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Emergenza dell’abitare sicuro e decoroso, dare corso alla rigenerazione urbana

“Da qualche settimana con diversi interventi attraverso i mezzi d’informazione locale viene posto in risalto: progetti, programmi, e idee programmatiche di interventi di carattere urbanistico tendente a trasformare l’intero assetto della città.
Il progetto di rigenerazione urbana comprende un intervento globale che partendo da C.da Serroni (Valle) arriva a Borgo Ferrovia; non solo, perché nei fatti coinvolge tutta l’area urbana, cioè tutti i comuni limitrofi al capoluogo (Atripalda, Mercogliano, Monteforte Irpino), quindi, una mole di lavori da cantierare, con finanziamenti Europei, Nazionale, Regionale per milioni e milioni di €uro, interessando oltre centomila abitanti delle zone interessate.” Esordisce Fiordellisi che prosegue:
“Indubbiamente un grande progetto per una grande trasformazione della città e dell’intera area urbana, soprattutto per uno speranzoso: abbellimento, efficiente mobilità, l’uso più razionale dei servizi, degli spazi liberi, aree aggreganti nel rispetto ambientale ed ecologico. Un Grande Sogno. Da condividere con i cittadini per portarlo avanti”
Riprende Lieto del Sunia:”Non intendiamo entrare in considerazioni dei tempi di realizzazione e quale sarà la generazione che potrà goderne i risultati; riflettiamo sul tempo di realizzazione degli 800 metri di tunnel, dei 200 metri della bretella piazza Castello – Corso Umberto I, l’Autostazione di via Moccia. Intendiamo, invece, porre una questione e una domanda che consideriamo di estrema importanza: E’ sufficiente operare sugli aspetti strutturali della città e del territorio interessato per essere convinti del recupero assoluto di tutti i quartieri periferici? della loro reale integrazione? ma soprattutto è contemplato una migliore abitabilità per le famiglie che risiedono e vivono la quotidianità delle periferie?” Il dubbio riflette Lieto:”
Infatti, a leggere tante pagine, paragrafi, capitoli che descrivono gli interventi da effettuare nei prossimi dieci o forse venti anni non vi è alcun cenno di un intervento serio, totale e globale che affronti L’EMERGENZA ABITATIVA.”
La Cgil Avellino ed il Sunia con Fiordellisi e Lieto affermano con amarezza: “Si dimentica, si trascura e si tace sul fatto reale: la città di Avellino mostra ancora tutte le ferite non sanate del post terremoto. Sono circa 350 le famiglie che ancora vivono in prefabbricati istallati negli anni ’81- ’82 – ‘83 destinati a durare cinque anni e che a distanza di circa 40 anni sono diventati: marci, fatiscenti, con coperture cadenti, con infiltrazioni di acqua durante i temporali, presenza di amianto, condizioni igieniche precarie, disagiate, inesistenti, tubazioni e rete fognaria, verticale e orizzontale rotte e usurate dal tempo e da mancati interventi manutentivi.
Diversi nuclei familiari con bambini piccoli costretti a vivere e a convivere con insetti, scarafaggi, ratti, erbacce e cumuli di rifiuti depositati e abbandonati nei cortili, aree che non appartengono a nessuno.
Queste sono le condizioni di abitabilità di molte famiglie del capoluogo, ma anche di altri comuni come Atripalda con il quartiere Alvanite, che occupano un alloggio pubblico.”     “Proprio su queste condizioni di disagio abitativo , come  Cgil di Avellino” ricorda Fiordellisi “avevamo lanciato un’iniziativa sui dimenticati di questi immobili a 40 anni dal sisma con l’indagine foto documentata del fotografo Luca Daniele e del giornalista Antonello Platì e il calendario 2021.” 
Ma a ben osservare vi è dell’altro. 
“La pandemia causata dal Covid che ha colpito il mondo intero è anche causa di un pesante aggravamento delle condizioni economiche – finanziarie di molti nuclei familiari: la chiusura di tante attività commerciali, artigianali, enogastronomiche ha generato una massa considerevole di senza lavoro con riduzione dei redditi e in alcuni casi anche il loro azzeramento con l’insorgenza di nuove povertà e nuovi poveri. Tutto ciò ha una ripercussione sulle condizioni di vita delle famiglie che vivono in alloggi fittati con contratti privati che colpite gravemente nel reddito, ha causato la diffusione del fenomeno di morosità delle locazioni con la conseguenza di avvii dei procedimenti di sfratti che potrebbero diventare esecutivi alla scadenza del blocco il 30 Giugno p.v.” Ci ricorda Lieto. 
“Di fronte ad un quadro della realtà sociale così tanto oscuro, grave e drammatico va anche bene pensare a costruire un parco giochi o al recupero di strutture monumentali, ma è PRIORITARIO cercare programmi, soluzioni e finanziamenti per assicurare a tutti il bene, in assoluto, di prima necessità per dare UN’ABITAZIONE SICURA E DECOROSA!”   Per la Cgil Avellino ed il Sunia risulta dirimente questo
“siamo convinti che questo debba essere il punto essenziale, il tema principale per chi si è proposto di governare una regione, una provincia, una città; per questo crediamo che sia necessario che il PROBLEMA DELL’EMERGENZA ABITATIVA, debba essere un peso PESANTE per ogni CONSIGLIERE COMUNALE; la gravità del fenomeno calata nella gravità della crisi del momento che la città sta attraversando, con il serio timore che in futuro sarà ancora più grave, il tema di come assicurare un’abitazione a chi non ce l’ha, sanare definitivamente le abitazioni insalubre dovrà essere oggetto di dibattito dell’intero Consiglio Comunale. Il problema è tanto drammatico che non può essere scaricato sul singolo assessore o al singolo dirigente. E’ un problema che deve essere avvertito da chi, avendo scelto di fare attività politica e di essere al servizio del popolo avverta di possedere la sensibilità, il senso del dovere sociale, etico e morale e si faccia carico e corresponsabile del problema.”  In fine il SUNIA unitamente a tutta la CGIL di Avellino è disposta a mettere a disposizione la propria esperienza, capacità e uomini per collaborare e contribuire con idee e proposte per fronteggiare nella sua globalità.

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