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Tempo Ordinario: DomenicaXVIII dell'Anno A

 

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it

 

 

I - Matteo 14,13-21 – Appena gli arrivò la notizia che Erode Antipa aveva fatto decapitare Giovanni Battista dopo mesi di carcere (13 Avendo udito questo), Gesù decise di allontanarsi dal suo territorio, perché sarebbe stato in pericolo, in quanto tutti sapevano che Giovanni Battista lo aveva presentato come Messia. Così Gesù si trasferì nel regno di Erode Filippo (13 Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte) per tutelare se stesso ma anche gli Apostoli, dei quali voleva rafforzare la formazione, e anche per farli riposare dalle fatiche della missione recente. Ma le folle intuirono il piano di Gesù e lo precedettero a piedi, mentre gli si spostava in barca (13 Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città). Così all’arrivo si trovò davanti una grande folla di persone, bisognose di guarigione per le malattie fisiche e quelle spirituali (14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla). Egli ne provò compassione (14 sentì compassione per loro), perché è una persona sensibile all’estremo, e predicò per guarire le anime (Lc 9,11) e curare i corpi (14 e guarì i loro malati). Ammiriamo la sensibilità e la misericordia di Gesù, il cui cuore resta buono e aperto ai bisogni dei discepoli e della gente, anche quando è stanco e in pericolo. Così deve essere sensibile e agire il pastore, a cui Cristo ha affidate le sue pecore; e soprattutto deve aver pazienza con loro e tener conto della loro miseria come fa Gesù con la miseria del pastore.

2.  Gesù ha mostrato la sua bontà e potenza con la predicazione e i miracoli di guarigione (14): ulteriore occasione per mostrare ed esercitare queste virtù è un altro bisogno urgente della folla lì radunata, che viene espresso dagli Apostoli: essi mostrano così di condividere la sensibilità del Maestro; fanno notare a Gesù che il luogo è deserto e la gente ha fame; è necessario che si disperda nei villaggi vicini per reperire nutrimento (15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare»). Ma Gesù risponde di provvedere loro stessi al cibo per la gente (16 Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare»). Gli Apostoli sono sorpresi e gli fanno notare che hanno solo i cinque pani e due pesci (17 Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!»), che per giunta sono di un ragazzo. Gesù se li fa portare (18 Ed egli disse: «Portatemeli qui») e fa sistemare la folla; rivolge gli occhi al Padre celeste per ringraziare con la benedizione e per chiedere il miracolo,  spezza i panni e li distribuisce per mezzo dei discepoli alla folla (19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla). Erano circa 5.000 uomini senza contare donne e bambini (21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini). Eppure mangiarono tutti a sazietà e restarono 12 ceste piene di pane (20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene). Il miracolo è dovuto alla bontà e onnipotenza e sapienza di Gesù e avviene mentre Egli spezza il pane: esso si moltiplica all'infinito nelle Sue mani; sono cinque pani che non finiscono mai. Nessuna messa in scena: il pane non viene dal cielo; adoriamo l'onnipotenza infinita; ammiriamo la sapienza e la bontà infinite e ringraziamolo per il miracolo, segno della sua divinità e bontà. La moltiplicazione dei pani richiama un altro miracolo, quello del pane eucaristico, del quale Gesù parla il giorno seguente alle folle, che vanno in cerca di Lui, e che dura da secoli. RingraziamoLo per i tanti miracoli del pane moltiplicato, operati per mezzo dei Santi per soccorrere la gente affamata. Entusiasmiamoci per Gesù, anche noi come la folla, ma senza le sue  idee storte. Il nostro Dio vive in mezzo a noi, ci segue con attenzione e fa qualsiasi cosa per soddisfare le nostre vere necessità.

 II - Isaia 55,1-3 – (a) Dio si rivolge agli esuli, che per nutrirsi dovevano comprare non solo il  pane (2) e il vino (1) e il latte (1), ma persino l'acqua. Dio invita gli assetati a venire dove c'è l'acqua e attingerla senza pagare (1 O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite); lo stesso invito è rivolto agli affamati che potranno avere gratis gustosissimo vino e latte (1 comprate e mangiate; venite,  comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte) e anche pane e altri cibi buoni e raffinati (2 mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti). Nel bisogno la prima cosa da fare è rivolgerci a Dio, non solo nei bisogni spirituali ma anche in quelli materiali; Gesù rese visibile ciò che avviene continuamente: come Lui si occupò a soddisfare i bisogni spirituali di salvezza dei credenti, ma non trascurò i loro bisogni materiali, così Dio fa la stessa cosa in modo invisibile, e noi neanche ce ne accorgiamo perché non riflettiamo. Dio certamente concentra la sua attenzione - per usare i termini umani - a realizzare la nostra salvezza, ma anche ogni buona cosa materiale è suo dono. La fede ce lo fa percepire ma è la meditazione che ce lo fa gustare. (b) Ma l’impegno maggiore di Dio è proprio rivolto a realizzare la salvezza eterna del suo popolo. Purtroppo esso cerca la felicità nei beni materiali e nelle creature in genere, e così investe le sue energie in ciò che lo lascia insoddisfatto (2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia?): il cuore degli uomini è fatto per Dio, il bene assoluto, che solo soddisfare pienamente il bisogno di amare, come è la verità totale che solo può saziare il desiderio di conoscere. Che fare per realizzare l’incontro con Dio Sommo Bene e Verità Totale? Egli li invita ad andare da lui, (3 e venite a me), quindi mettersi alla sua ricerca e trovarlo, perché lui per primo li sta inseguendo; li avverte ripetutamente di ascoltare lui: Su, ascoltatemi (2), Porgete l’orecchio, ascoltate (3); così avranno due grazie: la prima sarà la vita: e vivrete (3)evidentemente secondo Dio, la vita che viene da Lui, la vita vera; e la seconda grazia sarà un’alleanza per sempre, che garantirà loro i benefici che Dio promise e diede a Davide (3 Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide). Allora Dio promise a Davide la regalità nella sua discendenza, promessa che Dio realizzò ben al di là della comprensione che ne ebbe Davide: in effetti nella sua discendenza c’è Gesù, che è Dio e uomo e re dell’universo e per sempre. Anche noi dobbiamo andare a Dio e metterci in ascolto della sua Parola creatrice e così avremo la vita, quella vera, che viene da Dio e solo da Lui. L’alleanza, che Dio fa con noi, è quella nel Sangue di Gesù, è eterna, e dà beni spirituali ed eterni, a differenza di quella fatta con Mosè nel sangue degli animali, che fu temporanea e prometteva beni temporali. Dio promette e realizza questi beni a e in chi ascolta la sua Parola, vi aderisce con la fede e la mette in pratica con impegno e fedeltà. Quest’alleanza Dio la rinnova con noi in ogni Eucarestia, nella quale ascoltiamo la sua Parola, esprimiamo la nostra fede e proponiamo di osservarla nella vita quotidiana; ci alimentiamo dell’Eucaristia per diventare capaci di metterla in pratica.

III - Romani 8, 35.37-39 - Cristo ha pensato a ciascuno di noi dal suo concepimento e per tutta la vita, ci ha amati con cuore d’uomo e ha mostrato il suo amore, facendo per ciascuno di noi tutto quello che ha fatto per tutti: incarnazione e vita, passione e morte, resurrezione e ascensione al cielo con l’invio dello Spirito Santo; questo suo amore egli continua per ciascuno di noi adesso e per tutta l'eternità. Per la sua grazia, che Gesù ci ha meritata, nulla può separarci dall'amore che Egli aveva e ha per noi (35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo?); la stessa cosa dobbiamo affermare dell'amore, che il Padre e lo Spirito Santo hanno per noi e che essi rivelano per mezzo di Cristo (39 né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore). Si tratta di un amore infinito, che dura dall'eternità e durerà per sempre, perché ha tutte le caratteristiche proprie della Divinità. Inoltre chi vede Gesù vede il Padre (Gv 12,45; 14,9) perché il Figlio è nel Padre e il Padre è nel Figlio (Gv 14,10-11), e lo stesso vale dello Spirito Santo (Gv 14,19). In tutto quello che fa Gesù per noi possiamo e dobbiamo imparare a leggere tutto quello che opera tutta la Trinità a nostro favore e l'amore della Trinità per noi. Nessun essere creato può separarci dall’amore infinito di Dio e di Cristo per noi: né i pericoli esterni e visibili, derivanti dalla rischiosa attività apostolica (35 Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?; 38 né morte né vita…, né presente né avvenire) né quelli invisibili sgorganti dalle misteriose e oscure forze del cosmo (39 né altezza né profondità) o dagli spiriti del male (38 né angeli né principati… né potenze); niente (39 né alcun’altra creatura) può spezzare la catena che ci lega all'amore di Dio. Queste realtà, che si possono trasformare in ostacoli per noi e Dio, noi non solo le superiamo, ma le annientiamo e stravinciamo con la grazia di Dio (37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati). Siamo amati da Dio Padre fino al punto che ci ha mandato il Figlio e lo Spirito Santo per la nostra salvezza. Ché altro possiamo desiderare o aspettarci? Fiducia totale quindi nell'amore di Padre Figlio e Spirito Santo per noi. Dio ci ha dato tanto, non ci potrà negare nient’altro per la nostra salvezza (Rm 8,31-34).

EUCARESTIA. In ogni Eucarestia rinnoviamo l’alleanza con Dio: egli parla ancora, noi ascoltiamo la sua Parola, esprimiamo la nostra fede e proponiamo di osservarla nella vita quotidiana; ci alimentiamo dell’Eucaristia per diventare capaci di metterla in pratica. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli Custodi e i Santi Patroni di aiutarci.  

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