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Emergenza acqua, l’appello della Filctem Cgil: Individuare un gestore unico entro il 30 giugno

La situazione di emergenza nell’erogazione dell’acqua sembra passare in secondo piano, sopraffatta dalle dense e preoccupanti nuvole che si addensano sulla futura gestione dell’acqua, ovvero della risorsa ormai ritenuta universalmente un bene comune.

Nelle province di Avellino e Benevento tra i maggiori gestori attualmente operanti, su Alto Calore Servizi spa, che almeno in termini di comuni e popolazione servita è di gran lunga il maggiore, pende una richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. L’azienda, inoltre, si trova a dover affrontare una situazione operativa precaria, legata soprattutto all’enorme massa debitoria accumulata in decenni di gestione “spensierata”, alla carenza di personale ed ai costi dell’energia elettrica che, ormai, sono assolutamente insostenibili e che nei prossimi mesi determineranno sicuramente un appesantimento della già precaria situazione economico-finanziaria.

Il secondo, ovvero Gesesa spa, ha ormai raggiunto la scadenza della concessione del servizio, sebbene potrà certamente contare su una proroga dal momento che il socio di maggioranza è proprio il Comune di Benevento, ovvero il più importante tra i comuni serviti dalla società partecipata da ACEA, ovvero uno dei colossi del settore idrico in ambito nazionale (e non solo).

Nel distretto Irpinia-Sannio opera ancora un terzo importante gestore, cioè AQP spa che ha raccolto e coltivato l’eredità dello storico Acquedotto Pugliese, trasformando negli anni un Ente estremamente politicizzato in un’azienda moderna, capace di gestire con efficienza un articolato sistema acquedottistico (per estensione, uno dei più grandi al mondo), ma la cui presenza in Irpinia è legata soprattutto all’utilizzo delle ingenti risorse (tra Caposele, Cassano Irpino e Conza della Campania vengono mediamente destinati alla Puglia circa 8.000 litri al secondo), più che alla gestione del servizio in una decina di Comuni dell’Alta Irpinia).

In una simile situazione, la Filctem Cgil ancora non comprende le titubanze da parte del Governo Regionale, che pure nel corso degli anni ha destinato cospicue risorse all’ammodernamento delle reti e impianti idrici, finanziando interventi la cui realizzazione è stata solo avviata (ammodernamento della Centrale di sollevamento di Cassano Irpino, ampliamento dei depuratori comprensoriali di Avellino e della Valle Caudina, Completamento del collettore fognario dell’alta valle del Sabato, ecc.) o è ancora in fase di progettazione e di affidamento dei lavori (come nel caso dei progetti di ammodernamento delle reti idriche per circa 60 milioni di euro in tre annualità).

È delle scorse settimane, infatti, la notizia secondo cui i progetti proposti per il PNRR dai vari gestori nell’ambito del Distretto Avellino-Benevento non sono ammissibili a finanziamento, sebbene validi dal punto di vista tecnico e gestionale, a causa del mancato perfezionamento della procedura di affidamento del servizio idrico.

L’appello della Filctem nell’interesse dei lavoratori cittadini e di due intere Province, è rivolto direttamente al vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola: dia una netta accelerazione per attuare entro la fine del mese le previsioni della L.R. 15/2015 attraverso l’individuazione di un gestore unico nel Distretto Calore Irpino che, riunendo le cospicue esperienze degli attuali enti acquedottistici, possa consentire l’accesso a nuove forme di finanziamento per avviare l’ammodernamento organico delle reti idriche e, soprattutto, superare le criticità che attualmente ingessano il processo di sviluppo del sistema idrico.

Ufficio stampa e comunicazione 
Cgil Avellino

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