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Tempo Ordinario: Domenica XIX dell'anno A

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it



I - Matteo 14,22-33 – 1. (a) Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente si lasciò prendere dall’entusiasmo e passò la voce che Gesù era il Messia e che conveniva proclamarlo re (Gv 6,14-15). Gli Apostoli erano molto sensibili a queste proposte, che corrispondevano all’idea che il Messia fosse un grande politico e re. Gesù allora subito costrinse gli Apostoli a imbarcarsi e a aspettarlo all'altra riva (22 Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla), poi smorzò gli entusiasmi, calmò e congedò la folla, che si disperse per l'ora tarda (23 Congedata la folla). Ammiriamo la prudenza di Gesù nell'evitare di impegolarsi in questioni politiche e la cura che ha di correggere le idee storte dei discepoli e della gente sulla sua messianicità: egli è Messia ma non con caratteristiche politiche; viene a salvare le persone per dare loro la vita eterna e, se si interessa anche alle cose materiali, lo fa solo in vista delle cose spirituali. (b) Gesù si ritira sulla collina in disparte per pregare in solitudine, durante tutta la notte (23 salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo), più precisamente fino a un orario compreso fra le 3 e 6 del mattino (Mc 2,5). Gesù - in quanto Dio - sta in continuo dialogo col Padre e con lo Spirito Santo; come uomo dedica tempi speciali alla preghiera comunitaria e a quella personale per dialogare col Padre. Dobbiamo imitare Gesù e dedicare tempi specifici alla preghiera; noi abbiamo bisogno di impegnare tanto tempo nella preghiera e con tanti tipi di preghiera secondo che ci è necessario per arrivare a evitare il peccato grave; le due pratiche principali della preghiera sono la meditazione e l'esame di coscienza; d’altra parte nella meditazione sperimentiamo grande libertà nell’esprimere i nostri sentimenti verso Dio e il prossimo.

2.  Gesù osserva dal monte le difficoltà di navigazione della barca degli Apostoli (24 La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario); riusciva a vedere bene in quanto c'era la luna quasi piena della Pasqua imminente (Gv 6,4). In quel momento Gesù guardava gli Apostoli ma conosceva - per la sua scienza infinita in quanto Dio e per la sua scienza infusa in quanto uomo - anche gli uomini contemporanei di tutto il mondo, quelli del passato e del futuro. Così fissava Gesù allora ciascuno di noi, mentre adesso ci guarda dal cielo e anche dai vari segni della sua presenza, grazie ai quali ci sta sempre vicino: l’Eucaristia, ogni Sacramento, la Parola, l’assemblea, il ministro, i fratelli specie i bisognosi, ciascuno di noi per la fede e la carità. Gesù non ci perde mai di vista, come da sempre è con noi e ci segue con attenzione personale per dirigere gli avvenimenti per la nostra salvezza eterna e anche per la buona riuscita della nostra vita in questo mondo. Rinnoviamo la fede in queste realtà meravigliose e che ci possono essere di grande aiuto sempre e di grande conforto nelle situazioni difficili.

3. (a) Gesù vedeva gli Apostoli in difficoltà e avendo finito la preghiera si incamminò verso di loro sul lago (25 Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare). Gli Apostoli non lo riconobbero, pensarono a un fantasma e si misero a gridare per lo spavento (26 Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura); Gesù si fece riconoscere e li incoraggiò (27 Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!»). Ed essi si rasserenarono. In tutti gli eventi dovremmo imparare a riconoscere il passaggio del Signore, anche in quelli che ci provocano sofferenza e preoccupazione, convinti che Egli fa cooperare tutto al nostro bene; certo è necessario che crediamo in Lui e ci affidiamo a Lui e Lo amiamo. Gesù in ogni avvenimento ci dice: “Sono io, ci sono, sono qui per te; ti aiuto” (che corrisponde al nome Yahweh). (b) Certo che si trattava di Gesù, Pietro gli chiese di poter camminare verso di lui sulle acque (28 Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque»). Fu accontentato e in effetti cominciò a camminare sulle acque (29 Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù); solo che, sentendo il vento forte e vedendo le onde alte, si impauri e cominciò ad affondare e chiese aiuto a Gesù per essere salvato (30 Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!»). Gesù stese la mano, lo afferrò e lo salvò con un rimprovero per la sua poca fede e per i suoi dubbi (31 E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»), che avevano provocato il suo pericolo. Gesù e Pietro salirono sulla barca e il vento cessò (32 Appena saliti sulla barca, il vento cessò) e il lago si calmò. Gli Apostoli si prostrarono in adorazione davanti a Gesù, riconoscendolo Figlio di Dio (33 Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!»). Pietro aveva fede ma non matura e perciò, invece di continuare a fissare Gesù, si guardò attorno; così incominciò a vacillare nella fede e affondò. Nelle circostanze difficili personali e della Chiesa continuiamo a non perdere di vista il Signore ed Egli ci aiuterà sempre. La fede si esprime nella persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio e Uomo, e nella sua opera redentrice per la nostra salvezza, e per lui nel Padre e nello Spirito Santo, e quindi nella Trinità. Una fede vera ci fa sentire figli di Dio e ci spinge alla pratica dei due precetti dell'amore a Dio e al prossimo. Se alimentiamo la fede e la speranza con la pratica della carità, consentiremo allo Spirito di portarci alla piena rassomiglianza con Gesù. Chiediamo la grazia di crescere nella fede e speranza e carità e la nostra vita si trasformerà.

II – 1Re 19,9a.11-13a - Elia aveva fatto il suo pellegrinaggio al Monte Sinai, che era durato 40 giorni di preghiera, a piccole tappe di notte, per evitare il caldo e di essere riconosciuto. Entrò in una caverna per riposare, ma Dio gli disse  (9 Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore) di uscirne e di fermarsi alla presenza di Dio (11 Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore»). Elia sentì un vento fortissimo, che spaccava le rocce e le precipitava con fragore (11 Ci fu un vento  impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore); dopo udì il boato del terremoto (11 Dopo il vento, un terremoto); e infine il bagliore e il calore del fuoco (12 Dopo il terremoto, un fuoco); ma il Signore non si presentò nel vento (11 ma il Signore non era nel vento), neanche nel terremoto (11 ma il Signore non era nel terremoto), e neppure nel fuoco (12 ma il Signore non era nel fuoco). Comunque venne (11 Ed ecco che il Signore passò): Egli si presentò sotto forma di sussurro di una brezza leggera (12 Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera). Elia lo senti (13 Come l’udì), capì che era il Signore e per rispetto si coprì il volto col mantello (13 Elia si coprì il volto con il mantello), uscì dalla caverna e si fermò all'ingresso (13 uscì e si fermò all’ingresso della caverna) a dialogare con Dio. Solitamente noi pensiamo a Dio onnipotente e imponente, grande e maestoso… ed effettivamente Dio è così: con queste caratteristiche si presenta molte volte nell'AT, come per es. quando appare a Mosè e al popolo sul Sinai; ma Dio non è solo questo; è anche dolcezza e mitezza, bontà e accessibilità come ci appare in Gesù Bambino o nella sua vita pubblica o Crocifisso o nell'Eucaristia: solo raramente si mostra con la sua maestà. Cerchiamo di tenere presenti tutte le caratteristiche del Signore per sentirlo grande quando siamo tentati dal peccato ma sempre pieno di amore e tenerezza per noi e che quindi ci incoraggia ad andare da Lui e ci attira.

 III - Romani 9,1-5 - San Paolo ricorda che per amore Dio ha escogitato un suo piano meraviglioso di salvezza: salvare tutti gli uomini peccatori per mezzo della fede in Cristo e del battesimo, che dà il dono dello Spirito Santo e della figliolanza di Dio. L'amore di Dio può tutto, ma non vuole forzare la libertà umana. Nel piano di salvezza di Dio, hanno un posto speciale gli Ebrei, che appartengono alla stessa razza di San Paolo (3 dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne). Essi sono Israeliti (4) cioè veri discendenti di Giacobbe, e da questo vengono tutti i loro privilegi: e hanno l’adozione a figli (4), cioè tutto il popolo è figlio di Dio, e non semplici creature; hanno la gloria (4), cioè la presenza di Dio in mezzo al popolo; le alleanze (4), pattuite da Dio con Abramo, Giacobbe, Mosè; la legislazione (4), data al popolo per mezzo di Mosè; il culto (4), reso al vero Dio nel modo da lui desiderato; le promesse (4) di salvezza per mezzo di Cristo, fatte ai patriarchi (5 a loro appartengono i patriarchi) e rinnovate per mezzo dei Profeti; infine Cristo stesso che proviene da loro (5 e da loro proviene Cristo secondo la carne) e che non è semplice uomo, ma è Dio fatto uomo, al quale sia gloria per sempre (5 egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen). Dio ha amato e ama gli Ebrei con amore speciale per la fedeltà totale di Abramo a Lui e vuole salvarlo per mezzo di Gesù, come avviene per tutti gli uomini. E’ un miracolo che esistano ancora come popolo, malgrado le persecuzioni subite, mentre tanti popoli più numerosi e potenti di loro sono scomparsi dalla storia. Paolo amava tantissimo gli ebrei, che era il suo popolo, ed esprimeva con la massima sincerità (1 Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo) il suo dolore acuto e continuo (2 ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua), che gli veniva dal rifiuto del suo popolo di credere in Gesù. Alcuni Ebrei credettero in Gesù, come Maria e Giuseppe, gli Apostoli e tanti dei primi cristiani, ma l'insieme del Popolo ebreo rifiutò. Paolo vorrebbe realizzare la loro salvezza a qualsiasi prezzo, sarebbe disposto a fare qualsiasi sacrificio (3 Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli), come ha fatto Gesù, che ha dato la vita per loro come per tutta l'umanità. Anche noi dobbiamo avere un amore particolare per gli Ebrei, perché hanno conservato e trasmesso la vera fede nell’unico Dio fino al Cristo. E anche noi dobbiamo essere disposti a fare qualsiasi sacrificio per la salvezza dei fratelli col sostegno e l’esempio di Gesù Redentore e Maria Corredentrice.

EUCARESTIA. Nella Messa noi offriamo Dio a Dio; il Figlio fatto uomo al Padre; un Dio nascostissimo a un Dio che comunque fa di tutto per rivelarsi in modo accettabile all’uomo. Egli ci parla e si fa nostro cibo e bevanda per accompagnarci nel cammino della vita. Preghiamo la Vergine Assunta e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni di saper scoprire dappertutto questo Dio grande e nascosta che accompagna e ci sostiene sempre.  

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