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Tempo ordinario: Domenica 34 C - solennità di Cristo Re

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Prima Luca 23,35-43 - 1. Luca ricorda le persone che sono presenti intorno alla croce di Gesù e il loro atteggiamento nei Suoi confronti. (a) La folla sta probabilmente a una certa distanza e osserva (35 Il popolo stava a vedere); sono i tanti che hanno conosciuto Gesù: alcuni hanno ricevuto miracoli e hanno anche creduto in lui e soffrono per quanto gli sta accadendo, altri non hanno creduto ma non hanno preso posizione contro di lui; di questi molti nutrono anche un certo rispetto per il condannato e incominciano a provare timore per quella strana oscurità, che ha coperto all'improvviso il territorio fino all'orizzonte. (b) Ci sono i capi spirituali, nemici irriducibili, che prendono in giro Gesù per la sua pretesa di essere l'inviato di Dio, mandato a salvare gli altri – e alcuni li ha salvati veramente - ma non può salvare se stesso dalla condanna a morte; e perciò si sentono in diritto di sfidarlo (36 i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto»). (c) I soldati del drappello, che ha accompagnato Gesù al Calvario, lo hanno crocifisso, si sono divise le vesti e ora gli montano la guardia; anch’essi lo prendono in giro e gli offrono da bere la bevanda acetosa (36 Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto), che serviva per stordire i crocifissi e alleggerirne le pene; ma lo sfidano anche loro a salvarsi se è il re dei Giudei (37 e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso»), altro titolo messianico; essi prendevano spunto dal motivo della condanna a morte, indicato dalla tavoletta, cioè che Gesù era il re dei Giudei (38 Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei»). (d) Deride Gesù anche uno dei due ladri, crocifissi con Lui, fingendo che lui e il suo compagno si aspettano la salvezza da chi è il Cristo (39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»). Nessuno di questi singoli e gruppi crede che Gesù è il Cristo, l’eletto, il re dei Giudei, venuto a salvare gli ebrei e l'umanità. E se restano in questa mancanza di fede, non saranno salvati, perché la fede è indispensabile per la salvezza eterna: occorre credere che Gesù è vero Dio e vero uomo e ha la missione di redentore. Perciò noi crediamo che Gesù è il Cristo, l’Eletto, il re dell’universo, il Salvatore, il Maestro; Lo adoriamo, speriamo in  lui, lo amiamo, chiediamo perdono dei nostri peccati; non vogliamo far parte né della folla lontana e indifferente, né dei nemici di Gesù. Confidiamo nella sua misericordia per essere salvati.

 2. Sul Calvario ci sono anche le donne che hanno accompagnato Gesù; alcune sono più vicine al Crocifisso come la Maddalena e altre 2 o 3, altre più distanti; vicinissimi a Gesù sono Maria e Giovanni. Maria ha fede piena in Gesù e non vacilla nonostante le sofferenze di Gesù e le sue personali. Giovanni e le pie donne sono lì per un legame prevalentemente umano con Gesù, una grande stima e gratitudine e amore a Lui, ma la loro fede è molto vaga e rudimentale. C'è però lì un personaggio speciale, il discepolo dell’ultimissima ora: il ladro pentito, che per i suoi sentimenti verso Gesù rassomiglia  più a Maria che a Giovanni. Egli dichiara l'innocenza di Gesù da ogni colpa (41 egli invece non ha fatto nulla di male) e riconosce le proprie colpe, sentendone vero dolore (41 Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni); inoltre crede che Gesù è il re di un regno dell'eternità, dove regna solo Dio, spera nel suo perdono e Gli chiede di portarlo nella Sua mente e nel Suo cuore (42 E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno»): la conoscenza per gli orientali include anche l’amore perché procedono insieme. In sostanza Gli chiede di tenerlo con Sé, come espressione del loro amore reciproco: amore infinito da parte di Gesù, appena iniziale da parte del ladro; comunque questi pratica anche l'amore verso il prossimo, ammonendo il compagno - una delle sette opere di misericordia spirituale; lo vuole portare sulla via della salvezza, per la quale egli si è incamminato. Lo invita perciò a mostrare sensibilità verso Gesù e a provare compassione per lui, dal momento che soffrono tutti e tre la stessa pena (40 L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?). Sono i sentimenti che dobbiamo avere anche noi e che rivelano la nostra conversione: fede speranza e carità verso Dio e il prossimo, dolore dei peccati e accettazione della sofferenza in espiazione dei peccati. Alimentiamo in noi questi sentimenti e le conseguenti virtù. (b) La risposta di Gesù al ladro pentito è un giuramento con cui gli annuncia che oggi morirà - notizia normalmente poco gradevole, ma certamente molto desiderata da un crocifisso, perché così finiscono le sue torture, che potevano durare anche più di 3 giorni -, e gli garantisce che andrà a stare con Lui, cioè in paradiso (43 Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»). Notizia bellissima! E’ la promessa più bella che può sentire un credente. Il ladro pentito è il primo Santo, canonizzato direttamente da Gesù. Prima di lui sono dichiarati Santi: Maria piena di grazia, Giuseppe uomo giusto, Giovanni Battista il più grande degli uomini dell'Antico Testamento… La stessa promessa di salvezza eterna è annessa alla pratica dei primi venerdì e dei primi sabati del mese, all’indossare lo scapolare a certe condizioni in onore della Madonna del Carmelo, alla recita quotidiana delle 7 Avemarie in onore dell’Addolorata, alla recita del Rosario con la contemplazione dei misteri. Se facciamo una di queste pratiche - o tutte, tanto meglio!- quando ci accorgeremo che stiamo per morire, siamo certi che ci sentiremo ripetere da Gesù o Maria: “Oggi starai con me in paradiso”. Alleluia!

II - 2Samuele 5,1-3(a) Saul è morto e gli Ebrei sono rimasti senza re. Essi si rivolgono a Davide (1 Vennero allora tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero) e gli ricordano che al tempo del re Saul era stato lui il capo dell'esercito e lo aveva guidato tante volte alla vittoria (2 Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele); gli fanno presente anche che è loro consanguineo (1 Ecco noi siamo tue ossa e tua carne); infine – ragione la più importante - da parte di Dio gli era stato annunciato che sarebbe stato il pastore-re d'Israele (2 Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”). Così in Ebron, dove risiedeva, si presentano a lui gli anziani del popolo, concludono un'alleanza con lui e lo ungono re d'Israele (3 Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele), lui che era già consacrato re di Giuda. (b) Gesù è il discendente di Davide, quindi di famiglia regale, ed è re dell’universo, di tutti gli uomini – per i motivi che sentiremo nel brano ai Colossesi - anche se ora lo riconoscono come tale solo i credenti; alla fine del mondo la sua regalità sarà universalmente riconosciuta da tutti i salvati con gioia e soddisfazione e anche dai dannati con dolore e infamia. Gesù si è conquistato il regno con la sua passione e morte: con i suoi meriti ha offerto la salvezza a tutti gli uomini; ma sono salvati effettivamente solo coloro che credono in Gesù e ne mettono in pratica gli insegnamenti.

III - Colossesi  1,12-20 – (a) Paolo invita i Colossesi - e noi - a stare nella gioia e a ringraziare Dio, perché ci ha fatti partecipi dei beni preziosi, riservati al popolo eletto nel regno della luce, che è Dio stesso (12 ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce). Noi stavamo sotto il potere del diavolo, ed Egli ci ha liberati (13 È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre); per mezzo di Gesù ci ha riscattati, ci ha dato il perdono dei peccati (4 per mezzo del quale abbiamo la redenzione,/  il perdono dei peccati), e ci ha trasferiti già da ora nel regno del suo Figlio amatissimo (13 e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore). Il Padre ci ama e per mezzo del Figlio, che Egli consegna alla morte per noi, ci perdona i peccati e ci trasferisce nel regno dei salvati grazie all'opera redentrice del Figlio. Quanto è grande l'amore del Padre per noi! (b) Chi è Gesù? (A)  Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo, nato dal Padre prima della creazione del mondo (15 Egli è immagine del Dio invisibile,/ primogenito di tutta la creazione). Tutte le cose create, in cielo e sulla terra, sono state fatte per mezzo di lui, sia le cose visibili sia quelle invisibili: i poteri, le forze, le autorità, le potenze; tutto fu creato per mezzo di lui e per lui (16 perché in lui furono create tutte le cose/ nei cieli e sulla terra,/ quelle visibili e quelle invisibili:/ Troni, Dominazioni, Principati e Potenze./ Tutte le cose sono state create/ per mezzo di lui e in vista di lui). Il Figlio è prima di tutte le cose e tiene insieme tutto l'universo (17 Egli è prima di tutte le cose/ e tutte in lui sussistono). Gesù, in quanto Dio è infinito come il Padre e lo Spirito Santo. Col Padre e lo Spirito ha creato il mondo e per mezzo suo, del Figlio, tutto è stato creato, sia le realtà visibili, sia quelle invisibili, come gli angeli dei vari Cori; tutto viene tenuto insieme per mezzo di lui e tutto è stato creato per Lui: è al vertice di tutto e di tutti. Credo a quanto Paolo dice di Gesù, adoro, ripongo in lui la mia speranza, voglio amarlo al di sopra di tutto, perché ne ha diritto e lo merita. (B) Egli è anche capo di quel corpo mistico che è la Chiesa, è la fonte della nuova vita, è il primo risuscitato dai morti: egli deve sempre avere il primo posto in tutto (18 Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa./ Egli è principio,/ primogenito di quelli che risorgono dai morti,/ perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose). In effetti Dio ha voluto essere pienamente  presente in lui (19 È piaciuto infatti a Dio/ che abiti in lui tutta la pienezza) e per mezzo di lui ha voluto rifare amicizia con tutte le cose, con quelle della terra e con quelle del cielo; per mezzo della sua morte in croce Dio ha fatto pace con tutti (20 e che per mezzo di lui e in vista di lui/ siano riconciliate tutte le cose,/ avendo pacificato con il sangue della sua croce/ sia le cose che stanno sulla terra,/ sia quelle che stanno nei cieli). Come tutto è stato creato per mezzo del Verbo, il Figlio di Dio, così tutto è stato “ricreato” per mezzo del Verbo Incarnato, di Gesù: Dio ha rifatto amicizia e pace per mezzo di Gesù e della sua croce con tutte le creature: con gli uomini e perfino con le creature irrazionali e inanimate (cfr Rm 8,18-23). Ringraziamo continuamente la SS. Trinità per l’opera redentrice, voluta dal Padre per amore e realizzata dal Figlio per amore e continuata dallo Spirito Santo per amore.

EUCARESTIA. Gesù deve essere il centro di tutto per noi: al centro dei nostri pensieri, sentimenti e affetti, perché anche le nostre parole, azioni e omissioni, ne sentano pienamente l’influsso. Il battesimo come fondamento e la confessione e la partecipazione completa all’Eucarestia sono sorgente mirabile della nostra conformazione a Cristo, che ci apre le porte del paradiso. Preghiamo la Vergine SS. e S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni, che Cristo sia veramente il re della nostra vita come lo è stato per loro.

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it           

 

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