli

investimenti sulle reti ferroviarie.

Una rivoluzione della mobilità verso la valle dell’Irno e Salerno sarebbe determinata dalla realizzazione del

raccordo ferroviario con l’Università di Salerno che consentirebbe ai cittadini di tutti i comuni situati lungo

la linea Benevento – Avellino – Salerno di raggiungere in modo sicuro, economico e stabile l’ateneo

salernitano. Collegamenti che potrebbero essere maggiormente fruibili creando delle fermate ad hoc nei

centri abitati attraversati dalla ferrovia consentendo uno sviluppo di tante piccole realtà che potrebbero

ospitare proprio gli studenti universitari fuori sede. In attesa di questa opera si potrebbe iniziare fin da subito a potenziare le relazioni ferroviarie sfruttando la possibilità di un’integrazione ferro-gomma presso

la stazione sita nella parte bassa di Fisciano.

Similmente per l’Irpinia orientale è possibile, con una spesa contenuta, ripristinare il servizio ferroviario tra

Avellino e Lioni, integrandolo con il trasporto su gomma presso l’autostazione costruita a soli 50 metri

dalla stazione della cittadina altirpina, soprattutto a servizio dei tanti pendolari e dei tanti studenti che sono

diretti verso Salerno e Benevento ma anche con lo scopo di sgravare l’Ofantina da una parte del traffico che

la sta rendendo una delle strade campane più difficoltose, insicure e mortali.

Infine da non trascurare la questione della funicolare di Montevergine, elemento di vitale importanza per i

flussi turistici della zona, la cui riapertura viene procastinata di mese in mese con continue promesse dal

sapore di spot elettoralistico senza nulla dire riguardo la necessità, che si presenterà a breve, di lavori di

manutenzione periodica ai relativi impianti.

Tali interventi si rendono necessari per far uscire l’Irpinia dall’isolamento ferroviario che oggi

contraddistingue la nostra provincia in attesa della futura costruzione della linea ad Alta Capacita (Roma)-

Napoli-Bari. Queste sono le risposte che i cittadini attendono dalla politica, non basta più campare alla

giornata.

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