Logo

Una scelta folle

Quella di Trump è, certamente, una scelta folle.
Aver ucciso il numero due del regime iraniano, Soleimani, non può che rinfocolare la conflittualità in un’area, come quella mediorientale, che non aveva bisogno di atti premeditati di violenza.
Peraltro, se gli Usa credono che la partita militare con l’Iran sia simile a quella del recente passato contro l’Iraq, compiono ovviamente un grande errore di valutazione, visto che il regime di Teheran è una delle principali potenze al mondo in termini di possesso di testate nucleari ed ha un potere finanziario di gran lunga maggiore di quello che era in capo alla famiglia Hussein.
È evidente che Trump abbia avuto delle buone ragioni, dal suo punto di vista, per poter commissionare l’omicidio del gerarca iraniano: la campagna elettorale negli USA è prossima, per cui per il Presidente statunitense poter ostentare la testa del numero due del regime iraniano può essere motivo di vanto e di consenso.
Ma, è evidente che le ragioni della pace siano ben differenti da quelle del Presidente statunitense.
Nel mondo mediorientale, moltissimi equilibri sono cambiati nel corso dell’ultimo ventennio, visto che la fine della Guerra Fredda – e, quindi, della competizione fra Usa ed Urss – ha fatto sì che si verificasse l’esplosione di moltissimi conflitti a livello locale.
Gli Usa, in modo deliberato, in questi anni hanno perseguito l’obiettivo dell’abbattimento di tutti i regimi nemici, dalla Libia all’Iraq, lasciando in piedi - al momento - solo quello di Teheran.
È pleonastico sottolineare, però, che molto più difficile sarà intervenire in territorio iraniano, rispetto a quanto è stato già fatto altrove, per cui, se Trump pensa di poter concludere il lavoro iniziato dai suoi predecessori, da Bush in poi, compie un grossolano errore di valutazione, tanto più visto che il Governo di Teheran ha sempre combattuto il nemico comune di Al Qaeda, per cui tentare di abbattere il regime iraniano potrebbe prevedere delle pericolose controindicazioni.
Inoltre, è ovvio che gli Usa agiscono in una logica che bypassa - sovente - le Nazioni Unite e questa modalità non aiuta, invero, la costruzione di un ordinato consesso internazionale.
E l’Italia?
L’Europa?
Al momento non sono ancora pervenute le loro prese di posizione, a dimostrazione del fatto che la caduta del Muro di Berlino ha consentito la costruzione di un nuovo equilibrio mondiale, che non ci vede purtroppo protagonisti.


Rosario Pesce

Condividi quest'articolo

Altri articoli di Politica


Contattaci

  • Telefono: 347/ 5355964

  • Email: solofraoggi@libero.it

  • Email: ilcomprensorio@libero.it

Seguici