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A Solofra manca l’acqua? Priorità al parcheggio.

Peggiora la distribuzione dell'acqua a Solofra e nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale (più annunci che fatti!) un miglioramento della situazione non è alle porte,  anzi, si brancola nell'incertezza senza una visone complessiva del problema.

La diminuzione della porta idrica  nelle case e nelle concerie a Solofra era prevedibile già dal gennaio scorso,  quando dopo il verificarsi dell’inquinamento dei pozzi potabili di Montoro, le  analisi effettuate dall'ASL di competenza e dall'ARPAC regionale sui pozzi di Solofra accertarono l’inquinamento da tetracloroetilene  della falda acquifera e la contaminazione dei  pozzi comunali Consolazione e Eustacchio,  nonché  di molti di quelli industriali.   Da quel momento  non si è  approntato un piano adeguato per  evitare l'aggravarsi della crisi idrica.   

Oggi il Sindaco scrive: "entro un mese realizzeremo un nuovo pozzo ad uso potabile".  Ma questo lo si annuncia solo oggi,   nel frattempo,  si è rincorso il piano MiSe dell'ATO a cui il Sindaco di Solofra ha dato delega, non valutando con attenzione  che con il periodo di magra delle sorgenti si sarebbe concretizzato una grave penuria d'acqua in tempi brevi. Proprio ciò che sta accadendo in questi giorni.

Il Sindaco non ha ascoltato i più di mille cittadini sottoscrittori di una petizione popolare indetta da un comitato civico, varie associazioni  culturali e sociali e diversi consiglieri comunali che  proponevano  una modifica  della priorità nella richiesta alla Regione Campania circa l’utilizzo del fondi Europei dell’accelerazione della spesa. Ciò avrebbe consentito di intercettare ingenti risorse finanziarie, immediatamente  disponibili, per affrontare la soluzione dell’emergenza idrica (adeguamento potenziamento della rete idrica comunale con contestuale  separazione della rete civile da quella industriale),  al contrario, insiste nel ritenere prioritaria la richiesta di finanziamento di 3,5 miloni di Euro per la realizzazione di  un parcheggio interrato a Piazza Marello, sapendo che con questo progetto non si affronta  nessuna delle emergenze presenti sul territorio cittadino.                        

Visto che il bacino idrografico di Solofra, naturalmente, è ricco di risorse idriche, si poteva richiedere la priorità sul progetto per l’adeguamento e l’ammodernamento tecnologico dell’acquedotto, così come hanno fatto tanti comuni confinanti, provvedendo al rifacimento delle condutture, dei serbatoi in località Scorza e altrove, al potenziamento dell’adduzione dai pozzi nella parte alta del territorio per la rete civica, realizzando così la salvaguardia complessiva della risorsa idrica. Attraverso l’utilizzo dei finanziamenti regionali sulla "accelerazione della spesa dei fondi europei"  ne sarebbe stato possibile la realizzazione  in tempo brevissimo.  Ma di ciò non si deve discutere.     Non bisogna disturbare il conducente, questa sembra essere “ le nouvel  esprit “  dell’amministrazione solofrana.

In questi mesi, il Sindaco ha dato via libera al piano di Messa in Sicurezza di emergenza della falda idrica tra Solofra e Montoro proposto  dall’ATO CALORE IRPINO, chiamato in causa non si comprende bene a che titolo,  che prevede la realizzazione di acquedotto esterno di surrogazione dal campo pozzi Fontana dell’Olmo di Serino e la realizzazione di una barriera idraulica a valle con una previsione di spesa di circa 30 milioni di euro senza che il Consiglio Comunale abbia potuto affrontare alcuna discussione sulle finalità del piano,  sugli  obiettivi,  sui  precisi costi di realizzazione, sulla sua efficacia e sugli effettivi benefici per la comunità di Solofra.

Anzi l'amministrazione comunale ha ritenuto  la discussione su tali argomenti non rilevante per la comunità e ha evitato ogni confronto  pubblico in Consiglio comunale.

Risultato: i problemi si aggravano e l’acqua manca nelle case dei cittadini.

Così come restano emarginati dalla discussione politica  i problemi legati all’avvio di un piano della caratterizzazione del territorio al fine di una bonifica complessiva della falda acquifera, quelli legati alla mancata messa in esercizio dell’acquedotto industriale da parte dell’ASI di Avellino dopo circa vent’anni dalla sua realizzazione,  e quindi, più in generale, di come consentire l’approvvigionamento idrico per uso industriale alle aziende conciarie.   Così come restano da  affrontare i  problemi legati alla nuova perimetrazione  dell’area urbana rispetto a quella industriale ASI, del frazionamento degli opifici industriali e della riconversione di quelli dismessi.

Assistiamo increduli nell’osservare una gestione  amministrativa che   si chiude in un’autocrazia che rende vano ogni tentativo di emendamento e di collaborazione su temi impegnativi per la cittadinanza.   La realizzazione di un mega parcheggio interrato a piazza Marello non porterà l’acqua nelle case dei solofrani, ne tantomeno nelle concerie. La vera priorità, dunque,  è l’acqua!  Ma il Sindaco non   intende perseguire la soluzione praticabile, chiedendo alla Regione Campania i fondi europei dell’accelerazione della spesa sul progetto di adeguamento    e potenziamento dell'acquedotto  civico  ed industriale.              De Stefano Gerardo                                                                         

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