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Una duchessa contro un mondo di uomini

Recensione del romanzo storico di Carla Marcone a cura di Manuela Moschin del blog https://www.librarte.eu

Recensione a cura di Manuela Moschin del blog https://www.librarte.eu

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Leggere un romanzo storico è sempre affascinante perché è paragonabile a un viaggio nel tempo.

Le biografie romanzate, inoltre, rappresentano un’ottima occasione per comprendere nei minimi particolari i personaggi del passato.

Il libro narra le vicende della duchessa di Napoli Teresa Filangieri che è vissuta nel periodo dell’Unità d’Italia e del colera. Si tratta di un personaggio poco conosciuto, ma che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia.

Lei fu una donna di talento e coraggio che, a seguito di alcuni avvenimenti dolorosi, decise di fondare un ospedale pediatrico per malattie infettive: “E si sentì guidata da una mano invisibile, come le stelle in un cielo coperto di nuvole, paziente come quella di una santa, forte come quella di un pirata, coraggiosa come quella di un soldato. Ma in quale modo? Dove cercare, trovare il denaro necessario?”

L’autrice si è addentrata nella vita della protagonista, cercando di percepire i suoi malesseri, i timori e le angosce: “Ogni piccolo viso smunto, ogni mesto sorriso insidiato dalla sofferenza, la precipitarono in un luogo della memoria che si chiamava Lina. Il ricordo acuto, straziante, le centrò il petto, lo dilaniò, e il suo cuore esplose cancellandole intorno il tempo e lo spazio”.

La scrittrice ha dipinto una Napoli sofferente, ma forte e valorosa. Il periodo trattato si sviluppa tra il 1826 e il 1880, quando l’edificio di Sant’Orsola alla Cupa divenne un luogo di soccorso per i più deboli e ammalati: “Napoli, addì 4 novembre dell’anno 1880. Oggi sarà inaugurato l’ospedale di Lina. Il mio sogno è compiuto.”

Alcuni passaggi sono arricchiti da forme dialettali napoletane che si leggono in modo piacevole.

Carla Marcone ha scritto questo racconto con grande passione. Le sue parole creano sensibili atmosfere di lirismo e di speranza, tanto da intuire che si è talmente immedesimata nel personaggio principale da riuscire a “indossare i suoi panni”.

Concludo porgendole i complimenti per aver creato una narrazione viva e colma di sentimento.

Sinossi:

All’indomani dell’Unità d’Italia, in una Napoli preda della miseria, dove i bambini poveri sono abbandonati al proprio destino e le orfane spesso diventano spose raccattate, puttane o suore senza vocazione, una duchessa attraversa i vicoli lerci, bussa alle porte dei bassi, interroga la gente, il popolo, per capire, per aiutare e non per sedurre con promesse irrealizzabili. In questa Napoli lazzara di Michele ’o Belzebù, dove l’azzurro degli occhi di Raffaele si sporca col nero della superstizione della schiena ingobbita del buon Alfonso, Teresa Filangieri concepisce un progetto ambizioso: far costruire il primo ospedale pediatrico per malattie infettive. Per riuscirci deve scontrarsi con il mondo degli uomini, quegli stessi, padri e mariti, a cui le donne ancora appartengono di diritto. Sfida le convenzioni, sottomette l’orgoglio, raccoglie dalla strada gli scugnizzi, ferite purulente che bisogna cominciare a disinfettare. Carla Marcone mette in scena una Napoli in cui la storia viaggia per conto proprio, separata nei tempi e nei modi dal resto d’Italia, dove vivere è una ricompensa e morire spesso è un privilegio, e ridona luce a una donna dai natali illustri, animata dalla passione civile, dall’amore verso i più deboli, ma troppo in fretta dimenticata dalla Storia. “L’uomo nobile non si perde mai d’animo e vince il timore”. Quelle parole le erano bastate a porle nell’anima l’ebbrezza che emerge dal pericolo e ne trae una forza più grande. Non si sarebbe arresa mai!"

 

Carla Marcone è nata a Napoli in una calda notte di luglio, mentre nel mondo echeggiava la rivolta e le streghe tornavano bruciando il reggiseno in piazza. Crescere in una famiglia di stampo patriarcale, dove, però, erano le donne a portare i pantaloni, ha sviluppato in lei un estremo senso di ribellione contro ogni sopruso, contro ogni ingiustizia. I suoi personaggi, di cui l’autrice racconta in uno stile fatto spesso di parole sussurrate che nascondono segreti, affrontano nella maggior parte dei casi il proprio destino spinti dalla molla del “adessovifacciovedereiodicosasonocapace”, talvolta uscendone vittoriosi, altre delusi e sconfitti; ma è la vita, sì la vita, quella vera, quella della gente comune che Carla Marcone trasporta, riveduta e corretta dalla fantasia, nei suoi romanzi. Ha pubblicato il racconto Favola d’Aprile (2004), e i romanzi Fiori di carta (Scrittura&Scritture 2005) e Teresa e la luna (Scrittura&Scritture, 2008).

 

 

 

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