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Tempo di Natale: Domenica II dell'Anno B

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it

I - Giovanni 1,1-18 - 1. In principio (1.2), cioè da tutta l'eternità esiste Dio, che però non è solo, in quanto egli da sempre è anche Padre di un Figlio Unigenito (14 Figlio unigenito/ che viene dal Padre; 18 il Figlio unigenito, / …del Padre). Il Figlio è Dio come il Padre (1 e il Verbo era Dio; 18 che è Dio); egli ha anche il nome di Verbo – Parola (1 In principio era il Verbo) e sta presso e in Dio Padre (1 e il Verbo era presso Dio; 2 Egli era, in principio, presso Dio; 18 ed è nel seno del Padre). Da tutta l'eternità il Padre genera il Figlio e lo Spirito Santo procede da Padre e Figlio ed è uguale a loro. (a) E’ il primo mistero principale della nostra fede; i teologi e i mistici hanno scritto cose bellissime su questo argomento; noi crediamo al mistero del Dio Uno e Trino: lo adoriamo, lo benediciamo che è così, lo ringraziamo che ce lo ha rivelato per mezzo del Figlio fatto uomo (18 è lui che lo ha rivelato); lo ringraziamo, se qualche cosa Dio ci fa capire e gustare del mistero (Ef 1,17-18),. (b) Il Figlio è chiamato anche Verbo, perché come la parola manifesta il pensiero della nostra mente, così il Figlio manifesta il Padre - e lo Spirito Santo manifesta Padre e Figlio, perché procede da entrambi. Nel Libro della Genesi (1,1-27) Dio crea tutte le creature per mezzo della sua Parola (3 tutto è stato fatto per mezzo di lui/ e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste; 10 e il mondo è stato fatto per mezzo di lui). In realtà ogni creatura è stata fatta da Padre e Figlio e Spirito, anche se si attribuisce al Padre l'onnipotenza, al Figlio l’onniscienza o sapienza, e allo Spirito Santo la bontà; perciò diciamo che il Padre onnipotente crea per mezzo della sapienza del Figlio e della bontà dello Spirito; così in ogni creatura troviamo l'impronta, l'immagine, il segno, il riflesso, una partecipazione della potenza del Padre e della sapienza del Figlio e della bontà dello Spirito; quindi tutte le creature – noi compresi - possono essere un gradino per arrivare a Dio. In ogni creatura possiamo riconoscere la presenza di  Dio, adorarlo, ringraziarlo, dialogare con lui, non sentirci mai soli, specie in pandemia. Questa idea ci può aiutare molto a sentirci e a crescere nella comunione con Dio e con tutti gli uomini. Ogni creatura – anche noi -  è buona; se poi essa diventa cattiva, è per l’uso cattivo che ne facciamo.  

2. Il Figlio di Dio (14.18) e Creatore del mondo (3.10), a un certo momento della storia, è diventato uomo ed è venuto a piantare la sua tenda in mezzo agli uomini, divenuti suoi fratelli (14  E il Verbo si fece carne/ e venne ad abitare in mezzo a noi). E’ venuto come luce che illumina gli uomini, ciascun uomo (9 Veniva nel mondo la luce vera,/ quella che illumina ogni uomo). Egli illumina gli uomini con la sua Parola, giacché egli è il Verbo (1), che si è fatto visibile, è pieno… di verità (14) e la verità è venuta per mezzo di lui (17 la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo); d’altra parte Lui solo ha visto il Padre (18 Dio, nessuno lo ha mai visto), e Lui solo ce ne può parlare e ce lo può rivelare (18). Egli è venuto anche come Vita, che Egli ha ricevuta dal Padre (Gv 5,26), ed è sorgente di vita (4 In lui era la vita/ e la vita era la luce degli uomini) per gli uomini che credono in lui (7 Egli venne come testimone/ per dare testimonianza alla luce,/ perché tutti credessero per mezzo di lui). Ma non tutti gli uomini lo hanno accolto: il mondo si è rifiutato di riconoscerlo (10 Era nel mondo/…;/ eppure il mondo non lo ha riconosciuto; 11 Venne fra i suoi,/ e i suoi non lo hanno accolto): ha rifiutato la sua Parola e la sua Luce, ma non è riuscito a soffocarla (5 la luce splende nelle tenebre/ e le tenebre non l’hanno vinta). Alcuni hanno accolto il Verbo, Luce e Verità, e sono diventati figli di Dio, perché hanno creduto in lui (12 A quanti però lo hanno accolto/ ha dato potere di diventare figli di Dio:/ a quelli che credono nel suo nome); perciò sono stati generati da Dio (13 i quali, non da sangue/ né da volere di carne/ né da volere di uomo,/ ma da Dio sono stati generati) a immagine del Figlio Unigenito, e per mezzo di Gesù (16) sono stati resi partecipi della vita divina. I credenti, proprio grazie alla fede, hanno conosciuto e contemplato il Figlio di Dio e la sua gloria (14 e noi abbiamo contemplato la sua gloria,/ gloria come del Figlio unigenito/ che viene dal Padre,/ pieno di grazia e di verità), e per mezzo suo hanno ricevuto ogni grazia (16 Dalla sua pienezza/  noi tutti abbiamo ricevuto:/ grazia su grazia) e la verità (17): in Cristo ricevono tutto. Anche noi vogliamo essere tra quelli che credono in Cristo, lo accolgono come Dio e uomo, come Figlio-Verbo di Dio e creatore del mondo, come luce e vita, come grazia e verità; vogliamo occupare il nostro tempo ad ascoltarlo e contemplarlo, a credere in lui, a sperare in lui, amarlo in se stesso e nei fratelli, alla cui salvezza vogliamo collaborare con la testimonianza della vita e della parola. Vogliamo accoglierlo e portarlo agli altri come fecero Maria e Giuseppe e Giovanni Battista (6-8.15).

II - Siracide 24,1-2.8-12 - La Sapienza di Dio, che è infinita, è un attributo di Dio, ma già nell'AT viene sempre più personificata: qui appare proprio come una persona che pensa, parla, agisce. Nel NT la sapienza è attribuita al Figlio di Dio, che diventa uomo; perciò, per capire e gustare questo brano, pensiamo a Gesù profeta che parla, sacerdote che esercita il suo ministero di culto, e re che presta il suo servizio al popolo. La Sapienza è profeta e parla nell'assemblea (2 Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca), parla bene di sé (1 La sapienza fa il proprio elogio), e rivela la sua grandezza come manifestazione di Dio (1 in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria; 2 dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria), e riconosce che tutto riceve da Dio e in lui si gloria (1 in Dio trova il proprio vanto). Tutti l’ascoltano e ammirano (2 nella santa assemblea viene ammirata), la lodano (2 nella moltitudine degli eletti trova la sua lode), la esaltano (2 in mezzo al suo popolo viene esaltata), è riconosciuta arricchita dei doni di Dio fra coloro che li hanno ricevuti in abbondanza (2 e tra i benedetti è benedetta). Dio, che è il creatore di tutto (8 Allora il creatore  dell’universo) e ha creato anche la sapienza (8 colui che mi ha creato), da prima dell'inizio del tempo, anzi dall'eternità (9 Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato) - e quindi sembrerebbe piuttosto generata e non creata, proprio come il Figlio di Dio, con il quale viene identificata nel NT. Dio le diede ordine di fissare la sua dimora (8 mi diede un ordine,.. mi fece piantare la tenda e mi disse) nel popolo ebreo (8 “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti”; 10 e così mi sono stabilita in Sion; 11 Nella città che egli ama mi ha fatto abitare; 12 Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità). Creata o generata da Dio, è comunque immortale o eterna (9 per tutta l’eternità non verrò meno). Essa ha anche esercitato in Gerusalemme il sacerdozio nel Tempio (10 Nella tenda santa davanti a lui ho officiato) e la regalità (11 e in Gerusalemme è il mio potere). Ci troviamo di fronte a Gesù: lo adoriamo, lo riconosciamo come profeta e sacerdote e re, che comunica la sua missione alle membra del suo Corpo Mistico. Ringraziamo e lodiamo, esaltiamo il Figlio di Dio fatto uomo, che rivela la sapienza già dodicenne nel Tempio e ancora più alle folle nella vita pubblica, ed esercita il suo sacerdozio e la sua regalità in maniera assolutamente unaspettata.

III - Efesini 1,3-6.15-18 - S. Paolo loda Dio, il Padre di Gesù, nostro Dio e vero uomo, perché in lui ci ha arricchiti di tutti i beni spirituali, provenienti dal cielo (3 Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,/ che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo); già prima della creazione del mondo pensava a noi, vedendoci in Gesù, e ci scelse in lui per essere alla sua presenza senza peccato e santificati con una vita di carità (4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo/ per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità). Egli ci predestinò a essere suoi figli adottivi mediante Gesù (5 predestinandoci a essere per lui figli adottivi/ mediante Gesù Cristo), perché così aveva deciso per amore (5 secondo il disegno d’amore della sua volontà), perché fosse esaltata la sua benevolenza, che Egli ci dona gratuitamente nel Figlio (6 a lode dello splendore della sua grazia,/ di cui ci ha gratificati nel Figlio amato). In sostanza Dio ci vede in Cristo come suoi figli adottivi - diventiamo membra del suo Corpo Mistico e abbiamo da lui la vita divina -, come figli nel Figlio, al quale rassomigliamo. Grazie a questa somiglianza, diventiamo graditi a Dio Padre in Cristo per lo Spirito. (b) Questo è il piano di Dio; ma come facciamo a entrarci? Innanzitutto grazie alla fede in Gesù, come l'avevano gli Efesini (15 Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù). Questa fede matura grazie a uno speciale dono di intelligenza e di interiore illuminazione, concesso dallo Spirito Santo per aiutare a conoscere il mistero di Dio (17 affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui).  Noi crediamo in Gesù, anzitutto alla sua Persona, che è vero Dio e assume la natura umana; è nostro maestro e noi accettiamo il suo insegnamento su ciò che dobbiamo credere e ciò che dobbiamo fare; è il nostro salvatore e accettiamo di essere salvati da lui mediante la sua Passione e Morte. Per avere la salvezza, abbiamo bisogno anche della virtù della speranza, che è confidenza nella bontà di Dio, nelle sue promesse, nei meriti di Gesù Cristo, nella potenza e sapienza infinite di Dio, che può salvare e sa trovare i mezzi per farlo; anche la speranza è dono di Dio, che con la sua illuminazione ci fa conoscere e apprezzare i doni sperati (18 illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati), che sono il possesso della stessa eredità dei santi (18 quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi). E’ indispensabile la carità (15 e dell’amore che avete verso tutti i santi), per cui rispondiamo all'amore di Dio per noi e per gli altri col nostro amore a Dio e agli altri. Tutt’e tre le virtù teologali sono il fondamento e il vertice della vita cristiana, per vivere la vita soprannaturale, che si regge su queste virtù e sulla preghiera, in particolare quella di ringraziamento (16 continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere). Con la Chiesa preghiamo per ricevere queste virtù e maturare in esse.

EUCARESTIA. Qui incontriamo Gesù in molteplici modi, esercitiamo le tre virtù teologali e dialoghiamo con lui nella Liturgia della Parola e nella preghiera, che ci aprono al dono della salvezza. Gesù qui è sorgente di luce e di vita e ce le comunica entrambe. Chiediamo alla Vergine Maria e a S. Giuseppe, agli Angeli Custodi e ai Santi Patroni, di ottenerci di praticare queste virtù. 

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