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Tempo Pasquale: Domenica IV dell’anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera e meditazione personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it 

 

I - Giovanni 10,1-10 – 1. Gesù racconta la parabola del Buon Pastore (1-6) per insegnare a distinguere il pastore legittimo dagli illegittimi (7-10) e il buon pastore dai cattivi (11ss). I pastori ebrei raccoglievano le pecore in recinti in muratura, quando tornavano dal pascolo. Il recinto aveva una sola porta, e accoglieva in genere greggi di vari pastori. Durante la permanenza delle pecore nel recinto, i pastori - o i guardiani al servizio dei pastori - facevano il turno di guardia per controllare che nessun estraneo le tirasse fuori e per evitare che ladri entrassero, saltando la recinzione. La parabola parla di ladri che rubano e di briganti che ammazzano, i quali – ovviamente - non entrano per la porta (1 In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante) e anche degli estranei, che le pecore non conoscono e non seguono (5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei). Invece il pastore vero entra per la porta del recinto (2 Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore): il guardiano lo conosce e perciò gli apre (3 Il guardiano gli apre); egli chiama per nome le sue pecore (3 egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome) ed esse riconoscono la sua voce (3 e le pecore ascoltano la sua voce; 4 perché conoscono la sua voce); le conduce fuori dal recinto (3 e le conduce fuori; 4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore) per condurle al pascolo; cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono (4). Ma gli ascoltatori non capiscono la parabola (6 Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro). Gli Apostoli spesso chiedono a Gesù spiegazioni in privato sulle parabole che racconta ed egli le dà loro. Ottimo quindi se prendiamo la buona abitudine di chiedere a Gesù di aprire la nostra mente all’intelligenza della sua Parola, e della S. Scrittura in genere, come fece con gli Apostoli la sera della resurrezione (Lc 24,45-49), quando effuse su di loro lo Spirito Santo (Gv 20,22).

2. Gesù spiega la parabola (7 Allora Gesù disse loro di nuovo), precisando che la porta del recinto rappresenta lui (7 In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore; 9 Io sono la porta), che è anche il portinaio. Egli è venuto per dare la vita in abbondanza (10 io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza): in effetti Gesù dà tutto in abbondanza: il vino alle nozze a Cana (Gv 2,6), il pane moltiplicato (Gv 6,11), la pesca miracolosa (Gv 21,11). I pastori autentici sono quelli che vengono chiamati da Cristo e sono mandati da lui come gli Apostoli, e si comportano bene con le pecore; essi sono salvati da Gesù (9 se uno entra attraverso di me, sarà salvato), svolgeranno l’attività di pastori con vera sicurezza (9 entrerà e uscirà), perché Gesù sarà con loro e li sosterrà, e daranno pascolo alle pecore (9 e troverà pascolo). Invece i cattivi pastori, come sono i capi ebrei del tempo di Gesù, sono ladri e assassini (8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti), si introducono nell'ovile per rubare, fare strage e distruggere (10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere), ma le pecore li identificano e non li ascoltano (8 ma le pecore non li hanno ascoltati) né li seguono. Certo i fedeli devono essere educati a distinguere i pastori legittimi da quelli illegittimi, i buoni dai cattivi, cioè quelli che li guideranno bene da quelli che possono fare loro del male. I pastori legittimi sono i chiamati e mandati dalla Chiesa e sono buoni se restano fedeli alla persona e all’insegnamento di Cristo e lo trasmettono con fedeltà; e restano in comunione con l’Autorità Ecclesiastica. I falsi pastori invece vengono da sé stessi o sono mandati dal diavolo e con lui collaborano alla distruzione del Regno di Dio nelle anime e nella società. Essi possono anche fare un po' di bene, ma essi non hanno tutta la verità e di conseguenza neanche la possono dare; e neppure propongono i comandamenti come Dio vuole; quindi danneggeranno i fedeli. Sempre ci sono stati i cattivi pastori nella Chiesa, dai quali è stato necessario guardarsi. Preghiamo il Signore Gesù di mandare operai nella sua messe, buoni pastori al suo gregge, santi e dotti, che possano guidare realmente i fedeli a Lui e per mezzo di lui al Padre.

II - Atti  degli Apostoli 2,14a.36-41 - Pietro chiude il discorso di Pentecoste con l'espressione della fede che ha (36 Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele) e della proposta di fede, che fa a tutto Israele: Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso (36), cioè  Dio, resuscitando Gesù, lo ha fatto riconoscere per quello che è sempre stato, come Yahweh, Dio presente con i suoi e che agisce a favore dei suoi, perché Messia e Salvatore; e si tratta proprio di quello stesso Gesù, del quale gli Ebrei hanno chiesto e ottenuto da Pilato la crocifissione e morte. Gli ascoltatori sentono un vivissimo dolore di questo loro orribile peccato, e di tutti i loro peccati, e domandano a Pietro e agli Apostoli che cosa devono fare per essere salvati da Dio (37 All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»). Pietro risponde che devono credere alla Parola di Dio che essi stanno predicando (41 Allora coloro che accolsero la sua parola), devono di conseguenza convertirsi, cioè cambiare le loro idee per accettare il modo di pensare di Cristo e seguirne lo stile di vita (38 Convertitevi), ricevere il battesimo nel nome di Gesù (38 e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo); così avranno il perdono dei peccati e il dono dello Spirito (38 per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo), come lo hanno ricevuto gli Apostoli e gli altri discepoli nel Cenacolo quella mattina. Le promesse di salvezza, fatte a Israele nell'AT sono a disposizione anche dei presenti e delle loro famiglie e di tutti quelli che Dio chiamerà alla salvezza in futuro (39 Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro). La raccomandazione di Pietro è di tenersi lontani dai peccatori per consentire a Dio di salvarli (40 Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!»). E 3.000 persone vengono aggiunte per mezzo del battesimo alla comunità dei discepoli di Gesù, alla famiglia di Dio (41 furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone). Dio vuole salvare l’umanità a ogni costo, anche della vita di suo Figlio; le tappe sono: la chiamata di Dio per mezzo della Parola, la fede, la conversione, il battesimo che ci unisce a Cristo e fa nostri i meriti della Passione e Morte di Cristo, il perdono dei peccati e il dono dello Spirito; poi occorre vivere la vita da discepoli di Cristo. Così siamo salvati per misericordia di Dio.

III - 1Pietro 2,20b-25 - (a) Contempliamo Gesù: Egli era senza peccato e con le sue parole non aveva mai ingannato nessuno (22 egli non commise peccato/ e non si trovò inganno sulla sua bocca), ma aveva solo proclamato la verità; non rispondeva con insulti agli insulti e, quando lo facevano soffrire, non parlava e non invocava vendetta, (23 insultato, non rispondeva con insulti,/ maltrattato, non minacciava vendetta), ma riponeva la sua fiducia in Dio, che giudica con giustizia (23 ma si affidava a colui/ che giudica con giustizia). Egli patì e morì per noi (21 anche Cristo patì per voi), perché prese su di sé i nostri peccati e li portò sulla croce (24 Egli portò i nostri peccati nel suo corpo/ sul legno della croce). Le sue piaghe fisiche e morali hanno guarito le nostre, provenienti dai nostri peccati (25 dalle sue piaghe siete stati guariti). Egli è il pastore e custode delle nostre anime (25 al pastore e custode delle vostre anime) e nel suo modo di vivere e morire ci ha lasciato un esempio da seguire (21 lasciandovi un esempio,/ perché ne seguiate le orme). Rinnoviamo la nostra fede in Cristo morto e risorto per noi, adoriamolo; aderiamo a lui con piena speranza; amiamolo perché è giusto che rispondiamo al suo amore con amore; pentiamoci perché ben poco manteniamo i buoni propositi di prendere sul serio la Persona di Gesù e i suoi insegnamenti; accettiamo la sofferenza in espiazione dei nostri peccati. (b) Noi eravamo peccatori, abbandonati a noi stessi, come pecore senza pastore (25 Eravate erranti come pecore) e siamo stati riportati al nostro Pastore, al Guardiano delle nostre anime (25 ma ora siete stati ricondotti/ al pastore e custode delle vostre anime), che ci ha riaccompagnati al Padre. Dio (con Cristo) ci ha scelti e chiamati alla salvezza (21 A questo infatti siete stati chiamati), a comportarci come Cristo (21), a non vivere più nel peccato ma secondo la sua volontà (24 perché, non vivendo più per il peccato,/ vivessimo per la giustizia), a sopportare con pazienza la sofferenza per essere graditi a Dio (20 se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio). Gesù ha tanto patito per noi per ottenerci il perdono dei peccati e la grazia di seguire il suo esempio. Esaminiamoci per vedere se la nostra lotta contro il peccato è costante nella vita quotidiana e se seguiamo con impegno l’esempio di Gesù e dei Santi; chiediamole queste grazie perché è vero che Gesù già ce le ha meritate, ma esse diventano nostre solo se le impetriamo con la preghiera.

EUCARESTIA. Qui Gesù si rende presente come buon Pastore che nutre le sue pecore con la Parola di Dio e col suo Corpo e Sangue: è il ristoratore, il ristorante e il ristoro nello stesso tempo. Preghiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, che ci ottengano di crescere nell’unione con Cristo per la fede e carità per portare Gesù anche ai nostri fratelli. (mons. Francesco Spaduzzi)

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