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Tempo Ordinario: Domenica 31.ma dell'anno C

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com   

Tempo Ordinario: Domenica 31.ma dell'anno C

I  - Luca 19,1-10 - 1. (a) Gesù sta attraversando Gerico, città notevole (1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando), dove, in una visita precedente, aveva operato il miracolo di ridare la vista a un cieco (Lc 18,35-43) e quindi era ben noto anche per questo. Un certo Zaccheo, uomo importante - pensiamo all'assessore delle Finanze di Milano -, arricchito poco onestamente come tutti gli esattori delle tasse del tempo (2 quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco), faceva di tutto per vedere Gesù, ma, essendo piccolo di statura, non ci riusciva a causa della folla (3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura). Risolse la difficoltà correndo avanti e salendo su un albero, che si trovava lungo la strada (4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro),  perché Gesù doveva passare di là (4). E‘ Dio che ha messo nel cuore del cieco la fede in Gesù per farGli chiedere la guarigione, e ora mette nel cuore di Zaccheo il desiderio di conoscere Gesù, di cui aveva sentito parlare e di cui sapeva l'atteggiamento accogliente verso i pubblicani e i peccatori. Un pastore cerca la pecora smarrita nel luogo dove si trova, per riportarla all'ovile. Così Dio cerca ciascuno di noi in qualsiasi posto e situazione ci troviamo, per portarci alla conversione e all’intimità con Lui; si serve per questo delle occasioni più originali e inattese, ma che sono conformi alla sua sapienza infinita. L'ostacolo della piccola statura viene risolto spingendo Zaccheo a salire sull'albero, scelta decisamente strana per un uomo ben noto e di prestigio come lui. Non poteva avvicinare Gesù nella folla, perché la gente lo avrebbe ostacolato. Allo stesso modo Dio con la sua sapienza e la sua Provvidenza ci guida a superare ogni ostacolo, se siamo docili e ci lasciamo indirizzare da lui. (b) Gesù si fa non solo vedere, ma è lui che fissa lo sguardo su Zaccheo, che sta appollaiato sull'albero (5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo), e gli rivolge la parola, autoinvitandosì a casa sua per il pasto (5 perché oggi devo fermarmi a casa tua). Zaccheo, all'invito di scendere subito (5 e gli disse: «Zaccheo, scendi subito), risponde lasciandosi cadere dall'albero (6 Scese in fretta) e lo accoglie con gioia (6 e lo accolse pieno di gioia). Gesù gli dà la possibilità non solo di vederLo, ma anche di stare in intimità con lui parecchio tempo. A questo peccatore, che si sarebbe accontentato di vederlo soltanto e neanche aveva messo in conto di essere guardato, Gesù dà molto di più, al di là di ogni immaginazione. Gesù si dona anche a ciascuno di noi, se lasciamo fare a lui, e diventa per noi fonte di gioia, se ci impegniamo a eliminare gli ostacoli, che si frappongono all'unione con lui. Chiediamo la grazia di essere docili alle ispirazioni del suo Spirito.

 2. (a) La grandissima parte dei presenti mostra chiara la disapprovazione per la visita di Gesù a casa del pubblicano (7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!»), specie i puritani come gli Scribi e i Farisei, ma anche altri sotto il loro influsso. Zaccheo, che ha sentito o immaginato le mormorazioni, dice ad alta voce ciò che aveva già deciso nel suo cuore, di sua iniziativa (8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore), ma sotto l’influsso di quel Signore, al quale parlava: darà subito metà dei suoi molti beni ai poveri e restituirà ai frodati il quadruplo - secondo la legge romana, mentre quella ebraica stabiliva un quinto oltre la somma (8 «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto»). I pubblicani erano odiati per i loro soprusi e perché erano collaboratori dei Romani occupanti; i Farisei e gli Scribi varie volte avevano protestato contro l’accoglienza, che Gesù offriva ai peccatori (Lc 15,1-3). Mirabile è l'effetto dell'incontro con Gesù in Zaccheo e nella sua vita, che viene trasformata radicalmente secondo l'insegnamento del Rabbi: aiuta i poveri e ripara il male operato; è un autentico convertito, che prende sul serio la parola di Gesù, che non aveva mai ascoltato in precedenza e che conosceva solo per sentito dire. Lo Spirito Santo ha lavorato meravigliosamente nel suo cuore e lui si è lasciato plasmare con docilità. Seguiamone l’esempio. (b) Gesù sottolinea alcune verità, che non dovremmo mai perdere di vista: Zaccheo si è convertito, grazie all'incontro con Gesù, che è stato così amabile con lui e l'ha accontentato tanto al di là del suo desiderio (3.5); quel giorno Gesù è entrato come salvatore nella sua casa e ha donato la salvezza a Zaccheo, che pur era discendente di Abramo (9 Gesù gli rispose: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo) e quindi amato in modo speciale da Dio e destinatario delle benedizioni del suo antenato (Gn 12,1ss); inoltre il Figlio di Dio è diventato Figlio dell'uomo per mezzo di Maria ed è venuto a cercare la pecorella smarrita e salvare ciò che era considerato – grave errore! - perduto definitivamente (10 Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto). Gesù, quell’oggi, diede la salvezza Zaccheo e, in quest’oggi, vuol dare la salvezza a ciascuno di noi. Siamo vigilanti per non perdere l’occasione che ci viene offerta.

II - Sapienza 11,20-12,2 - (a)  Dio è infinitamente grande e l'universo, con tutti gli esseri spirituali e materiali, viventi e non, che in esso esistono, è infinitamente piccolo rispetto a Dio, proprio come un po' di polvere, che sta su una bilancia e non la fa neanche oscillare, o come una goccia di rugiada, che scompare con i primi raggi di sole (22 Tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra). Sentiamo la nostra piccolezza per imparare a essere umili davanti a Dio, infinitamente grande, e davanti agli uomini. (b) Dio è onnipotente (23 perché tutto puoi;  cfr. Sap 11,21) e sa tutto, conosce l'insieme delle creature, che ha volute (25), cioè amate, e chiamate all'esistenza (25), le ha create (24 cose che hai creato… formata) e le fa esistere conservandole (25 Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?), e anche donando loro il concorso per agire. E’ presente dappertutto e in tutte le creature, perché ha messo in esse il suo spirito (1 Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose), cioè riflettendo in esse una raggio della sua sapienza, potenza e bontà. E’ infinitamente buono e perciò ama e non prova  disgusto od odio per ciò che esiste; altrimenti neanche l’avrebbe creato è formato (24 Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata). Sentiamoci creature di Dio e termine del suo amore infinito, perché Dio è infinitamente buono. Il fatto stesso che esistiamo vuol dire che ci ha voluti e chiamati all'esistenza; viviamo perché ci ama e vuole la nostra felicità. Egli è il Signore, il Vivente, che ama e dona la vita:  Signore, amante della vita (26). (c) Ma la sua bontà e amore si rivela soprattutto nei confronti di noi uomini, che siamo stati peccatori e lo siamo ancora. Siamo miserabili ed Egli trasforma il suo amore in misericordia, perché prova compassione per noi (23 Hai compassione di tutti, perché tutto puoi ), e distoglie gli occhi dai nostri peccati (23 chiudi gli occhi sui peccati degli uomini), facendo finta di non vederli, perché indulgente verso ogni creatura, di cui è il padrone (26 Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue). Egli segue i singoli peccatori, ricordando a ciascuno i suoi peccati e rimproverandoli (2 e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato); li corregge un po’ alla volta (2 Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano), allo scopo di ottenere il loro pentimento (23 aspettando il loro pentimento), perché lottino contro il male sotto ogni forma, e lo eliminino dalla loro vita (2 perché, messa da parte ogni malizia), e così possano arrivare alla fede piena in Dio (2 credano in te, Signore) e all'amore vero a Lui e al prossimo, che si manifesta con le opere. Quanto ci ama Dio e come è misericordioso con tutti noi e con ciascuno di noi! Sentiamoci amati da Dio e affidiamoci a lui con la fede, speranza e carità. Cambiamo vita, lasciandoci guidare dalla sua Parola e da un buono ed esperto padre spirituale.

III - 2Tessalonicesi 1,11-2,2 – (a) Paolo ricorda ai Tessalonicesi che egli continuamente prega per loro, perché Dio, che li ha chiamati, li renda degni della sua vocazione (11 Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata) e, poiché è onnipotente, li aiuti a realizzare ogni proposito di buona opera, che fa loro concepire, e l'attività della loro fede (11 e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede); in tal modo Gesù sarà glorificato in loro e loro in Gesù, grazie alla bontà di Dio e di Gesù (12 perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo). Anche noi dobbiamo pregare con questa intenzione per noi e per il prossimo, perché la salvezza è opera gli Dio ma anche nostro impegno; se consentiamo a Dio di salvarci, realizzeremo anche la gloria di Padre e Figlio e Spirito Santo. (b) Paolo aveva dovuto interrompere la sua missione a Tessalonica a causa di una persecuzione, provocata dai Giudei, e i fedeli avevano idee incomplete e confuse sulla seconda venuta di Gesù e il nostro radunarci con lui in Paradiso (1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui). Egli raccomanda di non mettersi appresso a falsi mistici e a discorsi o lettere, falsamente fatti passare per suoi, nei quali gli si attribuisce l'affermazione che Gesù è già venuto (1-2 vi preghiamo, fratelli, 2 di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente). Il Signore verrà ma non si sa quando. Anche ai nostri tempi i Testimoni di Geova sognarono l’imminenza della secondi venuta di Gesù o che fosse già venuto. Stiamo alla Parola della Sacra Scrittura, come sempre la Chiesa l’ha interpretata e predicata; e non si è mai sbagliata. E occupiamoci meno della seconda venuta di Gesù e più dell’incontro con Lui alla fine della nostra vita.

EUCARESTIA. Gesù, con la sua Parola nella Messa, continua a invitarci alla conversione e vuole produrre in noi gli stessi effetti, che ci furono in Zaccheo. La conversine è un dono di Dio, che chiediamo per intercessione di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e Santi Patroni.  

 

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