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Tempo di Quaresima: Domenica I Anno A

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it)      

Tempo di Quaresima: Domenica I Anno A

1. Matteo 4,1-11 - 1. Riflettiamo sulle tre tentazioni di Gesù perché egli è la causa della nostra salvezza ma anche nostro modello per come vincere le tentazioni. (a) Gesù è il nuovo Adamo e il capo del nuovo popolo di Dio; il primo Adamo venne vinto da Satana, il nuovo lo vince; il nuovo Adamo resta sempre fedele a Dio e il nuovo popolo di Dio seguirà il suo esempio di fedeltà a differenza del popolo ebreo, che tante volte si ribellò a Dio. La prima tentazione è quella del cibo (2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame). Adamo fu tentato col cibo da Eva e cadde; il popolo ebreo si lamentò contro Dio nel deserto per la mancanza di cibo e acqua. Satana voleva sapere se Gesù era Figlio di Dio e perciò lo tenta con la fame gli suggerisce di fare il miracolo del pane a proprio vantaggio (3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane»). Ma Gesù esprime il suo affidamento al Padre per il suo nutrimento e ricorda a Satana la Parola di Dio che ogni uomo - tanto più Lui, la cui santità Satana conosceva benissimo – deve, sì!, nutrirsi di pane ma anche di ogni cosa che Dio vuole darci nella sua Provvidenza personale per ciascuno di noi (4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo,/ ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»; cfr Dt 8,3). La fiducia e l’abbandono in Dio è una forma di penitenza e ci fa vivere più sereni; ma anche la mortificazione nel cibo è utile, specie se aggiungiamo il digiuno dei cinque sensi e della fantasia. (b). Satana porta Gesù dal deserto alla Città Santa, lo pone sul punto più alto del Tempio (5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio) e, ancora per sapere se è il Figlio di Dio, lo invita a gettarsi giù, con la certezza che Dio interverrà per mezzo di Angeli per impedire che si faccia male (6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo/ ed essi ti porteranno sulle loro mani/ perché il tuo piede non inciampi in una pietra»; cfr Sal 90,11-12). Questo, secondo Satana, sarebbe servito a Gesù per attirare l'ammirazione dei pellegrini e per presentarsi come Messia miracoloso, e quindi con il successo garantito. Ma Gesù vuole seguire la via stabilita dal Padre per salvare l'umanità, che è quella del nascondimento per 33 anni e dell'attività apostolica per 3 anni e dell’umiliazione della Passione e Morte per tre giorni; perciò rifiuta il suggerimento di Satana e gli ricorda che non tenterà Dio per provare se ha programmato un miracolo per lui (7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo»; cfr Dt 6,16). Affidiamoci a Dio e seguiamo le vie ordinarie della Provvidenza, che sono quelle sicure. (c) Satana porta Gesù in alto in modo da fargli vedere tutti i regni del mondo (8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria) e gli promette tutto se lo adorerà (9 e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai»). Satana si sente Dio di questo mondo e suo padrone, ma lo è solo di quelli che gli si sottomettono. Gesù respinge Satana (10 Allora Gesù gli rispose: Vattene, Satana!) e riafferma che si può e si deve prestare l’adorazione solo all’unico e vero Dio (10 Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai:/ a lui solo renderai culto»). Gesù respinge anche questa tentazione di Satana per il motivo già detto: vuole seguire in tutto la via indicatagli dal Padre per la salvezza del mondo, via che non è la gloria mondana e il potere. Egli usa la Parola di Dio per difendersi e contrappone alle citazioni bibliche, usate dal diavolo in modo distorto, l'autentica Parola di Dio nel vero significato. Gesù ha stravinto sull'Angelo decaduto e viene servito dagli Angeli buoni (11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano). Anche noi, per vincere Satana, faremo bene a intensificare l’ascolto della Parola di Dio, che è indispensabile per vincere la tentazione, in quanto essa illumina la mente e dà anche la forza, e a pregare di più, a fare più penitenza e ad affidarci al ministero degli Angeli, impegnandoci a servire con misericordia chi sta nella necessità.

2. (a) Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo (1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo). Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo e ne resta sempre pieno (Lc 4,1): in tutte le sue azioni è guidato da Lui; egli riceve un’ulteriore effusione dello Spirito Santo dopo il battesimo per essere accompagnato e sostenuto da Lui nella fase nuova, quella pubblica, della sua vita. Gesù è spinto dallo Spirito nel deserto e gli obbedisce docilmente nell’affrontare e superare le tentazioni di Satana. Dovremmo anche noi conservare la presenza dello Spirito sempre in noi e mantenerci docili alla sua guida: eviteremo così il peccato grave e ci lasceremo muovere da Lui in ogni pensiero e azione, in modo che tutto quello che facciamo sia gradito a Dio e contribuisca alla nostra crescita spirituale e a quella dei fratelli. (b) Gesù nel deserto va per prepararsi alla missione di Messia e Salvatore degli Ebrei e di tutti gli uomini. Mosè si preparò con 40 giorni di preghiera e digiuno a ricevere la Legge di Dio; gli Ebrei restarono per 40 anni nel deserto prima di entrare nella Terra promessa; Elia per 40 giorni digiunò e camminò nel deserto per incontrare Dio sul Sinai; anche Paolo, dopo la conversione, si ritirò nel deserto per prepararsi a essere un buon cristiano e poi buon apostolo. Il deserto è il luogo dell'ascolto di Dio e del dialogo con Lui - e quindi della preghiera - e della penitenza purificatrice. Tutti abbiamo bisogno di fare un po' di deserto nella nostra vita per dare più tempo alla conversazione con Dio e rafforzarci nella lotta contro il diavolo e le sue insidie. Perciò cerchiamo di vivere con fedeltà la quaresima e gli esercizi spirituali annuali, il ritiro mensile e la preghiera e meditazione quotidiana, tutte maniere per “fare deserto”. (c) Gesù fa digiuno per 40 giorni, lui che non aveva bisogno di fare penitenza; noi invece ne abbiamo bisogno per espiare i nostri peccati e per prevenirli. I peccati, di cui non abbiamo fatto vera penitenza, costituiscono una minaccia di ricaduta. Il digiuno non deve essere solo della gola e dello stomaco ma anche degli occhi, del tatto, dell'udito, dell’odorato, della fantasia. (d) Gesù è tentato per dare prova della sua fedeltà al Padre ma soprattutto per darci il buon esempio e ottenerci la capacità di vincere anche noi le tentazioni per amore di Dio e del prossimo. Non c’è motivo di aver paura delle tentazioni, perché esse ci perfezionano nella lotta al diavolo e ci fanno manifestare la nostra fedeltà a Dio, che non consente mai che siamo tentati al di sopra delle nostre forze e ci aiuta a superarle. Ma è necessario che ci abituiamo a chiedere il suo aiuto e a essere prudenti. (e) Gesù è tentato in modo diverso da noi. Satana tenta noi coi suggerimenti, facendoci provare piacere all'idea del peccato e attirandoci a consentire a questo piacere. Gesù poteva essere tentato solo col suggerimento. Se vigiliamo e preghiamo e facciamo penitenza, la nostra resistenza alla tentazione diventa rifiuto immediato di essa. (g) Gesù è tentato con parvenza di verità e di bene: “Se sei figlio di Dio!”, e con l'uso delle parole della Sacra Scrittura. Ogni tentazione è pericolosa, ma specialmente quella che ha apparenza di bene. Chiediamo consiglio per essere sicuri di non prendere abbagli in quelle che pensiamo siano ispirazioni. 

II – Genesi 2,7-9; 3,1-7 – Dio aveva fatto tanto per i nostri progenitori: li aveva creati, li aveva arricchiti di doni naturali (corpo e anima con intelligenza e volontà) e soprannaturali (vita divina e virtù infuse) e preternaturali (immortalità, impassibilità, integrità e scienza infusa), li conservava nell’esistenza e concorreva alle loro azioni sul piano naturale e soprannaturale (7-9); potevano mangiare tutti i frutti dell’Eden, eccetto il frutto dell’albero della conoscenza di tutto. Nonostante tutti questi doni, i nostri progenitori preferirono credere alle parole di Satana (1-6), che non aveva fatto niente di buono per loro, anziché a Dio, che aveva fatto tutto di bene per loro; non si fidarono delle promesse di Dio e del suo amore, con le conseguenze che sappiamo (6-7): rovinarono se stessi e i loro discendenti. Il peccato è proprio questo: è mancanza di fede, speranza e amore verso Dio e verso il prossimo, con la conseguenza che trasformiamo la nostra vita sulla terra – e quella degli altri -, da un anticipo di paradiso, che potrebbe essere, o in un purgatorio o peggio in un anticipo dell’inferno. Ogni nostro peccato rovina ciascuno di noi e coloro che stanno intorno a noi, specie quelli più vicini, e ci chiude le porte del paradiso. Solo la misericordia di Dio può venire in nostro soccorso, come ci dice S. Paolo nella seconda lettura di oggi.

III – Romani 5,12-19 – Paolo parte dalla constatazione che per il peccato dei progenitori la morte è entrata nel mondo e così la morte passa tutti gli uomini, perché tutti portano le conseguenze del peccato di origine (12); ma Dio nella sua misericordia manda Gesù suo Figlio come Salvatore del mondo (17 per mezzo di Gesù Cristo). Per la disobbedienza di Adamo tutti sono diventati peccatori, ma per l'obbedienza di Gesù, Nuovo Adamo e nuovo capo dell'umanità, tutti gli uomini diventano giusti e amati da Dio (19): è l'obbedienza di Gesù che distrugge la disobbedienza di Adamo e le nostre. Per la colpa di Adamo la morte domina sugli uomini; per la santità di Gesù, gli uomini ricevono l'abbondanza della grazia e diventano giusti, e questo è molto di più (17). La ribellione di Adamo ha causato la condanna di tutti gli uomini, l'obbedienza di Gesù ci ristabilisce nella giusta relazione con Dio, che è fonte di vita eterna per tutti gli uomini (18). Adamo ha trasformato la nostra vita in un inferno, che ci porta alla dannazione eterna, ma la vita di Gesù con la sua passione e morte trasforma la nostra vita in un purgatorio, che ci apre le porte del Paradiso. Grazie alla fede, speranza e carità, ci uniamo a Gesù e per mezzo di Gesù al Padre e così consentiamo loro di salvarci per mezzo dell’attività dello Spirito Santo in noi.

EUCARESTIA. La Parola di Dio ci rivela il piano di salvezza di Dio nei nostri confronti. Il diavolo cerca di farcelo rifiutare, ribellandoci a Dio. Gesù ha vissuto e ha patito, è morto ed è risuscitato, per ottenerci la salvezza, e rende presente se stesso e il suo sacrificio proprio nell’Eucarestia. Unendoci a Gesù nella Messa e nella Comunione, noi diventiamo capaci di vincere il diavolo come e insieme con Gesù e Maria e Giuseppe e i Santi, ai quali ci raccomandiamo perché ci assistano. 

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