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Tempo Ordinario: Domenica 29 C

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Luca 18,1-8 – 1.  Gesù racconta la parabola per insegnare che bisogna pregare sempre senza stancarsi (1 Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai). Luca con insistenza presenta Gesù, che prega in varie situazioni, specie in quelle più importanti della sua vita, ed esorta i discepoli alla preghiera come fa qui. La preghiera è indispensabile per la vita del discepolo: le grazie si ottengono con la preghiera prolungata e ripetuta come avvenne in occasione della Pentecoste, quando il dono dello Spirito Santo, che è il frutto dell'opera di salvezza di Gesù, viene dato da Dio solo dopo ben 9 giorni di preghiera, fatta su suggerimento di Gesù stesso, e in unione con Maria, la madre di Gesù e corredentrice degli uomini. (b) Gesù racconta la parabola di una povera donna, vedova - e quindi senza appoggi umani -, alla quale qualcuno ha sottratto i suoi beni, necessari per la sopravvivenza della famiglia; lei chiede continuamente al giudice di farle riavere ciò che era suo (3 In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”). Ma il giudice è malvagio e non ha rispetto né per la legge di Dio né per quella degli uomini: è incapace di relazionarsi con Dio e con gli uomini, perché profondamente malato di egoismo (2 In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno); perciò si rifiuta di intervenire, pur essendo suo dovere; quindi è uomo ingiusto e cattivo, insensibile persino di fronte alla situazione di povertà e vedovanza della donna. Ce ne sono purtroppo tanti che non intervengono, nonostante rivestano incarichi di responsabilità e vengano messi a conoscenza delle ingiustizie: pensiamo a quello che è successo al ponte Morandi con 43 morti e al bus caduto da un ponte ad Avellino con 40 morti, perché la manutenzione delle autostrade non è fatta seriamente; anche nella Chiesa purtroppo ci sono stati vescovi e superiori condannati dallo Stato – e tardivamente dalla Chiesa - per non essere intervenuti anzitutto a impedire abusi di vario genere da parte di preti o altri e poi a punirli adeguatamente. Chi ha una responsabilità la deve portare avanti con fedeltà, impegno e sacrificio.

2. (a) Il giudice disonesto dapprima non vuole rendere giustizia alla povera donna (4 Per un po’ di tempo egli non volle), perché sa che non può aspettarsi da lei regali o pagamenti; poi si decide a fare il suo dovere, non certo per amore verso Dio e gli uomini ma perché non ce la fa più a sopportare l'insistenza ben motivata della vedova (4-5 ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”»). Gesù richiama l’attenzione degli ascoltatori sulle parole del giudice cattivo (6 E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto) e commenta che il giudice disonesto fu costretto a tenere conto della richiesta della donna per motivi egoistici; invece Dio terrà conto delle preghiere perseveranti dei suoi eletti (7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?), che egli ama, e a differenza del giudice disonesto non solo non li farà aspettare (7 Li farà forse aspettare a lungo?), ma anzi li accontenterà subito (8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente) e interverrà in loro difesa prontamente. E’ un invito di Gesù ad aver fiducia nell’efficacia della preghiera: è infinita la bontà paterna di Dio, che vuole esaudirci, la potenza del nostro Padre celeste, che può esaudirci, la sapienza del Padre nostro, che conosce bene i nostri bisogni e le vie per esaudirci. (b) Gesù però conclude interrogandosi se alla fine del mondo, quando Egli tornerà come giudice universale, troverà fede fra gli uomini (8 Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»); dal tono della domanda sembrerebbe che Gesù supponga una risposta negativa; per renderci conto che la risposta non è totalmente negativa, confrontiamo queste parole con ciò che Gesù dice in un contesto simile: alla fine del mondo per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti(Mt 24,12), cioè di un gran numero di persone, ma non di tutti. Cristo certamente troverà allora fede e carità qui sulla terra, ma qui egli fa un appello a perseverare nella fedeltà e nella preghiera, anche se l'incredulità e la mancanza di carità fossero generalizzate. Noi dobbiamo rendere conto a Dio del nostro rapporto personale con lui, non di quello del nostro prossimo. Perciò alimentiamo la nostra vita spirituale, con l’ascolto della Parola di Dio e con la pratica di essa, indipendentemente da quello che possono pensare e da come possano agire gli altri.

 II - Esodo 17,8-13 - Mosè deve lottare in difesa del suo popolo contro nemici, che sono molto più potenti di esso (8 Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm) e comunque stanno nel loro territorio, mentre gli Ebrei si muovono in un luogo sconosciuto. Solo Dio può aiutarli come quando dovettero lottare contro gli Egiziani, tanto più potenti di loro e bene organizzati ed equipaggiati; allora vinsero proprio perché Dio intervenne in favore degli Ebrei per mezzo di Mosè, che teneva in mano il bastone di Dio e operava i miracoli (Es 4,2-4). Anche Amalek potrà essere vinto allo stesso modo: i combattenti ebrei saranno guidati da Giosuè mentre Mosè sarà sulla collina col bastone di Dio in mano (9 Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio»). Così Giosuè va a combattere con i soldati (10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk) e Mosè sale sul colle con Aronne e Cur (10 mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle). Dominano gli Ebrei quando Mosè tiene le mani alzate col bastone e vincono i nemici quando Mosè per la stanchezza le abbassa (11 Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk). Allora Aronne e Cur fanno sedere Mosè e gli tengono le mani alzate fino al tramonto (12 Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole). Alla fine gli Amaleciti vengono sconfitti dagli Ebrei, guidati da Giosuè, ma sostenuti dalla preghiera di Mosè (13 Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada). Dio ci esaudisce e ci salva per le vie, che egli decide; a noi tocca adeguarci alle sue richieste e non lui alle nostre. La Parola di Dio ci invita a riflettere che la preghiera ottiene da Dio tutto quello di cui abbiamo bisogno, ma dobbiamo alimentare in noi la fede nell'amore di Dio per noi e la sua volontà di aiutarci (cfr espressioni del salmo responsoriale Sal 122,4.5.7).

III -  2Timoteo  3,14-4,2(a) Paolo esorta Timoteo a restare saldo nella fede (14 Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente), richiamandosi all'autorità dei suoi maestri: Paolo, la madre, la nonna (14 Conosci coloro da cui lo hai appreso), e soprattutto della Bibbia, a lui ben nota dall'infanzia (15 e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia); essa, essendo ispirata da Dio (16 Tutta la Scrittura, ispirata da Dio), fornisce in abbondanza la sapienza, indispensabile per ottenere da Dio la salvezza, che si ha solo per la fede in Gesù Salvatore e Redentore (15 queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù). La Parola di Dio scritta è di somma utilità per ogni ministro di Dio, che voglia essere all'altezza del suo compito di maestro (16 è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia) e di educatore alla santità e alla giustizia sua e degli altri (17 perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona). Anche noi dobbiamo essere legati alla nostra fede e ed essere grati a chi ce l'ha trasmessa: i nostri familiari, in particolare i genitori, ma anche i catechisti e i sacerdoti, e approfondire la conoscenza della Sacra Scrittura, che è Dio che ci parla oggi, come 20 secoli Gesù fa parlava ai suoi contemporanei. La Bibbia è scritta sotto la guida di Dio e non contiene errori. Leggiamola ogni giorno e anzi impariamo a memoria alcuni versetti importanti per la nostra vita spirituale, magari uno al giorno. (b) Paolo supplica Timoteo al cospetto di Dio e di Cristo, giudice di tutti, per la sua seconda venuta e per il suo regno eterno (1 Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno) di annunziare la Parola di Dio, che apprende dall'Antico Testamento e dal Vangelo, costi quel che costi: a tempo opportuno e inopportuno, per sé come per gli altri, convincendo, rimproverando, esortando, secondo i casi e i bisogni, sempre però con dottrina sicura e grande longanimità, cioè con fedeltà alla Parola di Dio e con pazienza, tolleranza, mansuetudine (2 annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento), come faceva Gesù (Mt 11,29). I nostri Pastori sono veri pastori se corrispondono a questa idea che ne ha S. Paolo e quindi Gesù stesso. E noi pastori domandiamoci ed esaminiamoci e correggiamoci.

EUCARESTIA. In essa c’è l’ascolto della Parola di Dio e viene reso presente il sacrificio di Gesù; è la preghiera principale della Chiesa e dei singoli credenti, che in essa hanno il mezzo più forte per essere esauditi e santificati. Supplichiamo la Vergine Maria e S. Giuseppe, gli Angeli e i  Santi, di renderci utile la nostra partecipazione all’Eucarestia. (mons. Francesco Spaduzzi)

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