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La crisi del calcio partenopeo

Il dato più sorprendente dell’attuale campionato di calcio è la crisi del Napoli, la squadra che, nata per vincere il campionato stesso dopo diversi secondi posti, si trova invece invischiata nei bassifondi della classifica e deve salvare la stagione, evitando una retrocessione che sarebbe clamorosa, visto il livello tecnico molto alto dei calciatori che ha in rosa.
Si dirà che il calcio è bello per questo motivo: i valori tecnici non sempre restituiscono sic et simpliciter il risultato sul campo, ma nel caso di specie siamo davvero in presenza di un esito che sorprende non poco.
Eppure, la società è fortissima in termini economici ed i calciatori sono dei professionisti che non esordiscono, oggi, ai massimi livelli del campionato di serie A.
Forse, i risultati brillanti degli anni precedenti hanno logorato sia la società, che il team tecnico?
Forse, finiti i cicli vincenti degli anni precedenti, ci si è affidato alle persone sbagliate per programmare la nuova stagione, nonostante il curriculum dei professionisti che sono passati per Napoli nel corso degli ultimi mesi?
Forse, non solo sta per chiudersi un ciclo tecnico, ma anche uno societario?
Forse, le sconfitte degli ultimi mesi segnano una crisi irreversibile fra l’ambiente ed il gruppo dirigente della società?
Forse, quando termina una stagione, bisogna avere il coraggio di cambiare prima che arrivino le sconfitte?
Certo è che la società di calcio più importante del Sud Italia rischia di uscire malissimo da una stagione nata male e che sta per svilupparsi in modo, finanche, peggiore.
Forse, il calcio, che è mera passione, non può essere gestito solo in termini di business, se poi non si vuole collezionare delle magre figure sul campo di gioco?
Comunque, l’unico possibile auspicio è che il Napoli si riprenda a breve, perché una Serie A, che non scenda al di sotto di Roma, sarebbe invero molto triste.


Rosario Pesce

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