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Tempo Ordinario: Domenica XIII dell'Anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omeliaSono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni


mons. Francesco Spaduzzi

francescospaduzzi@virgilio.it  


 I - Matteo 11 25-30 – (a) Gesù dichiara che Lui da tutta l'eternità è generato dal Padre e riceve tutto da Lui come Figlio Unigenito (27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio); perciò solo il Padre conosce il Figlio e solo il Figlio conosce pienamente il Padre (27 nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio), e solo il Figlio può far conoscere il Padre a chi vuole (27 e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo): nella vita pubblica questo fa Gesù fino a quando sale al cielo. Dopo l’Ascensione del Figlio fatto uomo, lo Spirito Santo, che è uguale al Padre e al Figlio e in perfetta unione e comunione con loro, - e quindi li conosce perfettamente -, continua la missione di Gesù di far conoscere il Padre e nello stesso tempo fa conoscere anche il Figlio. Ma non perdiamo di vista che il termine “conoscere” in ebraico include anche il concetto di amore: qui Gesù sta parlando non solo della conoscenza reciproca fra Padre e Figlio (e Spirito Santo), ma anche dell’amore reciproco fra Padre e Figlio (e Spirito Santo); ci troviamo di fronte a tutta la vita intima della Trinità. Crediamo, adoriamo, ringraziamo; impegniamoci a conoscere e amare il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, perché costituiscono la nostra famiglia divina, della quale dobbiamo diventare degni membri. In particolare, sotto la guida dello Spirito, approfondiamo la conoscenza e l’amore per Gesù con lo studio e soprattutto con la meditazione della S. Scrittura: Antico e Nuovo Testamento ci parlano di Lui. D’altronde chi vede Gesù, vede il Padre (e lo Spirito Santo; cfr. Gv 14,9), tutta la Trinità. (b) Il Padre, nel rivelare i misteri del suo Regno, mostra una preferenza speciale nei confronti dei piccoli e semplici, mentre è riservato con i sapienti e dotti del mondo (28 perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli), o quelli che si ritengono tali. Tale è la volontà del Padre (26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza) e Gesù vi si adegua in maniera totale e pronta e incondizionata e anzi ne dà lode e gloria al Padre (25 In quel tempo Gesù disse: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra). Stiamo attenti a non essere tra i sapienti alla maniera mondana, cioè pieni di pregiudizi e di superbia, e tanti altri vizi, che impediscono loro di aprirsi ad accogliere la Verità, che è Dio stesso; e anzi impegniamoci a essere fra i semplici, i preferiti da Dio, che si affidano e abbandonano totalmente a Gesù e credono senza se e senza ma. Una volta che abbiamo capito chi è Gesù e che è pienamente affidabile, vogliamo credere senza riserve, sperare senza vacillamenti, amare totalmente Dio e il prossimo. Maria e Giuseppe sono modelli di questa docilità e semplicità, perché concentrarono tutta la loro attenzione sul Messia, il Servo di Yahweh obbediente al Padre. Lo Spirito Santo ci può donare questa docilità.

2. Gesù si rivolge a tutti quelli che sono oppressi dalla legge ebraica e dal peso dell'esistenza (28 voi tutti che siete stanchi e oppressi) e promette loro il ristoro e il riposo (28 e io vi darò ristoro; 29 e troverete ristoro per la vostra vita); il riposo non è quello banale e passeggero, ma la grande pace che Dio prepara per gli uomini al di là di tutte le difficoltà della loro strada (Eb 3,11; 4,1-5). Per raggiungere questo riposo bisogna andare a Gesù (28 Venite a me), cioè credere in lui (cfr. Gv 3.20-21;6,35.37.45), mettersi alla sua scuola e accogliere il suo insegnamento e la sua legge (29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore): bisogna diventare suoi veri discepoli, essere fra coloro che fanno sul serio. Gesù parla di due sue caratteristiche personali: la mitezza e l'umiltà (29); l'umiltà ci fa riconoscere che tutto ciò che di bene c’è in noi viene da Dio come Gesù ha proclamato poco prima (27), e la mitezza è dolcezza, affabilità, pazienza, misericordia (cfr. Gal 5,22); e indica anche due caratteristiche della sua Legge: quel che Egli ci comanda è per il nostro bene (30 Il mio giogo infatti è dolce) e quel che ci dà da portare è un peso leggero (30 e il mio peso leggero); è la legge dell'amore a Dio e al prossimo, facili da osservare perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo (Rm 5,5) e perché Gesù è un pastore, che ci accompagna sempre (Mt 28,20). Riflettiamo sulla persona di Gesù e sulle sue Parole: esse sgorgano dal suo cuore (Mt 12,34), cuore dolce, amabilissimo e amantissimo, accogliente, misericordioso, pieno di tenerezza con tutti e specie con quelli che si affidano a Lui. Quanta luce e coraggio ricevono coloro che sono intimi col Signore  e si sforzano di conservare tale intimità con Lui!

 II - Zaccaria 9,9-10 - Il Profeta si rivolge agli abitanti di Gerusalemme (9 figlia di Sion,… figlia di Gerusalemme!) e li invita a stare nella più grande gioia (9 esulta grandemente… giubila), perché viene da loro il re (9 Ecco, a te viene il tuo re); è un re grandissimo: è re di tutta la terra (10 il suo dominio sarà da mare a mare/ e dal Fiume fino ai confini della terra), e quindi potrà realizzare la pace universale (10 annuncerà la pace alle nazioni) e farà scomparire ciò che serve per la guerra: l’equipaggiamento (10 Farà sparire il carro da guerra da Efraim), le armi (10 l’arco di guerra sarà spezzato), le cavalcature (10 e il cavallo da Gerusalemme). Egli stesso userà solo una cavalcatura di pace (10 cavalca un asino,/ un puledro figlio d’asina). In ogni caso egli sarà vittorioso sempre per concessione e sostegno di Dio (9 e vittorioso). Le sue caratteristiche personali sono meravigliose: Egli è giusto (9), cioè rispetta la legge di Dio, e umile  (9) nei suoi confronti, ricordando che tutto quello che ha di buono gli viene da Dio; si comporterà con umiltà anche nei confronti dei suoi sudditi. Questo re ideale è il Messia, Gesù, che però avrà ben altre qualità assolutamente superiori: oltre che essere vero uomo, sarà anche Dio, cosa che gli Ebrei non potevano immaginare e gli stessi profeti non potevano annunziare, perché gli ascoltatori non avrebbero potuto capire e neanche sopportare. E’ proprio il Gesù dei Vangeli: grande come il Padre e lo Spirito Santo e umile perché sa di essere anche creatura in quanto ha assunto la natura umana. Con Maria e Giuseppe adoriamo Gesù, Dio e uomo, ringraziamolo, chiediamo di comprendere e imitare la sua umiltà e la sua adesione alla volontà di Dio.

III - Romani 8, 9.11-13 – (a) In noi c'è la carne, cioè ci sono le tendenze e desideri cattivi, che ci spingono al male; Gesù con la sua opera redentrice ci ha ottenuto che noi non siamo più sotto la signoria e il dominio della carne (9 Voi però non siete sotto il dominio della carne) e non abbiamo obblighi verso di essa (12 Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne), per cui dobbiamo obbedire alle tendenze cattive e vivere secondo i loro impulsi (12 per vivere secondo i desideri carnali); e non ne vale neanche la pena perché le conseguenze sono disastrose: quando, nel nostro modo di vivere, ci abbandoniamo alle tendenze cattive, perdiamo la vita divina, che ci viene dallo Spirito Santo, e moriamo spiritualmente (13 perché, se vivete secondo la carne, morirete). Le nostre tendenze cattive: i sette vizi capitali, la mancanza di rispetto dei comandamenti, la pigrizia e la  trascuratezza nel fare il proprio dovere. L’esame di coscienza, fatto sotto la guida dello Spirito, ci farà apparire i nostri punti deboli e ci aiuterà a eliminarli. Alimentiamo la nostra gratitudine verso Gesù, che ci ha liberati da questa schiavitù spaventosa, sorgente della nostra infelicità in questo mondo, e soprattutto nell’eternità. (b) Dobbiamo ricorrere appunto all’aiuto dello Spirito per tenere sotto controllo le tendenze cattive (9 non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito) e addirittura ammazzarle (12 Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo): solo allora vivremo la vita divina in tutto il suo splendore (13 vivrete). Tutta la nostra vita spirituale, la realizza lo Spirito di Dio, che abita dentro di noi (9 dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi … Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo; 11 E se lo Spirito di Dio… abita in voi… per mezzo del suo Spirito che abita in voi); oltre a darci la libertà dalla schiavitù della carne, lo Spirito ci fa appartenere a Cristo (9 Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene) e fa abitare Cristo in noi (10 se Cristo è in voi), cosa che ha come conseguenza la resurrezione gloriosa del nostro corpo alla fine del mondo: il Padre per mezzo dello Spirito risusciterà il nostro corpo come risuscitò il Corpo di Gesù (11 colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito). Dovremmo impegnarci a conoscere bene l’attività dello Spirito dentro di noi; Egli ci fa nascere alla vita cristiana e crescere nella fede e speranza e carità e la pratica di tutte le virtù cristiane, che egli infonde nei nostri cuori, sin dal battesimo. Tutta la nostra vita spirituale nasce, cresce e matura per l’opera dello Spirito in noi.

EUCARESTIA. La Messa rende presente Gesù con l’opera della salvezza da lui compiuta, e quindi anche con il dono dello Spirito, che egli ci rinnova nella Comunione eucaristica. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli e i Santi, di ottenerci di partecipare con grande amore e devozione alla Messa, perché essa resta la sorgente più grande di grazie per noi. 

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