Logo

Tempo di Avvento: Domenica I dell'Anno C

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi

 francescospaduzzi@gmail.com 

Tempo di Avvento: Domenica I dell'Anno C

I - Luca 21,20 5-28.34-36 – 1. Gesù preannuncia la sua seconda venuta, stavolta nella gloria, e avverte che essa sarà preceduta da grandi segni in cielo fra gli astri (25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; 26 Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte) e sulla terra fra gli uomini e nella natura (25 e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti). Di questi segni parlavano già i profeti, quando annunciavano che sarebbe venuto il (giorno del) Signore, per salvare il popolo ebreo e punire i popoli pagani. Gesù se ne serve come segni per far capire ai discepoli quando ci sarà la fine del mondo con la sua venuta gloriosa, per giudicare gli uomini (36 e di comparire davanti al Figlio dell’uomo). Non sappiamo se è solo linguaggio simbolico o se qualche particolare si realizzerà; la venuta di Gesù è sicura; i particolari no. Vivissima è la reazione degli uomini  di fronte a questi grandi sconvolgimenti: angoscia di popoli in ansia (25); gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra (26). La paura e l’angoscia sono spontanei, ma non servono a risolvere i problemi, anzi confondono le idee e conducono a soluzioni sbagliate; quel che è utile è che gli uomini si lascino mettere da Dio nella sua grazia e amicizia per consentirgli di salvarli e che essi, a loro volta, aiutino gli altri a fare altrettanto. (b) In effetti Gesù verrà e manifesterà la sua presenza e potenza divina (27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria): salverà i buoni e condannerà i cattivi. Anzi egli esorta i buoni ad affrontare con coraggio questo momento (28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo), giacché esso costituisce la loro liberazione definiva (28 perché la vostra liberazione è vicina) da ogni schiavitù, da quella del diavolo e quella della carne e quella della mentalità mondana in questo mondo; l'uomo potrà slanciarsi verso Dio senza che nessun ostacolo lo rallenti e potrà stare con Lui nella felicità perfetta. Impegniamoci affinché e in modo che possiamo essere collocati tra i salvati.

2.  Dobbiamo comparire un giorno davanti a Gesù (36) alla fine del mondo e, prima ancora, alla fine della nostra vita terrena. Questi due giorni si presenteranno all'improvviso (34 e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso), e non conosciamo né l’anno né il mese né il giorno né l’ora della loro venuta; come il cacciatore e l'uccellatore lanciano inaspettato il laccio per prendere gli animali o gli uccelli, così essi arriveranno per tutti uomini del mondo (35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra). Per non farci trovare impreparati, dobbiamo anzitutto stare attenti a evitare che le nostre menti e cuori si disperdano nelle preoccupazioni della vita, nelle perdite di tempo in distrazioni e dissipazioni, e in ubriachezze (34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita); inoltre occorre stare ben svegli sempre, impegnando il tempo nella preghiera (36 in ogni momento pregando) e nel compiere i nostri doveri, cioè nel fare la volontà di Dio (36 Vegliate in ogni momento) e così sfuggire ai pericoli e alle insidie, che la vita e gli avvenimenti ci riservano, e ai rischi, che corriamo alla fine della vita e del mondo (36 perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere). In sostanza Gesù ci ammonisce perché il giorno della fine del mondo e quello della vita non ci trovino impreparati. Essere pronti significa impegnarsi a fare sempre la volontà di Dio, cioè a osservare i comandamenti e a fare il nostro dovere; egli ci avverte di stare attenti a due cose: evitare di perderci negli affari della vita quotidiana e impegnarci nel rapporto con Dio nella preghiera; applichiamoci specie alla meditazione e all’esame di coscienza, tanto raccomandati dai maestri di vita spirituale. Chiediamo la grazia di prendere finalmente sul serio gli avvisi del Signore.

II - Geremia 33.14-16 – (a) Geremia mette direttamente sulla bocca di Dio (14 oracolo del Signore) l'annuncio che in futuro (14 Ecco, verranno giorni) egli realizzerà le promesse di beneficare il popolo ebreo (14 nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda). Tutto si rifà alla promessa fatta ad Abramo: discendenza numerosa, patria terrena, essere popolo di Dio coi beni che questo comporta. Garante e mediatore di questi beni sarà un discendente giusto di Davide - e quindi obbediente a Dio -, perciò anche lui dono di Dio (15 In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto); egli emetterà giudizi giusti secondo la Legge di Dio (15 che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra), cioè secondo la volontà di Dio. Frutto dell'opera del Messia, discendente di Davide, sarà la salvezza e la tranquillità, cioè la pace per gli ebrei (16 In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla); questo apparirà anche nel nome nuovo di Gerusalemme, cioè che il Signore è giusto ed è all'origine della santità, salvezza e pace, della Città Santa (16 e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia). Geremia fa queste promesse per ordine e a nome di Dio, proprio nello stesso periodo, in cui sta preannunciando la distruzione del regno di Gerusalemme e del tempio a causa delle disobbedienze del popolo a Dio. Geremia promette la santificazione del Popolo e la salvezza, innanzitutto di ordine spirituale; Dio ha realizzato queste promesse per gli ebrei e per tutti gli uomini grazie a Gesù. Gesù con la sua parola annuncerà la buona novella, e col suo esempio e la sua grazia aiuterà i suoi discepoli a camminare sulla via, che porta alla salvezza. Rinnoviamo la nostra fede nella sua potenza è bontà. (b) Geremia annuncia quello che avverrà in occasione della prima venuta di Gesù, quella che si sarebbe realizzata 6 secoli dopo il profeta, e quindi per noi 20 secoli fa; ce ne parla il Vangelo e gli altri testi ispirati del Nuovo Testamento. Geremia diceva: il Messia verrà; noi invece affermiamo: il Messia venne. Egli venne per fare della sua vita un sacrificio gradito a Dio, compiendo sempre e pienamente la volontà del Padre, fino alla morte di croce; la sua resurrezione e glorificazione sono il segno che Dio ha approvato tutto quello che Gesù ha detto e ha fatto. Gesù con la sua vita e Passione e Morte ha realizzato la nostra salvezza, ottenendoci il perdono dei peccati e rendendoci giusti davanti a Dio; venne per questo; ma tornerà alla fine del mondo nella gloria per giudicare tutti gli uomini, ormai resuscitati.

III – 1Tessalonicesi 3,12-4,2 - Paolo ricorda che Gesù verrà una seconda volta, accompagnato dai Santi (13 alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi), per giudicare gli uomini. Come prepararsi a questa sua seconda venuta, preannunziata da Gesù stesso (Lc 21,25-28.34-36)? I discepoli devono mettersi alla scuola dell’Apostolo per imparare ciò che Gesù ha insegnato (2 Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù) circa il modo di comportarsi per piacere a Dio (1 come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio) e per poter fare progressi (1 affinché… possiate progredire ancora di più); in realtà essi già si comportano in modo retto (1 e così già vi comportate). Così S. Paolo constata con gioia che si comportano bene, ma li prega ed esorta vivamente in Cristo a perseverare (1 Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù…). I Tessalonicesi devono tenere presente che tutto è dono di Dio, soprattutto il progresso spirituale (12 Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare), che si concretizza nella pratica della fede - tutto parte da questa virtù - e dell'amore a Dio e al prossimo e reciproco (12 nell’amore fra voi e verso tutti), seguendo l'esempio di Gesù e di Paolo stesso (12 come sovrabbonda il nostro per voi). Il fine di questa crescita è che i fedeli siano veramente santi e stabili (13 per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità) al cospetto di Dio, che è il nostro creatore e padrone, ma è voluto diventare padre nostro (13 davanti a Dio e Padre nostro). (a) Già prima della fine del mondo incontreremo Cristo giudice, precisamente alla fine della vita per il giudizio particolare; è molto  utile che, prima di presentarci a Gesù, ci sottoponiamo al suo giudizio nell'esame di coscienza e nella confessione personale, per ottenere misericordia da Dio e il perdono per i peccati commessi; un buon esame quotidiano e la confessione almeno mensile o quindicinale ci tengono impegnati per la nostra maturazione personale, puliti e puri davanti a Dio e sereni nel pensare al giudizio particolare e universale. (b) La santità e la salvezza sono dono di Dio; i doni si possono ottenere chiedendoli a chi ce li può dare: insistiamo con la preghiera costante e continua, raccomandata da Gesù e riaffermata da S. Paolo e dai Santi per ottenere il dono dell'amicizia stabile col Signore adesso e la salvezza eterna nell'aldilà. (c) Gesù venne; Gesù verrà; Gesù viene continuamente in mezzo a noi, invisibilmente senza segni esterni e anche rendendosi visibile per mezzo dei segni, che Egli stesso ha stabiliti e ci ha rivelati: l’Eucarestia, i Sacramenti, la Parola, l’assemblea, i ministri, i fratelli, specie se bisognosi, il cuore dell’uomo mediante la fede e la carità. Gesù si rende realmente presente e operante mediante questi segni per produrre oggi in noi gli stessi effetti della sua presenza e opera di venti secoli fa: la liberazione dal peccato e la nostra santificazione, ma anche miracoli di guarigione fisica e liberazione degli ossessi.

EUCARESTIA. La valorizzazione di questi incontri col Signore Gesù nei segni della sua presenza, specie nell’Eucarestia, ci fa preparare bene all’incontro col Signore alla fine della nostra vita e a quello della fine del mondo. La fede, la speranza e la carità, sono le virtù, che ci guidano a questi incontri e che noi chiediamo per intercessione di Maria e Giuseppe, che ottimamente si prepararono alla prima venuta del Signore. 

mons, Francesco Spaduzzi

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Cultura


“Il Lampione della Cantonata”

L’incontro promosso in sinergia con il Provveditore agli Studi di Avellino, dott.ssa Fiorella Pagliuca e la coordinatrice del Centro di Giustizia riparativa, avv. Giovanna Perna, rientra nelle attività per la promozione di una[...]

La sfida dell'eccellenza

Nel contesto attuale, dove il lavoro è scarso e la competizione è agguerrita, c'è una crescente preoccupazione della fuga dei giovani italiani verso il Nord Italia. Le nuove generazioni considerano la Campania, un pae[...]

Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici