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Assunzione di Maria Santissima (vigilia)

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Luca 11,27-28 - 1. Una donna celebra la maternità fisica della Madonna: era un modo di dire per esaltare il Figlio, ma comunque richiama l'attenzione sulla felicità della madre: Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!» (27). In ogni caso la maternità divina è un privilegio sommo e unico, la più grande opera ad extra di Dio, in cui intervengono tutte le persone della SS. Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo: il Padre dona il Figlio al mondo; lo Spirito interviene per realizzare il concepimento del Figlio di Dio in Maria; il Figlio di Dio diventa uomo nel grembo di Maria e vi resta per 9 mesi; Dio sta nelle braccia di Maria per tre anni, evive nella casa di Maria per 33 anni, sempre in somma intimità. Maria ha dato a Gesù tutta se stessa nel corpo e nell'anima, e Dio l’ha arricchita di tutti i doni per essere degna Madre di Dio. Noi diciamo prima della comunione: “Signore, io non sono degno…”; Maria non poteva dirlo, perché era degna in quanto Dio l'aveva resa tale per amore e rispetto a suo Figlio. Maria ha un rapporto strettissimo e unico con la SS. Trinità, con ciascuna persona, e strettissimo con l’umanità, alla quale ha dato il massimo dono: ha dato una forma visibile a Dio e all’umanità Dio in forma visibile, raggiungibile. Perciò i Padri della Chiesa hanno concentrato l'attenzione più sul ruolo corredentivo di Maria per mezzo della Maternità Divina nell’Annunciazione che nella Passione e Morte di Cristo, come hanno fatto invece i teologi più recenti. Maria appare immensamente grande in tutta la sua vita e si resta a bocca aperta per il minimo che si rifletta. Adoriamo Dio l'autore di tanta misericordia e sapienza in questo mistero e per i privilegi dati a Maria; veneriamo Maria, che è stata arricchita di tutti i doni di natura e di grazia. Strettamente connesso con questo privilegio della maternità divina è anche quello dell’Assunzione di lei in Corpo e Anima al Cielo, dopo la resurrezione, analogamente a quello che avvenne di Cristo e a quello che avverrà di noi alla fine del mondo.

 2. Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (28). Qui Gesù fa due affermazioni: direttamente sottolinea la grandezza e l’intimità con Gesù di chiunque ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica e di conseguenza si procura una parentela strettissima con Lui; indirettamente richiama proprio la grandezza di Maria e la sua intimità con il Figlio; in effetti Maria - oltre ad accogliere la Parola, il Verbo di Dio, nel grembo e diventarne madre dal punto di vista fisico - ha prima ancora accolto la Parola di Dio nel suo Cuore e nella sua vita quotidiana e di conseguenza ha diritto a una parentela la più stretta immaginabile e inimmaginabile con Cristo anche sul piano spirituale. Per la maternità divina Gesù è impastato di Maria; la carne di Gesù proviene dalla carne di Maria e risente di essa: tutto il fisico di Gesù è il fisico di Maria, con la differenza delle caratteristiche maschili, che sono proprie di Gesù. Per la maternità spirituale – chiamiamola così – Maria, giacché accoglie la Parola di Gesù e la vive, viene a essere  impastata di Gesù: Maria condivide i pensieri e sentimenti e affetti del Cuore di Cristo e alimenta questa condivisione perché serba e medita nel suo cuore le Parole di Gesù e i fatti della vita di Lui (Lc 2,19.52). Anche per questa parentela con Gesù, che in Maria  raggiunge il vertice, essa giustamente ha avuto da Dio il privilegio dell’assunzione gloriosa al cielo in anima e corpo resuscitato. Avendo sempre fatto la volontà di Dio nel modo più perfetto, non c’era nulla che impedisse la perfetta conformazione di Maria a Cristo in tutte le fasi della sua vita in questo mondo e nell’Aldilà. Non possiamo noi essere madri di Gesù sotto l’aspetto fisico, perché è privilegio unico di Maria; ma possiamo e dobbiamo sviluppare la parentela con Gesù grazie al compimento fedele della volontà di Dio. Gesù ribadisce questo stesso concetto in un’altra occasione, quando riafferma che possiamo essere madri e fratelli e sorelle di Gesù se ascoltiamo la Parola di Dio e la mettiamo in pratica (cfr Mc 3,32-35). Gloria a Dio! Siamo madri, sorelle e fratelli di Gesù se compiamo la volontà di Dio, se crediamo in Gesù e aderiamo alla sua Parola, se lasciamo che la nostra personalità e vita siano penetrate da Gesù e dalla sua Parola. Così riceviamo la vita di Gesù: e possiamo esclamare con S. Paolo che non siamo più noi che viviamo ma è Gesù che vive in noi (Gal 2,20). Impegniamoci ad accogliere la Parola di Gesù; facciamo tutto quello che Gesù vuole come fece Maria e così condivideremo anche la gloria di Maria con una santa morte quando Dio ci chiamerà all’eternità e con la resurrezione gloriosa alla fine del mondo. 

II - 1Cronache 15,3-4.15-16; 16,1-2 – (a) Davide prepara il trasferimento dell'Arca di Dio (3 Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato), segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo e della sua onnipotente e amorosa protezione per esso. Organizza tutto con la massima solennità per rispetto a Dio: convoca tutto il popolo, i sacerdoti e i leviti (4 Davide radunò i figli di Aronne e i leviti), e i cantori con gli strumenti musicali (16 Davide disse ai capi dei leviti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia); i leviti trasferiscono l’arca nella tenda (15 I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. 1 Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa) e offrono olocausti, il massimo gesto di fede religiosa a Dio (1 offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio); infine Davide benedice il popolo (2 Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore). Tutto avviene nella gioia più grande (16), perché Dio è lì presente (3). (b) Maria è l’arca di Dio, perché ha portato Dio nel suo grembo, nelle sue braccia, l’ha tenuto nella sua casa e gli è stato vicino nella vita pubblica (Lc 11,27) e fino alla morte e sepoltura (Gv 19,26ss). Ma Maria è stata preparata con la santità (pienezza di grazia cfr Lc 1,28), unica, per essere degna Madre di Dio (Lc 1,26ss): La parola, con cui rispose all’Angelo nell’annunciazione, ci rivela la caratteristica di fondo della sua vita: “Ecco,  sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38): fece sempre la volontà di Dio e quindi corrispose pienamente alla grazia e alle grazie di Dio. In tal modo “meritò” questo altro privilegio da parte di Dio, cioè che la Trinità stessa con gli Angeli e i Santi venisse a prendere il suo corpo santissimo sulla terra e a portarlo in cielo per coronarla regina degli Angeli e dei Santi. La grande festa per l’accoglienza dell’arca in Gerusalemme è solo una pallida immagine della grande festa che si fece in Cielo per accogliere Maria in Corpo e Anima.

III - 1Corinzi 15,54b-57 - I progenitori furono creati con anima immortale e corpo mortale, ma per un privilegio Dio avrebbe esonerato loro e i loro discendenti dalla morte, se avessero praticato fede, speranza e carità con l’obbedienza a Dio. I progenitori si ribellarono a Dio su istigazione del diavolo, e persero perciò la vita di Dio e l'immortalità del corpo e altri privilegi. Così la morte regnò e regna ed è la vincitrice (55 Dov’è, o morte, la tua vittoria) e si serve del peccato come pungiglione velenoso per far morire (55 Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?/ 56 Il pungiglione della morte è il peccato); essa trova nella Legge ebraica la sua forza (56 e la forza del peccato è la Legge). Il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha affrontato una vita di sofferenza e la Passione e Morte atrocissime per espiare i peccati degli uomini sia quello originale sia quelli personali; Dio ha risuscitato Gesù da morte e così la morte ha subito una prima sconfitta, perché il Corpo di Cristo è stato sottratto al suo potere e ormai non morirà più. Gesù è il primo dei risuscitati e la causa della resurrezione di tutti gli uomini (54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria). - In realtà sfuggirono alla morte Enoc ed Elia già nel passato; al momento della morte di Gesù risuscitarono molti corpi di santi personaggi e apparvero a molti in Gerusalemme quando risuscitò Gesù (Mt 27,51-53). Forse erano Adamo ed Eva, i tre patriarchi Abramo Isacco e Giacobbe, e le sante donne Sara, Rebecca e Rachele… Giovanni Battista e Giuseppe ecc. – Poi, a suo tempo, ci fu la resurrezione di Maria, attestata unanimemente dalla Tradizione. Ma tutti siamo chiamati alla resurrezione se pratichiamo la fede(Gv 6,40) e riceviamo il battesimo ed eucaristia (Gv 6,54). Grazie a Gesù, che già ha ottenuto a tutti la vittoria sulla morte (57 Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!), ma purtroppo non tutti risusciteranno col corpo glorioso come quello di Gesù, bensì solo quelli che come Maria hanno fede, speranza e carità, fanno la volontà di Dio e ricevono i  sacramenti.

EUCARESTIA. … che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno(Gv 6,40); Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (Gv 6,54); lo dice Gesù. Chiediamo la grazia per intercessione di Maria e Giuseppe, degli Angeli Custodi e dei Santi Patroni di crescere nella fede e nella carità e unirci a Gesù Eucarestia in modo da consentirGli di darci la resurrezione gloriosa. 

 

mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it

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