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Tempo Ordinario: Domenica 2(Anno A)

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

Nota introduttiva: Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la  preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it)           

Tempo Ordinario: Domenica 2 (Anno A)

I - Giovanni 1,29-34 - Certamente già prima di andare nel deserto da poco più che bambino (?), Giovanni sapeva della chiamata di Dio a fare da precursore al Messia. Ne fanno fede l'apparizione dell’Angelo Gabriele a Zaccaria prima della sua nascita (Lc 1,5ss) e le parole di Zaccaria al momento della sua circoncisione nel Benedictus (Lc 1,76-77). Quando venne il momento di iniziare la sua missione, Dio gli ordinò di lasciare il deserto e di andare a predicare e battezzare (33 colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua). Giovanni certo si pose il problema se doveva rivelare sin dall'inizio chi era il Messia – sapeva bene che era Gesù, suo cugino – ma Dio gli disse che lo poteva manifestare solo dopo aver visto lo Spirito Santo scendere su Gesù e restare su di lui (33 ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito). Giovanni lo contemplò in questa situazione dopo che Gesù ricevette il suo battesimo (32 Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui). Allora Giovanni capì che era venuta l'ora di indicare chi era il Messa, del quale finora aveva detto che cosa era e come prepararsi bene ad accoglierlo. Giovanni precisò che non lo conosceva (31 Io non lo conoscevo; 33 Io non lo conoscevo); in realtà lo conosceva bene - era suo parente e Gesù gli aveva dato lo Spirito Santo fin dal grembo materno (cfr Lc 1,15.41-44) - ma non aveva la missione di annunciarlo prima della venuta dello Spirito su di lui. Gesù in seguito usò lo stesso linguaggio e disse di non conoscere la data della fine del mondo (Mc 13,32); in realtà la conosceva benissimo in quanto Dio e anche in quanto uomo, perché la sua natura umana era unita alla Persona divina del Figlio; ma non rientrava nella sua missione comunicarla agli Apostoli e a noi, perché non ci serve, come non ci giova sapere la data della nostra morte: anzi questa ignoranza ci aiuta di più perché ci fa tenere sempre pronti all’incontro col Signore. Adeguiamoci ai tempi e ai ritmi di Dio come fa Giovanni, che, pur conoscendo la sua missione da bambino, aspetta 20 e più anni nel deserto per iniziare la predicazione. Anche noi sappiamo aspettare con pazienza, fede e amore i nostri tempi. Impariamo a tacere su ciò che non dobbiamo dire, ma, quando è il momento, parliamo con coraggio: avremo difficoltà dagli uomini ma ricompensa da Dio. Al profeta è sempre successo così. Grazie alla meditazione della Parola di Dio e all'intimità crescente con Gesù nella vita quotidiana impareremo a usare prudenza e coraggio e a scegliere i tempi migliori per parlare o per tacere.

2. Giovanni fa una serie di affermazioni su Gesù, che ci rivelano che cosa egli credeva di Lui e anche noi dobbiamo credere. In effetti Giovanni aveva proprio questa missione: far conoscere Gesù e guidare i suoi ascoltatori alla retta fede in lui: ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele (31); questa è anche la missione di ciascuno di noi, poichè abbiamo ricevuto dalla Chiesa il sacramento del battesimo e della cresima e dell’ordine e la missione connessa. (a) Gesù è il Figlio di Dio (34 E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio), il Figlio unigenito (Gv 1,14.18; 3,16), e quindi vero Dio, realtà che si poteva percepire solo con gli occhi della fede, ma anche vero uomo, che si vedeva con gli occhi del corpo e della ragione. (b) Gesù in quanto uomo viene dopo Giovanni - in effetti fu concepito e nacque 6 mesi dopo Giovanni Battista; Egli apparve in pubblico alcuni mesi dopo di lui, ma va avanti a Giovanni come il maestro rispetto al discepolo, perché come Dio esiste da sempre e quindi è prima di Giovanni (30 Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”). Giovanni precede Gesù in quanto uomo ma lo segue in quanto Dio. (c) Gesù è colui sul quale discende e resta lo Spirito Santo e viene a dare il battesimo nello Spirito, che dà il perdono dei peccati e il dono dello Spirito (33) . Gesù dopo il battesimo al Giordano ha ricevuto un’ulteriore effusione dello Spirito Santo nella sua umanità, concepita per opera dello Spirito Santo, e può dare lo Spirito Santo ai discepoli (Gv 3,34; At 2,33). (d) Gesù è l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (29 Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!), cioè è venuto a espiare i peccati di tutti gli uomini per volontà del Padre, in modo da ottenere loro il perdono con la sua vita di obbedienza al Padre fino alla morte; possiamo pensare a Gesù come l'agnello dell’Esodo, che allontana il peccato col suo sangue espiatorio, o anche al Servo di Yahweh, che come un agnello è condotto al macello per espiare i peccati del popolo (Is 53,7). Anche noi vogliamo credere che Gesù è Dio e uomo e nostro maestro, di cui vogliamo essere discepoli; è pieno di grazia e di verità e soprattutto di Spirito Santo, che egli ci comunica nel battesimo; è colui che ci ha salvati con la sua Passione e Morte, versando il sangue per noi, in obbedienza al Padre, per espiare i nostri peccati. Speriamo nei suoi meriti, confidiamo nella sua bontà infinita. Vogliamo amarlo, guidati dallo Spirito Santo.

II - Isaia 49,3.5-6 - Il profeta sembra parlare di due Servi - ma potrebbe trattarsi di uno solo!; il primo sarebbe Israele, il popolo di Dio, al quale Dio dice che se lo riserva come servo e sul quale o attraverso il quale manifesterà la sua gloria (3 Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria»); si tratta di un concetto che Dio ribadisce molte volte, cioè che si è formato questo popolo perché gli presti culto e osservi i suoi comandamenti e per mezzo suo possa manifestare la sua grandezza gli occhi degli altri popoli. L'altro Servo è il personaggio misterioso che troviamo 4 volte in Isaia (42,1-449,1-650,4-952,13-53,12), detto il Servo di Yahweh (5-6). Di sé dice che Dio lo ama in modo speciale - e perciò lo onora - e inoltre lo protegge - e perciò lo rende forte (5 poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza); in più da sempre lo ha scelto e formato come Servo con la missione di radunare gli Ebrei, che per castigo dei peccati erano stati dispersi, e di ricondurli a Dio, da cui si erano allontanati (5 Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele). Ma Dio aggiunge che intende allargargli il campo missionario e quindi non solo fargli riunire gli Ebrei e riportarli a Dio (6 e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele), ma anche farlo diventare luce per le nazioni, così da portare loro la salvezza fino ai confini della terra (6 Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra). Gesù è questo Servo di Yahweh, che è totalmente amato dal Padre ed è Dio come il Padre: da Questi è stato mandato a salvare Ebrei e pagani con la sua obbedienza amorosa al Padre. Collaboriamo anche noi alla salvezza degli altri.

 III - 1Corinti 1,1-3(a) Paolo parla di Dio come Padre nostro, dal quale, come da Gesù, viene a noi la benevolenza e la pace, che Paolo auspica per i cristiani di Corinto: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! (3); Dio è il Padre di Gesù e nostro, il creatore di tutto per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Parla di Dio anche a proposito della sua chiamata a essere Apostolo per Sua libera decisione (2 Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio), anche se la vocazione può venire pure da Dio uno e Trino. Infine parla di Dio a proposito della Chiesa di Dio di Corinto, chiesa particolare che è nata, vive e continua a crescere: alla Chiesa di Dio che è a Corinto (2), e usa per essa la formula – qahal Yahweh -, che nell'Antico Testamento indicava l'assemblea degli Ebrei adunata per il culto di Dio. Da Dio Uno e Trino, Creatore, Redentore e Santificatore, vengono tutte le creature, ma sopratutto è venuto il Figlio di Dio nel mondo per salvarci e viene lo Spirito Santo a santificarci, vengono le vocazioni e i doni di Dio e a lui appartiene tutto, compresa la Chiesa. (b) Paolo afferma che dal Padre e da Gesù vengono grazia e pace (3); Gesù è il Signore di tutti (2 Signore nostro e loro) ed è il nome che invocano i credenti in lui - e non il nome degli dei -  nella preghiera e per essere salvati (2 insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo); essi vengono santificati per mezzo di Gesù e grazie all’inserimento nel suo Corpo mistico come membra vive (2 a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù) con la fede e il battesimo: tutti hanno la vocazione alla santità (2 santi per chiamata). Paolo è stato chiamato a essere Apostolo da Gesù Cristo (1; cfr At 9,1-19), come gli altri Apostoli; egli ha Gesù nel cuore, vive di Lui (Gal 2,20) e Lo porta agli altri, perché vuole unire a Lui ogni uomo per la fede e il battesimo; la Parola di Dio, che offre l'Apostolo, è la stessa che annunciava Gesù. Paolo ricorda anche il suo collaboratore Sostene (1 e il fratello Sostene), che in quel momento era con lui a Efeso. Crediamo nelle tante verità che Paolo ha affermato in questi tre versetti in così poche parole; ringraziamo Dio e Paolo per questa Lettera, che esprime le preoccupazioni dell’Apostolo per i problemi, che sorgevano nella comunità di Corinto, da lui fondata come comunità cristiana; apriamo il cuore agli insegnamenti, che Paolo dà nel corso della Lettera, dalla quale saranno tratti alcuni brani nelle domeniche prossime.

EUCARESTIA. La Parola di Dio ci ha presentato Gesù Dio e uomo, Messia e Redentore, che  si rende presente nell’Eucarestia col suo sacrificio per renderci graditi a Dio. Rinnoviamo la nostra fede in Lui e nella sua missione perché tale è la funzione della prima parte della Messa: prepararci all’incontro con Cristo per unirci a Lui nell’offrirci con Lui al Padre nel suo sacrificio e nella comunione eucaristica. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, che ci aiutino a togliere tutti gli ostacoli all’unione con Cristo. 

 

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