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TEMPO DI NATALE: Santa Famiglia di Gesù e Maria e Giuseppe (Anno B)

I - Luca 2,22-40 - La Parola di Dio ci propone la vita di famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. (a) Essi seguivano la Legge di Dio, ricordata ben 5 volte in questo brano (22 secondo la legge di Mosè; 23 come è scritto nella legge del Signore; 24 come prescrive la legge del Signore; 27 per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo; 39 secondo la legge del Signore), cioè si regolavano secondo la volontà di Dio, espressa nella Legge. Gesù venne per fare la volontà del Padre e fu obbediente da quando entrò nel mondo col concepimento a quando spirò: egli osservò fedelmente la Legge dell'AT, anche le rituali, come vediamo qui nella presentazione al Tempio, in cui erano coinvolti a vario titolo sia Gesù per i cinque cicli che doveva pagare Giuseppe per riscattarlo in quanto primogenito, sia Maria per la purificazione dopo 40 giorni dalla sua nascita; partecipavano ai pellegrinaggi annuali e alla celebrazione della Pasqua, ai sacrifici quando si trovavano a Gerusalemme, all’ascolto della Parola di Dio il sabato nella sinagoga, ecc. Rispettavano soprattutto i dieci comandamenti nei due precetti dell’amore a Dio e al prossimo. E noi rispettiamo i comandamenti e le leggi e precetti della Chiesa, in particolare partecipiamo alla messa festiva con la comunione, alla confessione annuale, meglio se mensile, alla penitenza quaresimale, e collaboriamo alle spese della Chiesa? (b) Osservavano anche la volontà “di permissione” di Dio. Nel mondo ci sono uomini e donne, che fanno il male al prossimo e ci sono tante malattie…; Dio lo permette per rispettare la loro libertà e interviene quanto lo ritiene opportuno nella sua sapienza infinita; per parte nostra dobbiamo esercitare la pazienza: possiamo e talvolta dobbiamo difenderci, ma senza odio e secondo la legge di Dio. Simeone annunciò Maria e a Giuseppe le sofferenze, che avrebbero affrontato presto in unione con Gesù (34 Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»), come la fuga in Egitto e la permanenza in mezzo agli idolatri; in Galilea passeranno il tempo nel nascondimento, e nel lavoro, ecc. Anche noi dobbiamo avere pazienza nelle sofferenze di tutta la vita. Esse ci ono utili per espiare i nostri peccati e quelli degli altri, collaborando con Gesù come Maria e Giuseppe alla opera di salvezza.

 2. La vita della Sacra Famiglia da questo momento all’inizio della vita pubblica – una trentina di anni! - è riassunta dall’Evangelista S. Luca in queste poche parole: Quando ebbero adempiuto ogni cosa, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (39). Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,51-52)La Santa Famiglia fece la vita normale dei poveri di quel tempo a Nazaret, ma con alcune particolarità, che sono un esempio per noi. (a) Vita ritirata: apparivano in pubblico quando era necessario per la vita sociale; però sapevano ritagliare il tempo per ciascuno di loro e per la loro vita familiare. (b) Vita di lavoro: Giuseppe faceva il carpentiere e il falegname, seguito e accompagnato da Gesù; Maria era donna di casa e probabilmente si interessava anche dall'orto. (c) Vita di umiltà, cioè di nascondimento totale; niente della loro grandezza personale appariva all'esterno. E nessuno parlava di loro o si interessava di loro. (d) Vita di fede, cioè regolata secondo i principi della fede; tutti vivevano facendo in tutto la volontà di Dio; perciò le azioni piccole o grandi erano importanti per loro perché le sapevano volute da Dio. (e) Vita di obbedienza. Il Figlio di Dio obbediva a semplici creature, Maria e Giuseppe; obbediva in tutte le azioni della vita quotidiana, anche in tutto Gesù ne sapeva tanto più di loro. (e) Vita di crescita fisica per Gesù e nell'esperienza delle cose; vita di crescita nella vita spirituale e psicologica per Maria e Giuseppe. (f) Vita di pace e di concordia, cioè la vita familiare secondo virtù raccomandate da Col 3,12-14. (h) Vita di preghiera e di lavoro: essi tenevano sempre impegnata la S. Famiglia. (i) Vita di zelo: per mezzo della preghiera, del lavoro, del buon esempio. A Maria e Giuseppe importava unicamente la presenza di Gesù con loro e la loro unione con lui. Impariamo a vivere secondo l’esempio che ci offre la S. Famiglia. Anche la nostra vita scorre nelle azioni ordinarie, ma quel che conta non è che facciamo azioni importanti, ma la loro conformità con la volontà di Dio, l'intensità di amore col quale le facciamo e la retta intenzione di agire per Dio.

II - Genesi 15,1-6; 21,1-3 - Dio appare ad Abramo e gli rinnova l'invito a non temere perché gode della sua protezione e gli darà una grande ricompensa (1 Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande»); ma Abramo gli fa notare che ormai egli ha 90 anni, non ha avuto figli da Sara e un servo sarà il suo erede (2-3 Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». 3 Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede»): non ha prospettiva  di discendenza numerosa né di una patria né di essere una benedizione per i popoli. Dio lo rassicura che non sarà suo erede un servo ma uno nato da lui (4 Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede») e gli rinnova la promessa della discendenza numerosa (5 Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza»). Abramo rinnova la sua fede nella Parola di Dio e la sua speranza nella sua bontà e nelle sue promesse e Dio lo conferma nella sua santità (6 Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia). Effettivamente Sara avrà un figlio anche se dovrà aspettare ancora 10 anni; concepì per miracolo di Dio (1 Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso) e diede un figlio ad Abramo ormai centenario (Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato 2); nacque loro il figlio Isacco (3 Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito). Non ci stancheremo mai ammirare la fede, speranza e carità di Abramo: aspetta oltre 70 anni per vedere la realizzazione di una piccolissima parte delle promesse di Dio, e continua a fidarsi e ad aderire a Dio, nonostante tutte le difficoltà che deve affrontare. Giustamente è ammirato anche da ebrei e arabi, che lo ritengono loro antenato. Fede, speranza e carità sono un dono che Dio offre a tutti e che comunque dobbiamo chiedere a Dio. Chiediamo anche la grazia di crescere nella pratica di queste virtù e moltiplichiamone gli atti, aggiungendo il pentimento dei peccati. Maria e Giuseppe praticarono queste virtù nel modo più intenso possibile, la cui misura noi non potremo mai immaginare.

III - Eb 11,8.11-12.17-19 - La famiglia di Abramo e Sara con Isacco vive di fede, speranza e carità, come quella di Giuseppe e Maria con Gesù. All'inizio di tutto ci fu l’atto di fede di Abramo, che Dio chiamò: gli si rivelò e gli promise di dargli una discendenza numerosa da Sara, di farlo essere una benedizione per tutti i popoli e di dargli una patria; gli ordinò di partire verso una terra che non conosceva e non sapeva ancora quale fosse (8 Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava). Abramo credette in Lui come unico vero Dio e nella sua onnipotenza e sperò nelle sue promesse; partì con la moglie, suo padre e un nipote, con i suoi servi e i suoi beni. Il figlio Isacco nacque quando ormai le speranze  umane erano ridotte a zero: Abramo aveva 99 anni e Sara 90, ma la loro fede e speranza erano vivissime (11 Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso). Così da un uomo e una donna, già morti quanto a capacità generativa (12 Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte) venne la discendenza incalcolabile (12 nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare). Ad altra prova durissima fu sottoposta la fede di Abramo quando Dio gli ordinò - aveva 125 anni circa - di sacrificare il figlio Isacco (17 Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio), a cui era legata la promessa della discendenza (17; 18 del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza). La fede di Abramo era così grande che era convinto che Dio gli poteva risuscitare il figlio sacrificato (19 Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti); egli lo riebbe vivo come segno prefigurativo e simbolo di realtà più sublimi, quali la morte e resurrezione di Cristo e la finale resurrezione di tutti gli uomini (19 per questo lo riebbe anche come simbolo). Noi siamo ben lontani da una fede, speranza e carità così grandi! Ma possiamo chiederle con insistenza nella preghiera, perché anche loro le ricevettero come dono di Dio e le seppero far crescere e fruttificare.

EUCARESTIA. La vita nascosta di Gesù continua adesso nell’Eucarestia e nei segni della sua presenza. Gesù obbediva a Maria e Giuseppe allora; adesso si abbandona nelle mani dei sacerdoti e dei fedeli. Se lo trattiamo con la fede e l’amore di Maria e Giuseppe e dei Santi, avremo benedizioni a non finire; se lo trattiamo come Giuda o i suoi nemici, ne avremo gravissimo danno. Chiediamo per noi la fede e l’amore di Maria e Giuseppe e dei Santi Patroni. (mons. Francesco Spaduzzi)

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